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Chloe

Eravamo sedute in due poltrone adiacenti all'entrata della villa di Bea che aveva organizzato una mega festa per i suoi vent'anni e Clara, quella sera, mi aveva chiesto con insistenza di non andare perché Beatrice non le era mai andata a genio, ma alla fine riuscii a convincerla anche se dopo ne pagai le conseguenze perché continuò a tenermi il broncio tutta la serata. Teneva il cellulare fra le mani e tra uno sbuffo e l'altro controllava l'ora ogni due secondi con la speranza che mezzanotte arrivasse in fretta così che sarebbe potuta tornare a casa. Aveva leggermente legato i capelli e un ciuffetto rosso le cadeva sugli occhi nascondendo quasi quanto fosse truccata bene, un vestitino nero decorato con dei brillantini le copriva il corpo facendo notare quanto fosse minuta e le faceva sembrare il seno più grande mentre i tacchi neri lucidi la rialzavano. E ovviamente non poteva non esserci l'immancabile rossetto corallo sulle piccole labbra.

«Dovresti smettere di guardare l'ora.» le presi il cellulare dalle mani. «Andiamo a ballare un po'!»

Clara con i suoi occhi chiari rivolse uno sguardo ai ragazzi che ballavano e poi osservò i suoi piedi. «Non credo di riuscire ad arrivare lì con queste scarpe.» arricciò le labbra. «Vai tu, io non scappo.» fece un mezzo sorriso.

Poggiai il gomito sul braccio della poltrona con un'aria un po' annoiata. Mi sarebbe piaciuto andare a ballare e scatenarmi ma non potevo lasciare la mia amica lì da sola e per giunta seccata perché l'avevo costretta a partecipare a quella festa. «Rimango con te. Anche a me fanno male queste scarpe.»

Per quella serata avevo optato per una maglia bianca a palloncino, un pantaloncino dello stesso colore, una giacca lunga nera per coprire le spalle dal fresco di quella serata, le scarpe con il tacco e avevo piastrato i capelli che lasciai cadere sulle mie spalle.

«Oh, ma sei proprio uno schianto oggi.» sospirò. «E questo trucco sugli occhi ti dà un non so che di sexy.» mi guardò e sorrise.

Lei, sempre così generosa con i complimenti. «Quindi non sei più arrabbiata con me!»

«Ehi, Valli!» mi diede uno schiaffetto sulla gamba. «Non posso dimenticare che mi hai portato in questa terribile ed odiosa festa di compleanno.»

Mi guardai intorno e la situazione non era una delle migliori, non erano nemmeno le 23 e c'erano già ragazzi completamente ubriachi che vomitavano da ogni singola parte dell'immenso giardino accompagnati da quelle smorfiose ragazze che circolavano in biancheria intima. Sì, la festa era completamente degenerata e di tutto questo Bea sembrava non essersene resa conto, infatti, non la vedevo da un po'.

Un tantino disgustata feci una smorfia con la bocca. «Hai ragione, Clara.»

Lei continuava a smanettare con quel cellulare dandomi l'impressione di non essersi minimamente accorta di quello che avevo detto, sorrideva mentre mandava quei messaggi e le dita non stavano mai ferme! Cliccavano lettere su lettere per poi formare una di quelle centinaia di frasi che nella vita pronunciamo spesso e a cui molte volte non diamo importanza. Quello era il problema. Davamo più importanza ad un messaggio che compariva sullo schermo di quell'aggeggio infernale e non ad una lettera scritta completamente con il cuore, senza nessuna emoticons che accompagnava il messaggio virtuale, anzi, al fianco della lettera un bel mazzo di fiori, uno di quelli che puoi prendere e annusarne l'odore mentre leggi delle parole d'amore. Probabilmente ero antica per la mia età, ma io, avrei sempre scelto il mazzo di fiori da poter toccare ad uno inviato su Whatsapp. «Chloe! Chloe!» scattò dalla sedia in un salto. «Antonio sta venendo qui! E' una cosa meravigliosa!...oddio...i capelli sono sistemati? E il trucco è sbavato? Dovrei andare in bagno a sistemarmi, sì!»

Mi alzai anche io e la guardai negli occhi accarezzandole il viso. «Sei bellissima Clara, non ti agitare inutilmente!» le sistemai il vestitino e le diedi un bacio sulla guancia.

OCCHI COLOR CIOCCOLATO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora