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Due giorni dopo il disastro avvenuto, Alexandra doveva tornare al lavoro, e non si sentiva per nulla pronta. Dentro di sé aleggiavano un tumulto di emozioni, che a stento riusciva a controllare. Rabbia verso Ryan, paura di mostrarsi insieme a lui, agitazione, stress, ansia, e molte altre. Forse era per questo che appena alzata dal sedile dell'auto era corsa da Michael, per dirgli non sapeva neanche lei cosa. Era stata impulsiva, e ora si trovava davanti alla porta della stanza d'albergo in cui lui alloggiava, senza sapere cosa dirgli. In un primo momento aveva pensato di voltarsi e tornare indietro, anche se ormai aveva già bussato. Sentì la maniglia abbassarsi, per poi trovarsi davanti il suo migliore amico, che indossava dei pantaloncini e una canottiera messa in fretta e furia. Lo notava dal fatto che fosse rovescia, e soffocò a stento una risata.
-Che vuoi, donna?- dichiarò il ragazzo sbadigliando.

-Resti con me oggi a lavoro?- le parole le erano uscite di bocca da sole, e non aveva fatto in tempo a fermarle.

Michael sorrise.

-Per sta volta va bene, ma non farci l'abitudine, perché tra poco inizio a lavorare anche io-
-Bene, allora muoviti e preparati-

Il suo migliore amico parve come riscuotersi, e ritornò rapidamente all'interno della stanza, chiudendo la porta.

Alexa tornò indietro, ad aspettarlo in macchina.

Quando fu pronto andarono a prendersi un cappuccino da Starbucks, com'era abitudine di Michael, per fare una rapida colazione, e poi partire a tutto gas verso la palestra, a causa della lunga coda alla cassa che li aveva fatti ritardare.

Quando arrivarono erano terribilmente in ritardo, e la prima cosa che Alexa vide uscendo dalla macchina fu Ryan all'entrata della palestra. Aveva un'aria agitata, quasi spaventata, e si stava mangiando le unghie.
Appena la vide arrivare tirò su la testa di scatto, sorridendole, senza successo.
-Ciao. Di nuovo in ritardo vedo-

-Ciao.- rispose lei secca, superandolo ed entrando in palestra.

-Ciao Ryan- lo salutò allegramente Michael, raggiungendo la sua migliore amica.
L'attore era rimasto momentaneamente piantato al suo posto, impietrito di fronte alla presenza di quello che credeva il suo ragazzo. Avrebbe voluto dire tante di quelle cose ad Alexa, ma non poteva farlo se c'era anche lui. Di certo non si era aspettato che sarebbe venuto. A prima vista gli era sembrato il tipo di ragazzo perfetto per la lei
: arrogante e menefreghista. Anche se forse ora doveva rivedere le sue aspettative.

Dopo essersi cambiata, Alexandra uscì, andando a sedersi su una panchina, Michael immediatamente al suo fianco.

Ryan li raggiunse.

-Dunque, mi pagano per allenarti, quindi oggi si fa sul serio- disse lei, gelida.
-Non è che lo fai per quello che è successo l'altro giorno, vero?- l'attore si pentì immediatamente di aver pronunciato quelle parole. Se c'era un modo per peggiorare la situazione, era sicuramente quello.
Alexa esitò, e Michael si alzò in piedi, posizionandosi davanti a lei.
-In parte. Ora corri fino a che non ti fermo-

La ragazza si accomodò, gustandosi a pieno la scena di Ryan che correva fino a perdere il fiato. Appena iniziava a rallentare, lei lo incitava, dicendogli di correre, e di continuare. Mezz'ora dopo, Ryan era a terra, quasi svenuto. Michael era corso a portargli dell'acqua, aiutandolo, mentre Alexa, dopo aver mormorato un semplice "per oggi abbiamo finito", se ne era andata.
L'uomo era rimasto per la seconda volta lungo la giornata stupito dal presunto fidanzato della donna, che lo stava aiutando nonostante lo conoscesse a malapena.
Se non poteva parlare con lei, almeno ci avrebbe provato con lui.

-Grazie per l'aiuto- cominciò
-Non fa nulla, tranquillo- rispose l'altro scuotendo il capo, alzandosi e porgendogli la mano. Ryan l'afferrò sollevandosi, e andò ad accomodarsi su una panchina.
-Quindi sei il ragazzo di Alexandra?- non voleva fargli quella domanda. Dannazione.

Ora di certo lui avrebbe pensato che fosse geloso. Invece l'altro sorrise.

-In realtà siamo solo amici, ma se vuoi considerarci fidanzati, per me va bene-
L'attore restò interdetto. A quanto pare erano solo amici, forse migliori amici, e questo lo poteva di certo non lo infastidiva; anzi, ad Alexa serviva davvero qualcuno in grado di farla sorridere.
-Okay, dunque visto che la conosci...fa sempre così con chi non conosce bene?-
Michael rise

-Normalmente non è così antipatica, ma se ci pensi, in un certo senso ha ragione-
-Quindi quanto pensi che continuerà a farmi faticare in questo modo?-
Il ragazzo lo guardò, serio.

-Fidati, ha appena cominciato-


oKAY, Sono stanca

Into the storm»Ryan ReynoldsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora