sedici

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a/n
Prima di tutto grazieee infinite per i 20k🌹! Seconda cosa: Buon Natale con un goccio di ritardo, spero passiate bene queste vacanze.
Terza cosa: vi lascio al capitolo!

ναυαγός (naufrago)

(Luke pdv)

Apro lentamente la porta del bagno, indugio temendo di violare la privacy di Diana, ma soprattutto sono spaventato da ciò che i miei occhi potrebbero vedere. Il suo silenzio improvviso mi incute timore.
Sono rimasto per un tempo che mi è parso infinito ad ascoltare il rumore delle sue lacrime, ma poi tutto è cessato, il suo pianto si è affievolito nel silenzio.
Mi sono porto tantissime domande, non capendo il motivo delle sue lacrime, ho solo sperato che non fosse arrabbiata ancora con me per il fatto che avessi osato pensare a soddisfare i miei piaceri carnali, nonostante lei fosse in una situazione difficile.
La vasca da bagno è colma d'acqua, a tal punto che è trasbordata e ha bagnato il pavimento.
L'atmosfera in questa stanza è carica da angoscia. Capisco che Diana è dentro la vasca, perché in giro non ve n'è traccia. Non vedo, però, il suo viso delicato far capolino tra la schiuma dell'acqua, allora mi preoccupo e mi affanno, mi precipito verso la vasca e quasi rischio di scivolare sul pavimento bagnato. Mi aggrappo al bordo per sorreggermi e intravedo attraverso il bianco della schiuma la figura sfocata del viso chiaro di Diana, i suoi lunghi capelli scuri a formare un'aureola intorno alla testa.
Mi agito all'istante, quando la consapevolezza del fatto che Diana sia sott'acqua senza respirare (neanche gli Dei sanno da quanto) mi travolge.
«Oh cazzo. Diana!»
Immergo le mani nell'acqua e reprimo l'mpulso di ritrarle immediatamente, percependola freddissima.
La sollevo prendendola per le braccia e faccio emergere il suo busto dall'acqua.
La sua pelle è ghiacciata.
La mia, invece, sta urlando di portarla fuori dalla vasca e metterla al caldo, per farla sentire meglio il più presto possibile; eppure rimango frastornato ad osservare la sua figura.
Le sue labbra sono gonfie e viola, quasi tendenti al blu e per la prima volta le vedo senza alcun rossetto e scorgo ogni loro cicatrice.
I capelli scuri sono attaccati al viso pallidissimo e quasi bianco, incorniciandolo. Sposto la mia attenzione sul suo collo chiaro e immacolato, poi rivolgo lo sguardo più in basso e solo ora mi accorgo che Diana è nuda. Schiudo la bocca sorpreso, percepisco un calore che si propaga per il mio viso.
Mi sento completamente in imbarazzo e per poco non perdo la presa sulle sue braccia.
Eppure osservo il suo corpo. La pelle è candida quasi rosea, pare velluto ed è profumata e sento le labbra bruciare per il desiderio di baciarla per tastare con esse la morbidezza della sua pelle fredda.
La cosa che, però, mi incute più paura è che i suoi occhi sono leggermente aperti e lo sguardo è perso nel vuoto rivolto verso il basso, le sclere sono completamente arrossate, ma non capisco se sia cosciente o meno.
«Oh Diana, cosa ti succede?» sto quasi per scoppiare a piangere, a causa della tensione accumulata
Mi impongo di reagire e aiutarla, quindi sollevo il tappo della vasca lasciandola svuotare e nel mentre mi dirigo a recuperare un accappatoio.
La prendo tra le braccia, concentrando la mia attenzione sui suoi occhi assenti, la percepisco così fragile ora che è tra le mie mani.
Vedere le sue pessime condizioni mi fa dimenticare completamente che sia nuda, azzera il mio imbarazzo infondato.
Stringo il suo piccolo corpo freddo contro il mio petto.
Mi siedo a terra trattenendola in grembo e la avvolgo con cura nel morbido accappatoio.
«Diana puoi sentirmi?» le domando intimorito.
Mi sento uno schifo per non essere riuscito ad aiutarla prima che raggiungesse queste condizioni, soprattutto perché sono il suo angelo e questo è il mio compito.
Il suo viso dai tratti delicati rimane adagiato inerme sul mio collo, che è sfiorato dalle sue labbra fredde.
Non mi risponde e mantiene lo sguardo fermo.
«Cosa ti è successo?» chiedo ancora preoccupato, accarezzandole con la punta delle dita il viso freddo.
Lei non mi sente, è ancora sotto shock, bloccata in un caos di pensieri.
Il suo respiro è flebile e leggerissimo contro la mia pelle.
«Ti preparo un bagno caldo, hai bisogno di riscaldarti. Va bene?»
Come previsto non mi risponde. La lascio adagiata sul pavimento e mi premuro di riempire la vasca d'acqua calda. La prendo nuovamente tra le mie braccia e la noto ancora più spaesata. Sono seriamente preoccupato.
La trattengo al mio petto, mentre aggiungo nella vasca un po' del bagnoschiuma aromatizzato alle rose, che trovo sul bordo di essa.
Scosto gentilmente l'accappatoio del corpo di Diana e la immergo nell'acqua calda profumata.
La osservo, l'angoscia, la tristezza e i sensi di colpa ad assalirmi.
Mi avvicino piano e le lascio un morbido bacio sulla fronte.
Mi prendo un momento e mi fermo.
Da questa prospettiva scorgo le sue lunghe e folte ciglia sfiorare gli zigomi paffuti e morbidi, ora tendenti a una sfumatura rosata.
Le sue labbra dischiuse leggermente, dalle quali fuoriescono leggeri sbuffi, sono gonfie, rovinate dalle cicatrici causate dai suoi continui morsi dettati dall'ansia, ma pur sempre lisce e setose ai miei occhi e poi ricordo anche che sono morbide e piene, anche un po' dolci, lo ricordo dal piccolo bacio che ci eravamo scambiati.
Gli sfioro piano la punta del suo piccolo naso con le labbra e rimango ad osservare il suo viso infantile.
Diana senza preavviso mi prende la mano sinistra che ho appoggiata sul bordo della vasca e la tira nell'acqua, trattenendola per il mio dito indice.
Schiudo la bocca e spalanco gli occhi sorpreso dal primo segno di coscienza mostrato da Diana.
«Diana...» esalo «dimmi qualcosa.» la supplico.
Il suo sguardo ancora assente si muove pigro sul mio viso. Non mi sta ossevando realmente, lo capisco dalla placidtà dei suoi occhi, è completamente sopraffatta dalla gravità dei suoi pensieri e dei suoi ricordi; quindi parlo a raffica.
«Mi dispiace così tanto per aver litigato. Mi sono comportato in modo superficiale, non vado fiero di averti detto di voler fare sesso con te solo perché accecato dalla lussuria, mi vergogno per aver solo pensato una cosa del genere, quando invece avrei dovuto aiutarti e consolarti. Perdonami, ma per favore ora parlarmi, ho una paura dannata! Non capisco cosa ti sia successo.»
Lei è colta da una barlume di lucidità e scuote leggermente la testa.
E ora che ha riacquistato conoscienza, ora che vede la realtà dinnanzi a sé, posso cogliere qualcosa spezzarsi nei suoi occhi.
Non le importa parlare di questo adesso.
Torna ad osservarmi, questa volta realmente e schiude la bocca, si sforza, ma non parla. Tira su con il naso, arricciandolo appena teneramente e strizza gli occhi, mordendosi le labbra.
«Ehi no, Diana va bene. Mi parlerai quando te la senti.» cerco di rassicurarla.
Mi tira più vicino a lei, stringe la mia mano tra le sue più piccole e ora il mio viso è accanto al suo, le nostre guance sono a contatto.
«Va tutto bene.» le ricordo.
E lei scoppia a piangere, senza preavviso, si rompe davanti ai miei occhi. Le sue lacrime scorrono anche sul mio viso e bruciano da matti.
Le spalle nude le tremano, quindi gliele avvolgo nel mio braccio e aumenta la stretta sulla mia mano.
«Diana.» le sussurro preoccupato. Non capisco cosa le sia accaduto per
essere giunta a queste condizioni.
«Ti faccio uscire dalla vasca.» le parlo, tento di farla concentrare sulla mia voce, ma lei continua a piangere.
La sollevo, trattenendola tra le braccia, mentre lei continua a stringere la mia mano tra le sue; la appoggio sul water.
«Diana puoi lasciarmi la mano, così ti metto l'accappatoio.» le parlo mobidamente, accucciandomi davanti a lei.
Diana cade nuovamente in quell'oblio di ricordi, bloccata nei suoi pensieri e non mi guarda più realmente.
Sospiro affranto e l'avvolgo nell'asciugamano (per quanto riesco con una mano).
Mi conforto, però, nel sentire la sua pelle calda e nel vedere le sue labbra aver assunto un colore rosato e non più violaceo.
La porto nel letto e mi distendo accanto a lei perché sta ancora trattendendo la mia mano tra le sue piccole e delicate, oppure perché forse sento un bisogno viscerale di stare a contatto con la sua pelle calda e morbida e di curarla.
La stringo a me e lei si ranicchia al mio petto, alla disperata ricerca di protezione e conforto. Mi si spezza il cuore.
«Ci sono io con te.» le sussurro e sto ricordando a me stesso che devo proteggerla e soprattutto devo curarla.
Diana solleva lentamente il viso pallido e non guarda oltre, guarda proprio me questa volta!
Osserva i miei occhi e studia a fondo il mio viso, che poi, indugiando con mani tremanti, racchiude tra di esse.
Accarezza la mia pelle, apprende con gli occhi ogni mio particolare e dopo aver schiuso la bocca scioccata, torna a piangere.
Questa volta Diana piange in un modo tutto suo, in un modo che è bellissimo.
Piange come il naufrago che scorge la terra isolata e disabitata, immersa nella tempesta. Piange di gioia, seppur consapevole della burrasca che imperversa attorno.
«Luke, sei qui.» Diana boccheggia scioccata quasi senza voce, immersa nella tempesta.
Io sono la sua terra.
«Sono qui. Non ti lascio, sono qui.» glielo ripeto sulla pelle, tento di tranquillizzarla e le accarezzo il viso.
«Non lasciarmi, ti scongiuro.» singhiozza.
Stringe la mia maglia tra le mani e si avvicina maggiormente al mio corpo.
«Non lasciarmi.» ripete.
«Non ti lascio.» glielo dico appoggiando le labbra al suo orecchio.
Mi distendo sulla schiena, accostandomi un poco alla testiera e la faccio appoggiare sul mio corpo.
E lei sta piangendo di gioia, nonostante la tempesta di disperazione la sovrasti, perché ha trovato la sua terra.
«Mi rimani solo te, Luke.» singhiozza con voce debole contro il mio collo.
Le accarezzo la nuca e le bacio le guance, il naso, la fronte, tentando disperatamente di placare il suo pianto.
Adesso la realtà mi colpisce e capisco.
Suo padre è morto.
Giustamente mi sento in colpa.
Anche Calum, però, un po' dovrebbe farlo.
In fondo la colpa è equamente divisa tra me e l'altro angelo.

a/n
giustamente immagino siate confuse dal finale, ma non preoccupatevi con il passare dei capitoli capirete. Al prossimo aggiornamento.🌹

Autophobia (Luke Hemmings)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora