I giorni passano veloci, io e Kim eravamo sempre più affiatati, sempre più vicini e stavamo finendo con l'amarci. Non so bene come definirlo, forse karma, o forse semplicemente destino.
<devo parlarti di una cosa seria Haley>
Cosi mi disse quel giorno;
<dimmi>
Risposi. Eravamo al telefono, lui era nervoso come sempre, come gli ultimi giorni, io ero tranquilla e come sempre cercavo qualcosa da mangiare tra gli scaffali. "La mamma ci farà morire di fame", fu questo quello che pensai sorridendo mentre lui era serio, per una volta.
<vado via>
Invece mi disse da vicino.
<c-come vai via, cosa significa>
Chiesi in preda al panico. Non so bene cosa volesse significare, ma adesso lo so e fa male.
Erano i primi di Dicembre, si avvicinava il Natale; non mi ha mai entusiasmato l'idea di questa festa, l'ho sempre vista un po come ultima festa prima del cambiamento, ma avendo una persona al mio fianco, gli davo un po d'allegria, un peso in meno. Kim era distante gli ultimi giorni in cui eravamo insieme, distante, arrabbiato, in continua assenza.
Eravamo arrivati al punto di non parlarci neanche più, si finiva a litigare comunque, allora facevamo finta di nulla ogni volta e ad ogni suo <dove andiamo> io gli rispondevo <per me va bene>. Molte volte non mi andava bene per niente, ma dovevo far si che mi vedesse comunque col sorriso, qualcosa lo tormentava e volevo che almeno io gli facessi dimenticare di tutto.
Non ci riuscii. Non ci riuscii per niente. Quello che tormentava Kim iniziò a tormentare me.
<come? Andate via?>
Urlai a sua madre, mi sorrise e mi accarezzò una guancia.
<Haley tesoro, è un po per il bene di tutti>
Mi rispose calma. Il suo tono mi dava sui nervi, sembrava non volesse capire o forse capiva benissimo cosa stava facendo a me, Kim, Zack ma fingeva di non saperlo.
<lo fa solo per il suo bene signora Cooper>
Ho il panico e le lacrime cadono imperterrite, ma dalla sua espressione, io, non potevo cambiare le cose e me lo fece capire benissimo. Il giorno dopo mi presentai fuori casa sua, avevo una tuta larga e la sua felpa di football, mi vide in lontananza e sorrise quando mi avvicinai.
<hai la mia maglia>
Disse accarezzandomi un braccio.
<la rivuoi?>
Gli chiesi nostalgica, si limitò a dirmi di no scuotendo il capo ed io mi limitai a sorridere. Tornò da sua madre che quando mi vide mi accolse con un gran sorriso.
<sono felice che tu abbia capito>
Mi disse poi, non capivo per lei, capivo per Kim. Non lo facevo per lei, mi mostravo in forma per Kim, anche se questa messa in scena non durò a lungo.
Quando Kim andò via corsi a casa e piansi tanto, piansi fino a tardi, e il letto era diventato ormai un materasso ad acqua. Mi piaceva, infondo è sempre stato il mio sogno un materasso ad acqua.
È il 24 Gennaio e forse, sto cominciando a vivere.
Kim è partito per la Florida, 1801 km di distanza. È dovuto andar via per amor di sua madre; suo padre era di nuovo in città e lei per non rivederlo è dovuta partire, Kim gli era indifferente e Zack ricorda poco o niente, perché avrebbe dovuto andare laggiù lasciando tutto? Lavoro, amici, compagnia, famiglia, una vita.
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Haley Kate
Teen Fiction"Mi sembra stupido star dietro ad una persona che forse, nemmeno si accorge di te. Però ci provi, ed è questa la cosa bella, che non ti dai per vinto e ci provi." -Haley