- Era solo il primo tentativo. - cerca di rassicurarmi Eyghan mentre ce ne stiamo scomposti sul sedile della sua auto.Ha gli occhi socchiusi ed è talmente pallido che posso vedere delle striature blu sotto la sua pelle. Guardo le sue dita che continuano a tremare sulle sue gambe e mi rendo conto di non averlo mai visto così scombussolato.
L'ho spaventato a morte.D'altro canto io non sto meglio, sono esausta e fatico a concentrarmi su quello faccio.
Rimaniamo un po' in silenzio a rimuginare su quello che è accaduto fino a quando non parla di nuovo.
- Con lui non ti succede vero?
- No - ammetto - Non così almeno.
Annuisce piano rigirando le chiavi tra le dita.Eyghan mi sta aiutando alla cieca, non ha idea di quale cosa io abbia effettivamente paura e finora ogni suo tentativo è stato vano.
- Non lo so nemmeno io - rispondo sapendo ciò che sta per chiedermi. - Stavamo provando un percorso ma avevamo poco impulso e difronte al quarto ostacolo ho perso il contatto con la bocca. Un disastro.. - affermo scuotendo piano il capo. - Gavriel ha scartato e sono scivolata di lato con il piede incastrato nella staffa.
Picchietto con le dita sull'anca malridotta mentre ricordo il dolore di quel giorno.
- La mia paura è giustificata per metà, ci sono cose di cui è giusto io la abbia, ma per altre non la capisco.
Mi volto e trovo Eyghan completamente immobile. Le sue mani non tremano più ma sono strette intorno alle chiavi con cui giocherellava poco prima, il torace, guidato dal suo respiro, si muove appena e i suoi occhi scuri sono puntati su di me. - È questo che é successo? - chiede serio.Affermo prontamente per poi esitare non appena lo vedo scendere e sbattere lo sportello.
È davvero successo questo?
Si, i miei genitori me l'hanno ripetuto così tante volte che non può essere altrimenti.
Inzio ad agitarmi mentre cerco di riportare alla mente le immagini di quell'avvenimento, quelle che ho sempre dato per scontato e che solo adesso so di non ricordare.
Sposto lo sguardo su Eyghan che adesso è in piedi vicino al mio sedile con le mani premute sul tetto, più lo guardo e più vorrei mi dicesse che ho ragione.
Ma la sua espressione comunica ben altro, così come le sue parole. - Avrei preferito mille volte vederti trascinare via con un piede nella staffa Dallas, mille e altre ancora.
Mi lascio ricadere sul sedile polveroso.
La mia mente è un fiume in piena, immagini che vorticano e pensieri che si accumulano, domande troppo difficili e risposte inadeguate. Il mio corpo affonda nella confusione mentre guardo il ragazzo dai capelli scuri che mi sta osservando, persa da qualche parte tra il desiderio di sapere e quello di non averlo mai incontrato.
STAI LEGGENDO
That imperfect horse. (Sospesa)
CasualeDopo un grave incidente che la portò ad abbandonare l'equitazione, Dallas si ritrova di fronte alla possibilità di poter ricominciare. Riuscirà a sopportare l'emozioni contrastanti che la sua vecchia passione scaturirà in lei? Ma soprattutto, riusci...