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Avevo sempre pensato che il mio piú grande ostacolo fosse Gavriel, al punto da non riuscire nemmeno a pensare a lui senza cadere nel panico, ma mi sbagliavo.

Quando Eyghan aveva tentato di farmi tenere la lunghina di Elisir potrei giurare di aver sentito il mio cuore esplodere sotto al peso dell'angoscia, e le cose non erano migliorate.

Di comune accordo avevamo deciso di non avvicinarci a Gavriel fino a quando non avessimo scoperto a chi fosse intestato e dato che mia madre non aveva intenzione di collaborare supposi che sarebbe passato molto tempo.

Purtroppo Eyghan aveva notato la semplicità con cui Elisir riusciva a calmarmi, costatando che fosse meglio alternare i vari cavalli della scuola per controllare meglio le mie reazioni.

- Non sono sicura di poterlo fare. - affermo con voce tremante mentre il ragazzo davanti a me si accinge ad aprire uno dei tanti paddock, l'andaluso al suo interno alza la testa e ci osserva.

- Devi solo mettergli una lunghina intorno al collo e portarlo qui. - sbuffa Eyghan sentendomi ripetere quella frase per l'ennesima volta.

Lilbit continua a fissarci e nonostante abbia passato l'infanzia sulla sua groppa non riesco a rimanere tranquilla, il battito accellera e le gambe tremano.

Gavriel era riuscito a farmi dimenticare tutto nel giro di pochi secondi, mi aveva ridato la speranza di ricominciare, mi aveva fatta stare bene come un tempo.

Il cavallo grigio che ho di fronte riesce solo a rievocare nella mia mente ricordi contrastanti.

Mi avvicino incerta allungando la mano verso il suo naso, basterebbe un suo scatto per farmi perdere totalmente il controllo, ma Lilbit non accenna nessuno movimento nemmeno mentre faccio scorrere la lunghina sul suo collo facendola poi scivolare al di sopra della criniera. Afferro le estremità di essa con una mano e inizio a muovere piccoli passi.

Lilbit avanza lentamente, trascinandosi dietro tutti i suoi anni, la strada davanti a noi sembra allungarsi sempre di più mentre io trattengo il respiro e conto mentalmente.

Otto passi dopo sono pronta a lasciare tutto ed andarmene ma Eyghan mi fa un cenno di dissenso dall'altra parte della recinzione.

Mi costringo a riprendere tirando un pó il grigio che continua a trascinarsi dietro di me con aria stanca. - Per favore, per favore. - supplico sottovoce socchiudendo gli occhi.

Cerco di convincermi che tutto questo non ha senso, che portare a mano un cavallo non mi farà male, che quel giorno stavo facendo qualcosa mille volte più pericoloso.

Mi convinco che Eyghan mi ha chiesto questo perchè è giusto, perchè posso farlo, perchè non può succedermi niente.

Mi convinco che ha ragione, che posso farlo come ho sempre fatto prima, che niente è sprecato.

Ma il cancello è  lontano e il nodo allo stomaco troppo pesante, deglutisco più volte e mi trascino in avanti contro quella sensazione che mi opprime.

Ma il cancello è troppo lontano, ed io non ce la faccio.

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Scusate per l'immenso ritardo ma nel tentativo di aggiornare il cellulare non solo mi si è bloccato ma ha anche cancellato tutto.
Ho dovuto riscrivere tutta la storia, che in realtà avevo concluso, dall'ultimo capitolo che avevo pubblicato fino a metà circa e ci ho messo veramente un sacco😥

That imperfect horse. (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora