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La vecchia capezza di Gavriel oscilla sotto le mie dita, il cuoio è rovinato e la targhetta sul lato sbiadita. Ricordo il giorno in cui l'ho comprata e stento a credere che sia ancora qui nonostante la mia assenza.

Il chiavistello sulla finestrella del box è di nuovo di fronte me ma stavolta trasmette solo emozioni positive, lotto contro la ruggine e lo faccio scivolare via.

Entro lentamente cercando di non spaventare Gavriel e prestando attenzione ad ogni particolare, il cuore potrebbe esplodermi nel petto.

Piccoli granelli di polvere danzano sotto la luce che proviene dalle fessure del box mentre la paglia scricchiola piano sotto i miei passi.

Gavriel è immobile e mi osserva diffidente mentre mi avvicino al suo fianco, appoggio il palmo sulla spalla e sorrido al contatto con il suo mantello soffice.

Le fibbie della cavezza tintinnano mentre mentre la faccio scivolare sul suo muso ed il mio cuore smette di correre solo dopo averla allacciata.

Rimango ferma per qualche secondo, poi mi ritrovo a sorridere, perché la mia mente è un fiume di emozioni che non riesco a controllare.

Lo accarezzo piano perché non so nemmeno cosa fare, lo guardo e sono felice perché finalmente ce l'ho fatta, ho tolto uno di quei mille mattoni che costituiscono il muro che per anni mi hanno tenuta lontana da lui e finalmente mi sento più vicina, non mi importa di quanto dovrò lottare se per ogni piccolo passo in avanti, per quanto duro ed estenuante, posso ritrovare queste emozioni.

E se non si ricorda di me non importa, lui è qui con me, ed il suo sguardo è fiero come sempre, come l'ultima volta che l'ho incrociato.

Mi avvicino e lentamente passo il braccio sotto al suo collo in un piccolo e goffo abbraccio, il mondo si disperde e noi ricominciamo da qui.

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Scusatemi veramente tanto per questa lunga assenza ma avevo il computer in assistenza e di conseguenza non potevo accedere alla storia😅❤️

That imperfect horse. (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora