Fortuna e Ricordi danzano insieme

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Asciugandomi velocemente le lacrime con il dorso della mano, raggiungo la Gumship in partenza. Tutti sono già dentro e il rombo dei motori in riscaldamento è assordante. Salgo anche io a bordo per la rampa di ferro.
< Dov'è Kairi? > Chiede Lily.
< Lei... Non lo sò... > Il portellone si chiude alle mie spalle, mentre, con quattro paia di occhi puntati addosso, cerco di formare una frase di senso compiuto < Ha detto che le dava fastidio stare così vicino alla navicella durante il lancio... ci saluterà da lontano quando saremo già in volo > Lea fà un cenno d'assenso, Chip e Dale tornano ai comandi, Lily però mi si affianca, l'unica che riesce ad avvertire che c'è qualcosa che non và. < Sicuro vada tutto bene? > Per la seconda volta in nemmeno un'ora, mi prende la mano. Sforzandomi, stringendogliela, penso di riuscire a sentire le solite farfalle che mi svolazzano nello stomaco. Ma è tutto così surreale.
La Gumship parte, si solleva da terra, l'acqua, la sabbia e le piante roteano in un vortice, che va scemandosi mano a mano che prendiamo quota.
< La strada che si è aperta conduce al Monte Olimpo >
< Monte Olimpo?! > L'affermazione di Chip riesce a squotermi dal mio stato catatonico < Intendete proprio quel Monte Olimpo? Quello degli Dei?! >
< Si > Lea è affacciato al finestrino e guarda Kairi. Sembra che ci stia salutando, ma io sò che sta soltanto smaniando per farci tornare giù e portarla con noi < Non si fanno vedere molto spesso, eccetto Ade > Un brivido freddo percorre le nostre schiene < E quindi è usato soprattutto per competizioni fra eroi greci >
Lily sta salutando Kairi, e potrei trovare questa scena molto comica, se non fossi spaventato dall'idea di un Dio degli Inferi e se non mi sentissi un escremento al pensiero di quello che ho fatto alla ragazza.
< Mi mancherà > dice Lily < È stato bello non essere trattata come una reliquia, ma come una normale amica >
< Sono sicuro che anche noi mancheremo a lei > Non faccio caso a quello che dico < Ma parlatemi di più di questa... Arena per eroi. Ade la frequenta così assiduamente? >
< Si diverte a combinare guai > Risponde Lea.
< Ma non è pericoloso? Insomma, non stiamo mica parlando di heartless! È un Dio! >
< Credo che, in caso dovessimo incontrarlo, ci toccherà affrontarlo. Motivo in più per sbrigarci a trovare la prossima serratura >
Mi sfrego le mani sulle braccia, in preda a un improvviso tremore. No, questo è davvero troppo. Per quanto un Keyblade sia potente, cosa può fare contro una divinità? Non credo affatto che questa gita finirà bene.
Una violenta turbolenza scuote la navicella.
< Exial, sorridi! Abbiamo esaurito tutto il carburante di riserva per il viaggio fino alle Isole del Destino, se adesso qualcuno di noi mette il muso, non riusciremo più a viaggiare > Vengo rimproverato da uno dei due piloti.
< Ma perché proprio un'astronave che va a sorrisi? Il petrolio, o qualsiasi altro combustibile non vi piaceva?! > Quasi mi trancio la lingua al secondo scossone.
< È una fonte di energia più pulita... >
< Sorridi e basta! >
Al rimprovero di Lily, smetto di polemizzare. Incrocio offeso le braccia, ma mi costringo ad assumere un'espressione gioiosa. < Spero almeno che il viaggio non duri troppo > Commento a mezza voce.
Per fortuna le mie preghiere trovano ascolto, perché dopo solo venti minuti, sento nuovamente la voce di lei: < È quello il Monte Olimpo? > Chiede, fra i due piloti, affacciata al parabrezza.
< Si, ora atterriamo > Rispondono all'unisono i gemelli.
Quello che Lily sta guardando è un enorme anfiteatro rettangolare, riempito di sabbia. È circondato da file e file di gradinate, ora vuote, e si vedono una manciata di guerrieri in allenamento, che combattono fra di loro o provano tecniche sotto la guida dei loro istruttori. L'ingresso è come quello di un antico tempio greco, con le colonne, le volte e il lungo portico.
Il nostro arrivo non passa inosservato. I soldati all'entrata, non appena avvistano l'aereonave, sfoderano le spade e si mettono in posizione di guardia. Qualche visitatore, probabilmente qui per assistere a una delle competizioni di cui parlava Lea, decide di rifugiarsi all'interno della struttura, mentre altri troppo curiosi rimangono a osservare la Gumship, a distanza di sicurezza. Il trambusto che viene a crearsi attira fuori dall'Arena anche alcuni combattenti, che assomigliano più a un ammasso di muscoli, peli e cipigli che a dei comuni esseri umani. Anche loro sembrano pronti a spezzarci le ossa.
Tutte queste osservazioni le faccio riparato dagli strati di acciaio che ci proteggono da quella probabile folla inferocita, e non ho la minima intenzione di abbandonare la sicurezza dell'astronave. Lea, tuttavia, non sembra d'accordo: sfodera Fiamma di Vita, lo poggia sulla spalla e fà cenno a Dale di tirare giù il portellone. Quell' idiota ha per caso intenzione di iniziare un massacro? Non mi unirò di certo alla sua follia.
Lea scende con tutta calma dall'abitacolo, sotto gli sguardi attoniti di tutti gli abitanti del Mondo qui presenti. Anzi, mi correggo: ciò che guardano con tanto d'occhi non è la sua persona, ma la sua arma.
< Un Possessore... >
< Non sono solo leggenda... >
< L'arma più potente dell'Universo... >
Sento i commenti scioccati e colpiti delle persone e vedo che tutti gli armati hanno perso la loro sfrontatezza. Lea si ferma proprio in mezzo la piazza antistante il colonnato e mi fa cenno di raggiungerlo; una guardia entra nell'Arena, dopo aver sussurrato qualcosa al suo compagno.
Anche io, uscendo dalla Gumship, evoco il mio Keyblade. Penso sia meglio mettere subito in chiaro le cose, non voglio certo che pensino di avere a che fare con un ragazzino qualunque, che segue passo passo Lea scodinzolando.
< Non è possibile... >
< DUE Keyblade! >
< Ma da dove sbucano? >
< Perché sono qui...? >
Ora va decisamente meglio, se non fosse che io e Lea siamo fermi come due idioti in mezzo a tutta questa gente.
Il soldato che si era allontanato torna di gran carriera, facendosi largo tra la folla che ci ha circondato, accompagnato da... scusatemi, ma non conosco il nome di questa... cosa. Dalla faccia suppongo sia un maschio, ma le mie conoscenze in materia terminano qui: è alto più o meno come un bambino di sei anni e altrettanto largo, dalla vita in giù è una capra (Si, con pelo rossastro, zoccoli e tutto il resto. No, non sto impazzendo e sò quello che vedo), è a torso nudo, uno spettacolo di cui avrei fatto volentieri a meno, dalla testa spuntano due corna caprine, e il ghigno scorbutico che ha dipinto sul viso è coronato da una barba incolta.
< Cosa diavolo succede qui? > La sua voce è aspra quanto la sua espressione, ma non attende risposta < E voi due chi sareste? No, no, no, non rispondete > Scuote la testa < Rogne, ecco cosa. L'ultima volta che ho visto quelli > Indica le nostre armi < Questo Mondo è stato invaso dagli heartless > Non si cura delle reazioni spaventate che suscita nelle persone intorno a noi. Vorremmo, o almeno io vorrei, riuscire a spiegare il perché della nostra visita, ma a quanto pare il... boh, non ha intenzione di smettere con il suo monologo: < Cosa volete? Un autografo da Hercole? Pavoneggiarvi nell'Arena? Raccogliere soldati per le vostre missioni suicide? Ho due parole per voi: Smammate-da-qui! > Solamente io ho notato quanto sia poco ferrato in matematica? Con la coda dell'occhio osservo Lea contare sulle dita. Questa situazione ha del ridicolo. Non che sia la prima volta.
Il nostro interlocutore si avvicina, agitando le corte braccia pelose. < Ho detto: SCIÒ > Devo mordermi la lingua per non ridere a questa scena, e vengo beccato dal tappetto < Per caso ti stai divertendo, ragazzino? Coraggio, fatti sotto! Filottete non se ne starà qui a farsi prendere in giro da te! > Alza i pugni e si mette in guardia, saltellando da una zampa all'altra < Cosa c'è? Hai paura? Eh? Eh? > Finta un destro e poi un sinistro, tutto concentrato, mentre io, l'altro Possessore e tutto il resto del pubblico, soldati compresi, lo guardiamo confusi.
< Ehi, Fill! Calmati, si può sapere cosa succede? >
Da dentro il Monte Olimpo esce un'altra figura, che si staglia su tutte le altre per stazza e fascino. È un uomo, sui ventisette anni, indossa una cotta di cuoio, dei gambali e dei sandali dello stesso materiale. I capelli sono tenuti indietro da una bandana e sulle sue spalle garrisce un mantello viola.
La folla si fionda addosso a lui come se volesse sommergerlo, nemmeno il muro creato dalle guardie riesce a fermarla, e il nuovo arrivato si ritrova circondato da persone adulanti ed esaltate, che fanno di tutto per toccarlo o bearsi solo per qualche secondo della sua vista.
< Hercole! Ti amo! >
< Insegnami a diventare forte come te! > Pregano i ragazzini.
< Sono il tuo più grande fan! >
L'uomo, che deve essere Hercole, sorride a tutti indistintamente, solleva sulle sue spalle sei bambini come fossero fuscelli, con una mano saluta il suo pubblico, mentre con l'altra si tiene il mantello, per evitare che qualche sfegatato lo porti via come souvenir. Un poco alla volta, senza spintonare, si fà strada nella calca e ci raggiunge. Un vuoto innaturale si forma attorno a noi quattro, i due Possessori, la mezza capra e il modello muscoloso; tutti, dai soldati ai normali cittandi, ci guardano.
< Fill... >
< Hercole, cosa ci fai qui?! > Esclama l'irritato ibrido < Ti avevo detto di riordinare lo stud... Cioè, di proseguire con i tuoi allenamenti > Si guarda intorno, inquietato dai tanti paia di occhi che osservano la scena < Fa niente. Aiutami a occuparmi di questi "invasori" >
< Non abbiamo fatto niente di male! > Sbotto, stanco di questa situazione demenziale < Siamo solo di passaggio per cercare la serratura di questo mondo > La mia uscita causa un bel pò di sguardi confusi fra il nostro pubblico, e Lea mi lancia un'occhiata della serie "Non sai mai quando stare zitto, eh?"
< Serratura? Non sappiamo niente di alcuna serratura > Ma dallo sguardo che Hercole gli scocca, capisco che Filottete non sta dicendo tutta la verità < E non vogliamo che Ade abbia un ulteriore motivo per rovinarci la giornata > Tutti i presenti, me compreso, rabbrividiscono. Cielo, se c'è davvero la possibilità di confrontarsi con il Dio degli Inferi, voglio concludere la faccenda il più presto possibile.
A prendere la parola è Hercole, con toni molto più calmi: < Sentite, credo sia meglio discuterne in privato, senza dare spettacolo qui fuori >
Filottete recupera un decente controllo di sé e comincia a fare strada verso l'interno dell'Arena. < Cosa avete da guardare voi altri?! > Sfoga la sua rabbia contro le persone assiepate all'ingresso < Aria! I combattimenti non sono ancora cominciati! Ercmene, Arismodeo, chiamate altri due per il cambio e venite a sorvegliare il mio ufficio. Non voglio essere disturbato, nemmeno se Zeus in persona volesse vedermi > Un tuono a ciel sereno rimbomba per la piazza e il portico < Beh... forse per Zeus potrei fare un'eccezione > Si corregge in fretta, in maniera servile < Ma ci siamo capiti >

Il ritorno del Keyblade [INTERROTTA. VERSIONE RIFINITA IN &quot;OBLIVION&quot;]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora