a/n
ho cambiato copertina, spero che voi ve la passiate bene e buona lettura del capitolo!🌹απλά εμείς (semplicemente noi)
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato.La solitudine mi brucia il cuore, lo stringe tra le unghie, lo scalfisce, lo spezza e lo abbandona sanguinante nel mio corpo.
Ho imparato a trattenere i pezzi uniti cucendoli, seppur malamente, tra di loro. Li ammasso gli uni sopra gli altri, come le macerie del paese più straziato.«Mi dispiace che tu non possa venire.» parlo a Luke, che però non alza lo sguardo dal manto candido del gatto.
Glielo dico perché realmente la sua assenza al funerale di mio padre mi ferirà, ma lui non può farsi vedere dagli altri.
«Perché non mi parli più?» glielo chiedo straziata, con le ferite aperte nel cuore a bruciare.
Luke non mi considera più molto, mi ha lasciata indietro ancora una volta.
Mi avvicino e mi accuccio a terra vicino a lui, adagiando la schiena contro il muro.
«Lukey...» il cuore lo sento bruciare.
Le sue mani tremano per poco.
«Diana è...complicato.» mi sussurra.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Lui scuote la testa con disappunto.
Gli avvolgo il viso candido delicatamente tra le mani, tento di fare incrociare i nostri sguardi invano.
Gli bacio timidamente lo zigomo reduce dal livido e gli accarezzo morbidamente i capelli profumati, che mi sfiorano il viso.
Luke trema.
«Diana.» ansima tristemente e finalmente mi guarda negli occhi «Non rendere la situazione più complicata. È solo un mio momento poi passa, ma preferisco stare solo adesso.»
Arriccio le labbra mordendole e abbasso lo sguardo offesa.
La tristezza la sento soffocarmi.
Luke tocca la mia pelle gentilmente, ma io mi allontano subito dopo.
«So che c'è qualcosa sotto Luke, perché sei diventato così distaccato con me?»
«Preferirei non dirtelo, mi dispiace.» mormora.Scuoto la testa e prendo Zeus dalle sue mani, stringendolo al grembo e accarezzandolo.
Siamo l'uno accanto all'altra, seduti su questo pavimento freddo a sanguinare, con le braccia che si sfiorano timidamente.Luke mi sta fissando.
Senza preavviso mi accarezza dolcemente la schiena e adagia il viso sulla mia spalla, il suo respiro caldo si infrange sul mio collo, che lui sfiora gentilemente con la punta del naso.
Il fiato mi si spezza, ogni mio movimento cessa.
Non accarezzo più Zeus, che si allontana quindi da me.
«Luke?» lo chiamo con voce tremante.
«Come potrei non affezionarmi a te, Diana?» appoggia le labbra morbide sulla mia pelle lattea, baciandomela.
Mi osserva concentrato.
«Guardati.» si accarezza appena le labbra con la lingua e mi lascia un buffetto sul naso. Sorrido d'istinto, arrossendo.
«Sei una creatura così stravolgente nella tua semplicità.» mi confessa a bassa a voce.
Ho il cuore in gola e gli occhi lucidi. Nascondo il viso nella curva del suo collo, accarezzandogli i capelli morbidi alla base di esso.
«Luke perché, allora, sei diventato così distante?» gli domando flebilmente con voce rotta.
«Io...non voglio dirtelo ora, non voglio che tu abbia altri problemi.»
«È mia la colpa?»
«No.» mormora accarezzandomi la nuca.
Lascia cadere il discorso e ora percepisco unicamente noi.
Noi che siamo dipinti in questo silenzio, in quest'emozione che ci colora le gote d'un rosa perlato.
Semplicemente noi.
Zeus torna tra le nostre gambe vicine e fa le fusa, adagiandosi su di esse.
Luke mi accarezza il collo, percorre la mia pelle candida con la punta delle dita lunghe e delicate.
«Diana.» la sua voce è un lamento flebile, il belare di un agnello.
Appoggia la fronte calda sulla mia, mi lascia un leggero bacio sul naso e mi fissa, lo fa così intensamente da spogliarmi e mettere a nudo la mia sofferenza dinanzi a lui.
Intrappola le labbra morbide tra i denti e mi accarezza il viso.
«No, Luke...» avvicino le nostre labbra morbide e gli lascio un bacio delicato su di esse «non mordertele, altrimenti rimangono brutte cicatrici.»
Lui sospira, abbassando lo sguardo e mi abbraccia, nascondendo il viso nel mio collo.
Gli circondo le spalle e mi accarezza i fianchi con movimenti malinconici.
«Hey Luke...» lo richiamo tristemente.
«È sbagliato ciò che sto facendo, ma come potrei non farlo.» parla con voce ovattata contro la mia pelle.
Piego le gambe e le porto al petto costringendo il gatto a spostarsi.
«Perché è sbagliato? Parlami Luke, i problemi affrontati in due pesano la metà.» gli accarezzo la nuca e la schiena, sfiorandogli timidamente di tanto in tanto le ali candide, che sfarfallano al mio tocco.
Luke è fragilità tra le mie braccia in questo istante.
È una rondine rifugiatasi sotto al tetto durante la tempesta.
Chino il viso di lato e osservo il suo infantile.
Mi emoziono nel vedere la sua guancia morbida e rosata schiacciata, poiché appoggiata sulla mia spalla.
I capelli biondi e morbidi gli coprono completamente gli occhi chiari.
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Autophobia (Luke Hemmings)
Fanfiction«E mi lasci anche tu, Luke, mio angelo? Scappi, mi abbandoni? E non mi aspetti, vai avanti, mi sorpassi e non guardi indietro. Non ti giri per vedermi distrutta nella solitudine? Ma non ti preoccupi per me, non ti curi di questa divinità senza ali.»...