2.

467 158 67
                                    

Chloe

Il sole di Roma che filtrava dalla finestra di camera mia mi svegliò.                                     

Stropicciai gli occhi con delicatezza e guardai l'ora. Era tardissimo!

Mi sollevai velocemente e raggiunsi la porta aprendo uno spiraglio: Beatrice, meglio conosciuta come Bea, era già arrivata e chiacchierava con mamma. D'altronde, ogni mattina passava a prendermi per andare a scuola insieme. Fu lì che la conobbi il primo anno di liceo artistico, era simpatica e molto bella sia dentro che fuori. Un tipino, diciamo. Divenne da subito la mia migliore amica, proprio perché era diversa da me e si sa che gli opposti si attraggono. Aveva questo carattere duro, questo suo modo di fare così particolare, era così...ribelle! Esattamente come Davide!

Tutto mi ricordava lui. Dovevo smetterla di pensarci o almeno, avrei dovuto provarci.

Mi avviai verso il bagno. Una bella doccia mi avrebbe fatto più che bene.

Avevo bisogno di una scarica sul mio corpo, di qualcosa di diverso per una buona volta.

Accesi il lettore mp3, alzai il volume al massimo ed entrai in doccia. Volevo riuscire a non pensare a nulla, speravo che la musica alta potesse cancellare i miei pensieri al quanto pesanti. Ma nemmeno il tempo di uscire dalla doccia una frase mi colpì: Passano i giorni, cambiano i sogni ma tu rimani perché sei l'unica fame, l'unica sete che avrò. Era una delle mie canzoni preferite di Alex Baroni che avevo ascoltato chissà quante volte, eppure per la prima volta mi resi conto di quanto quella frase potesse descrivere i miei sentimenti verso Davide. Erano anni che desideravo quel ragazzo e non avevo mai provato ad ottenerlo, dovevo prendere una decisione: o lottare per l'unica cosa che negli ultimi quattro anni avevo veramente desiderato più di qualsiasi altra cosa in questo mondo innocente o provare a dimenticare, a non pensare, a sforzarmi di non sognare e a trovare il modo di alleviare il dolore di quell'amore non corrisposto. Prima o poi avrei preso una decisione...

«Bea! Sono pronta.» presi lo zaino e andai in cucina.

Si alzò dalla sedia. «Oh, anche per oggi ce l'hai fatta. Non so però se la prossima volta ti aspetterò ancora!» mi rimproverò.

Anche oggi era bellissima. Quasi un metro e settantacinque di ragazza dentro una felpa bianca e degli shorts blu elettrico che scoprivano le sue lunghe gambe.

«Dai, non lamentarti.» le sorrisi. «Potresti evitare di indossare queste scarpe alte. Come se fossi bassa e quindi puoi permetterti di metterle!» la presi in giro osservando i suoi stivaletti bianchi con il tacco.

«Ci vuole stile! Ecco, tu dovresti prendere esempio da me.» fece una smorfia. «Dovremmo passare un pomeriggio insieme e ti farei completamente nuova.»

Quasi la ignorai. Il suo era un bel consiglio per carità, ma eravamo diverse. Io mi piacevo con il mio filo di trucco, una maglia qualsiasi, dei jeans comodi e le immancabili Converse nonostante fossi alta meno di un metro e sessantacinque. Salutammo mia madre e ci incamminammo verso il liceo.

«Siamo in primavera e fa ancora fresco! Domani metterò assolutamente dei pantaloni lunghi.» borbottò.

Non la ascoltai..non lo feci di proposito, assolutamente! Una coppia aveva attirato la mia attenzione: seduti in un caffè, bevevano la loro cioccolata calda e si amavano. Mi venne un'improvvisa voglia di cioccolata calda; chissà da quanto non ne bevevo. Mi mancava, sentivo proprio il bisogno di berne una tazza, assaporare il sapore dolce del cioccolato caldo che poi mi avrebbe appannato gli occhiali da vista ma nonostante ciò, continuare ad osservare la bevanda perché mi ricordava troppo gli occhi di Davide, quegli occhi che non vedevo da un po' di tempo. «Grazie dell'attenzione, Chloe.» tolse gli occhiali da sole scoprendo i suoi occhi azzurri. «Ora tu mi dici cosa ti prende. E non mentirmi, sono giorni che hai quest'aria un po' persa.»
Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Le mani cominciarono a tremare. Questo era l'effetto che provavo al solo pensiero di Davide; osservai per qualche secondo il cielo un po' grigio di Roma. «L'altro giorno ho rivisto Davide..» iniziai a giocare con il mio elastico per i capelli, lei sbuffò. Davide non le era mai andato a genio forse perché aveva visto quanto dolore avevo provato in quegli anni. 

OCCHI COLOR CIOCCOLATO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora