capitolo 8

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Erano appena entrati nel corridoio che dava alla cucina quando delle voci accese attirarono l'attenzione di Julia. Sembrarono per lo più delle grida. Julia vide Pascal mettersi una mano nei capelli facendo un gran sospiro. "Ci risiamo." Lei lo fissò perplessa, per poi avvicinarsi alla porta aperta e man mano si avvicinavano le voci si facevano sempre più alte. "Sei soltanto un incapace." Era la voce di una donna e sembrava furiosa. Si avvicinò ancora. "Io sarei un incapace? Tu sai a mal'appena fare una brodaglia commestibile." Poté riconoscere la voce di un uomo, anch'esso aveva un tono molto acceso. "Una brodaglia?" Gridò la donna. Stava ormai varcando la soglia, quando fu fermata dalla mano di Pascal sulla sua spalla. Improvvisamente, dalla cucina, ne uscì un piatto, probabilmente lanciato da qualcuno, che si scaraventò alla parete rompendosi in tanti cocci. Julia guardò a bocca aperta i frammenti del piatto. Stava per fare di nuovo un passo verso la soglia ma la presa di Pascal sulla sua spalla divenne più forte. "Non ancora." Disse solamente. "Sei completamente uscita di senno, donna? Potevi colpirmi in testa!" "Avrei fatto ben poco con un solo piatto, ma vedrò di provvedere." Sentì a mal appena delle voci indistinte che cercarono di fermare qualcuno, prima di sentire qualcosa di molto rumoroso per poi vedere uscire alla stessa velocità del piatto una pentola in rame, di medie dimensioni, scaraventarsi poi sul pavimento facendo un gran fracasso. " Adesso possiamo entrare." Pronunciò con disinvoltura Pascal passando davanti a un'allibita Julia. Si sentirono ancora diverse discutere, prima che Pascal si mettesse davanti alla soglia della cucina attirando la loro attenzione. "Vedo che qui va tutto a gonfie vele." Diverse voci gridarono il nome dell'uomo, vedendolo comparire. "C'e ne avete messo di tempo." Pronunciò un'altra voce maschile. "Finalmente sei arrivato, dimmi che avete trovato un governante." Questa sembrava la voce di una donna più giovane della prima. "Ovviamente. E' qui con me." Pascal le fece segno di avvicinarsi. Julia fu inizialmente titubante, temendo un'altra improvvisa uscita di qualche oggetto della cucina ma dallo sguardo rassicurante di Pascal si decise ad avvicinarsi. L'uomo le circondò le spalle con il suo braccio prima di presentarla agli altri. "Vi presento Julia Boivin, la nostra nuova governante." La prima cosa che Julia notò, a parte sei visi sorpresi rivolti a lei, fu il caos della cucina. Piatti rotti, sacchi sparsi in giro e sostanze di cibo, tra cui uova a giudicare dall'odore. Era davvero un disastro. Una donna dalle spalle larghe e robuste, sulla cinquantina dalla chioma nera con qualche capello grigio e occhi dal castano ambrato, si avvicinò a loro guardando Julia dalla testa ai piedi. "Stai scherzando, vero?" Domando a Pascal. "Non posso credere che il Duca si sia davvero convinto che una ragazzina possa essere considerata una governante." Julia alzò gli occhi, pensando a quanto quelle parole gli ricordassero quelle del Duca quando aveva saputo del suo ruolo come governante, inizialmente. Si avvicinò un'altra donna, sui quarant'anni  con i capelli castano scuro e occhi nocciola e la fissava, dubbiosa anche lei. "Questa notizia rende perplessa anche me, Pascal. Se è uno dei tuoi soliti scherzi io ..." "Accidenti, fate parlare il ragazzo." La interruppe un uomo alto e molto magro, con i capelli biondi sparsi anch'esso con diversi capelli grigi. "Siete peggio delle galline." "Come quelle che ti sei lasciato scappare tu, vuoi dire?" Pronunciò beffarda l'anziana donna. Sentendola, l'uomo si voltò verso di lei preparandosi a un altro battibecco. Dovette fermarsi all'intromissione di due giovani uomini dai visi identici, dedusse fossero gemelli, e distinti solo dal colore della loro capigliatura, uno bruno e l'altro biondo. Parlò per primo il bruno. "Padre, in questo momento una discussione è fuori luogo e inoltre non sta bene davanti ad una nuova arrivata." Il biondo si mise dietro al padre poggiando le mani abbronzate sulle spalle dell'uomo, avendo circa la stessa altezza dell'uomo. "Assolutamente." Poi un sorriso furbesco spuntò dalle sue labbra. "Non riuscirete mai in questo modo a conquistare una donna." Il viso del padre divenne rosso d'imbarazzo, per poi scostare le mani del figlio dalle sue spalle. "Cosa ti salta in mente di dire razza di fannulloni, buoni solo per fare stragi di cuore e non concludere mai niente. Non sono io a dovermi decidere a sposare, io ho già fatto il mio dovere avendo due figli come voi in un colpo solo. " Gridò stizzoso, sotto lo sguardo divertito dei figli. Julia poté notare, in tutto quel caos, una fanciulla seduta in uno sgabello a fissare il gruppo, divertita, senza pronunciare parola. Aveva dei lunghi capelli biondo miele e occhi castani, color del cioccolato. Dopo diversi secondi di baccano la voce di Pascal sovrastò le altre. "Silenzio." Urlò, come se si trovaste davanti ad un reggimento di soldati. Tutti s'interruppero, qualsiasi cosa stessero dicendo o compiendo, per poi voltarsi verso l'uomo. Quest'ultimo, dopo essersi assicurato di aver ottenuto l'attenzione di tutti, si decise a parlare. "Julia, anche se giovane, ha molto esperienza. A lavorato per il Conte Vumont per molti anni, siamo certi che farà un ottimo lavoro." Notando alcuni visi ancora dubbiosi, Julia si decise a farsi avanti e dire la sua. " Non ho una vasta esperienza come governante ma sono sempre stata al fianco della nostra a Parigi, nella residenza del Conte, e più di una volta ho dovuto sostituirla. Sono certa di essere una persona adatta per questo incarico e spero mi diate la possibilità di dimostrarvelo." I loro sguardi erano ancora incerti, ma almeno non erano più diffidenti come prima. Pascal batté le mani tra loro, volendo rompere il ghiaccio. "Bene. Direi che è arrivato il momento delle presentazioni." Si avvicinò all'anziana donna, dalle larghe spalle. "Lei è Carole, la nostra cuoca. Una fantastica cuoca." Volle precisare l'uomo, facendo ammorbidire i tratti del viso della donna facendola sorridere. "Oh, non vi fate incantare da questo giovanotto, siamo circondati da dongiovanni. E non fate caso alle parole di prima di quel vecchio caprone, conosco il mio mestiere e cucino magnificamente." Pronunciò la donna, dando un'occhiataccia all'uomo in questione che, sentendo le sue parole, la fulminò con lo sguardo. "A chi hai dato del vecchio caprone ..." "Lui è Roger e si occupa di nutrire e allevare gli animali della tenuta. Abbiamo diverse specie di animali, tra cui varie razze di cavalli." S'intromise Pascal, interrompendo l'uomo prima che potesse ricominciare un'altra discussione. "Ci sono davvero varie razze di Cavalli?" S'illuminò Julia. Adorava i cavalli e amava cavalcarli, anche se data la sua situazione non aveva avuto modo di cavalcarne uno da un bel po'. Tanti anni fa, suo padre si era messo in testa di acquistare un cavallo pensando fosse un buon investimento e Julia aveva avuto modo di imparare e cavalcare per diverso tempo, prima che l'animale fosse venduto. Da quell'esperienza aveva imparato ad amare quelle creature ma purtroppo dopo aver venduto il cavallo, non aveva avuto altre occasioni per cavalcare. Roger, sentendo la domanda di Julia, sorrise orgoglioso. "Sì,abbiamo un'enorme stalla con Purosangue inglese, Quarter Horses e l'orgoglio del Duca, un bellissimo cavallo Arabo dal manto nero, oltre cavalli per le carrozze e da passeggio. Modestamente sotto le mie cure, stanno dando il loro meglio. " L'altra donna, dagli occhi nocciola, rise di gusto. "Notevolmente modesta." E tra le risate del gruppo, si avvicinò a Julia presentandosi. "Io sono Corinne e cerco di rendere questo enorme castello pulito e in ordine con Angel." Pronunciò voltandosi verso la ragazza bionda che fece un timido sorriso, senza pronunciare ancora una sola parola. Julia fissò la donna, senza comprendere. "Non credo di aver compreso, ma penso che prima di tutto sia il caso di fare una breve riunione con tutte le cameriere, così da gestire bene i compiti." Ebbe un sospetto che la fece tremare, non appena vide lo sguardo incerto che Corinne e Angel si rivolsero. "Ecco , Julia." Provò a spiegarsi Corinne, incerta. "Ci siamo solo noi." Julia sgranò gli occhi sorpresa. "Siete solo in due a occuparvi della gestione del castello? Bè rimedieremo e contatteremo velocemente qualche ragazza del villaggio." Risolse in fretta Julia. "Non è esattamente così, dolcezza." Questa volta parlò uno dei gemelli, precisamnete il bruno. Julia si voltò verso di lui con un sopracciglio inarcato, sia per la frase sia per il vezzeggiativo inadatto. Notando la sua espressione, l'uomo sorrise. "Innanzitutto mi presento anch'io, mi chiamo Andrè." Si avvicinò anche il fratello biondo, anch'esso con un sorriso di chi era consapevole del proprio fascino, sulle labbra. "A questo punto manco solo io. Sono Vincent, è un piacere fare la vostra conoscenza." Entrambi fecero un elaborato inchino nei confronti di Julia, la quale la prese a ridere. "Bene, adesso che ci siamo presentati tutti, puoi spiegarti meglio?" Chiese Julia rivolgendosi ad Andrè. Quest'ultimo alzò la mano in un gesto disinvolto. "Bè non c'è molto da dire. Semplicemente siamo un po' a corto di personale." Julia alzò gli occhi, spazientita. "Questo mi era abbastanza chiaro e avevo già pensato di assumere altre ragazze." A quel punto Roger, spazientito, s'inoltrò nella conversazione. "accidenti, quel che intende dire e che siamo a corto di gente. Ci siamo solo noi." Sbottò. La ragazza non poté credere alle sue orecchie. Fissò Pascal, sperando negasse le parole dell'uomo. Quest'ultimo alzò le spalle in segno di scuse. "Purtroppo è cosi." Disse, rispondendo alla sua muta domanda. Non poteva crederci. Fissò gli altri. "Com'è possibile?" Volle sapere. La cuoca agitò le mani, in modo sbrigativo, cominciando a risistemare la cucina. "Adesso non abbiamo tempo per spiegare la situazione, vi basti sapere che oltre ad altri due valletti e uno stalliere e un giardiniere, ci siamo solo noi in questo castello." "Mancano anche degli stallieri?" Domandò, più sbalordita che mai, Julia ma la sua domanda non fu notata poiché Carole ricominciò a parlare, sovrastandola. "Adesso dobbiamo occuparci del guaio combinato da questo caprone." Informò riferendosi a Roger, che la fissò stizzito. "Io non ho combinato proprio un bel niente, donna. E' colpa di queste nuove modifiche al castello che mi hanno creato diversi problemi." Si difese. La donna, in risposta, fece un sorriso beffardo. "Come no, anche prima non riuscivi a gestire nemmeno te stesso, figuriamoci gestire delle bestie." A quel punto, prima che si potesse creare una nuova disputa tra i due, intervenne Pascal. "Che cosa è successo agli animali?" Roger sembrava a disagio, anche se continuava a mantenere il mento in alto e la cuoca non volle proferire parola. Fu Vincent a parlare per loro. "Alcune di loro sono riuscite a scappare dal recinto e ora vagano per tutta la residenza. Allo sguardo sbalordito di Julia e Pascal, ci fu un sospiro collettivo. "Quali animali?" Volle informarsi Julia, cominciando a sentire i primi sintomi di un'emicrania, anche se non ne aveva mai avuta una in vita sua e pensò che da quell'esperienza avrebbe imparato a riconoscerli. "Sono scappate tutte le galline, compreso il gallo, e i maiali." La informò Corinne, facendo gemere Julia. Non si aspettava certo quel tipo di responsabilità non appena arrivata. Fece un respiro profondo per poi ragionare sul da farsi e agire. "Bene, non abbiamo altro da fare se non riacchiappare gli animali e portali nei loro recinti. Da quanto sono scappati via?" Chiese a Roger. "Da, circa, mezz'ora." Julia assimilò l'informazione. "Non saranno molto lontani allora. Ci divideremo in un gruppi, così da controllare un maggior spazio e avere più possibilità di trovarli." Spiegò in un tono chiaro e fermo. Tutti annuirono senza pronunciare parola e Julia si rese conto di aver tutta la loro attenzione e ne approfitto per comunicare il suo compito in quel castello. "Sono una principiante ma sono pronto per questo incarico e preferisco lavorare in una squadra invece che da superiore. Sono sicura che riusciremo a raggiungere un equilibrio insieme." Diverse facce la fissarono perplesse, non sapendo ancora se fidarsi o meno. Doveva ricordasi che non era più a Parigi insieme a Madame Morel e gli altri dipendenti del Conte Vumont ma in un nuovo luogo e con gente diversa, con un passato alquanto complicato, sperando col tempo di riuscire a guadagnarsi la loro fiducia. Per ora avevano delle galline e maiali in fuga da riprendere.

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