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JACK'S POV

Il giorno dopo andai a consegnare il libro al signor Kenneth. Ripensavo ancora a quello che c'era scritto all'interno. Strano. Molto strano.

Passarono più di 3 mesi ed arrivò di nuovo il giorno del mio compleanno. Avevo completamente rimosso dalla mia mente ciò che avevo letto su quel libro e sinceramente stavo meglio riguardo la morte di Denise.

Compii 18 anni con una bellissima festa insieme alla mia famiglia e ai miei amici. Il giorno dopo Emma mi chiese di andare a pattinare al lago. Ed io ci andai volentieri.

Arrivati lì Emma mise i pattini e salì sulla lastra ghiacciata. Poi urlò:

<<Jack vieni qui!>>

<<Arrivo...>>

Vidi che stava per cadere, così mi gettai sotto di lei per non farle sbattere il sedere per terra...

<<Jack tutto bene?>>

Me lo chiese con un sorriso beffardo in volto.

<<Mai stato meglio sorellina!>>

Ero scalzo. Sul ghiaccio. Mi stavo gelando i piedi, anche se decisi di rimanere lì perchè mia sorella urlava che se mi sarei allontanato mi avrebbe ucciso.

Lasciamo perdere...

<<Jack...io ho paura!>>

<<No, non avere paura.... Ci....ci divertiremo un mondo invece!>>

<<Non è vero!>>

<<Sì che è vero! Facciamo così... Giochiamo a campana...>>

Vidi un bastone per terra e lo afferrai.

<<Uno....>>

feci un passo avanti, ma il ghiaccio iniziò a creparsi. Alzai lo sguardo e sorrisi a mia sorella.

<<Due....>>

Allungai il bastone e con uno scatto afferrai mia sorella per il busto e la scaraventai, letteralmente, dall'altra parte del lago, dove il ghiaccio era più solido.

<<Tre!>>

<<Jack sei grande!>>

All'improvviso mentre le sorridevo sentì un rumore di ghiaccio che si rompeva, poi il vuoto sotto di me e poi una voce...

<<Jack!>>

Poi più niente.

Aprì gli occhi e vidi una luce pallida, offuscata da qualcosa di molto spesso.
Ero sott'acqua. Iniziai a riemergere, spaccando delicatamente lo strato di ghiaccio che si era formato su di me. Misi i piedi per terra. Mi guardai un po' intorno. Sembrava tutto normale.

Ma perchè ero lì?

Mi misi una mano sulla fronte e solo allora mi accorsi, alzando gli occhi al cielo, che avevo i capelli bianchi. Guardai il mio riflesso nel ghiaccio. Avevo un mantello molto familiare, ero pallido, capelli bianchi e occhi azzurri.

Che strano.

Feci un giro per il villaggio e mi resi conto che nessuno poteva vedermi. Ero...un fantasma...ero morto. Incominciavo a ricordare qualcosa...come...la mia casa. Mi diressi verso di essa e mi affacciai alla finestra del piano superiore, sapendo volare.

Vidi una ragazzina di circa 10 anni, capelli castani, occhi marroni e una camicia da notte azzurra. Stava scrivendo qualcosa, credo un diario.

Finito di scrivere lo chiuse e mise un lucchetto. Lessi un nome sulla copertina

"Emma Overland Frost"

Ma...

<<EMMA!>>

urlai.

La ragazzina si girò di scatto, sussurrando.

<<Jack...?>>

Si avvicinò alla finestra, ma per mia fortuna non vide nessuno, perchè mi nascosi.
Per un pelo!

<<Aah, dovrei smettere di leggere libri sulle leggende. Jack è morto Emma, è morto. Fattene una ragione.>>

Andai a dormire su un ramo di un albero. Durante la notte sentii una voce maschile, molto profonda e giovane, chiamarmi.

<<Jack Frost.>>

<<Che...? Chi sei?>>

<<Sono io, Manny. L'uomo nella Luna.>>

<<L'uomo nella...luna? L'UOMO NELLA LUNA!! Sei tu!!>>

<<Sì Jack, però ora ascoltami. Va al polo nord. Ci troverai delle persone che ti aiuteranno.>>

<<Aspetta ma...>>

<<Il polo Jack, il polo.>>

<<Ehi...? Aspetta! Torna qui!>>

lo vidi volare via. Non ero riuscito a vedere il suo volto. Era avvolto da una luce troppo scintillante.

Feci come mi disse e mi diressi verso il polo nord.

Chissà se c'era davvero qualcuno che fosse disposto ad aiutarmi...

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