Capitolo 9

1.7K 98 10
                                    

Dopo più di un'ora, riuscirono a radunare gli animali e a portarli ognuno nei propri recinti. Julia sospirò per la stanchezza, mentre camminava con Pascal verso il castello. Era esausta, non aveva avuto un attimo di respiro da quando aveva messo piede lì, aggiungendo le forti emozioni avute anche con il Duca. Si accigliò al solo pensare a quell'uomo. "Su Julia, sorridi, direi che è stato quasi divertente." La voce di Pascal fermò i suoi pensieri negativi, guardandolo ricambiando il suo sorriso. "Scusa Pascal, stavo solo pensando." Lui la fissò, attentamente. "Stavi pensando al Duca? André e Vincent affermano di averlo incrociato con te mentre rincorrevano il maiale. L'ho intravisto anch'io e stavo per spiegargli ciò che era successo ma è andato dritto per la sua strada, sembrava un toro scatenato." Rise lui. Julia non vedeva la cosa con altrettanta allegria. Il solo pensiero che la servitù potesse fraintendere qualcosa, la mise in imbarazzo e allo stesso tempo infuriare. "Sì, è passato di lì sentendo il fracasso." Disse con non curanza, guardando di fronte a se dove i gemelli e Angel camminavano a qualche metro di distanza da loro. Roger aveva preferito stare ancora un po' con i suoi animali per assicurarsi che nessuno si fosse ferito, mentre Carole e Corinne erano andate via poco prima per occuparsi della cena di quella sera, non prima di un altro battibecco tra la cuoca e Roger. Non poté trattenere una piccola risata, rivivendo con la mente l'episodio. Carole si era proposta per aiutare Roger a dar da mangiare agli animali, cominciando con le galline. Roger si era opposto deciso, affermando di non aver alcun bisogno di altri guai. La cuoca vedendo rosso, aveva lanciato un sacco pieno di orzo all'uomo. Doveva essere proprio un'abitudine, per loro. Erano cosi diversi da Madame Morel e Jonathan. Il sorriso improvvisamente scomparve, sostituendolo da uno più tirato. Chissà quando avrebbe avuto la possibilità di rivederli, non poté trattenersi dal domandarsi. "Perche quella faccia?" Si voltò verso il valletto, che in quel momento la guardava con sguardo solidale. "Hai già nostalgia di casa?" intuì. Lei abbassò il capo, non comprendendo in primis lei cosa veramente la rendesse triste. Sì, sentiva la mancanza della gente che conosceva da quando era piccola, ma comprendeva che era solo la minima parte che rendeva il suo morale poco allegro. Sentendo lo sguardo dell'uomo addosso dovette inventare qualcosa su due piedi per distrarlo da lei. Si voltò verso di lui con un sorriso che sperò sembrasse il più sincero possibile. "Oh, niente di che, solo una leggera stanchezza. Non vedo l'ora di occupare la mia nuova stanza e di farmi se possibile un bel bagno." Lui ricambiò il sorriso, prendendola per buone le sue parole. "Hai ragione, provvederò personalmente a portarti una vasca con dei secchi d'acqua calda." Si voltarono entrambi, sentendo ridere in modo rumoroso Vincent a una parola del gemello con Angel accanto a loro, sorridente anche lei. Julia fissò la ragazza, pensierosa, domandandosi se il suo mutismo era dovuto a quello che le era capitato o c'era semplicemente nata. Seguendo il suo sguardo, Pascal parlò. "Angel era una ragazza molto dolce e vivace. Quella che vedi è solo l'ombra della ragazza spensierata che era un tempo." La fissò e Julia intravide nel suo sguardo, rabbia e dolore. "Abusarono di lei?" Chiese esitante Julia e sperando dentro di se che lui negasse. Ma non ci volle molto per capire che la risposta non sarebbe stata quella desiderata. Pascal rallentò il passo, dando modo che nessuna delle parole che avrebbe pronunciato arrivasse all'orecchio del gruppetto e Julia seguì il suo passo. "L'abuso è stato solo un minimo di quel che l'anno fatto. Faceva parte della servitù e si occupava della cucina con Carole e alla madre. Uccisero quest'ultima, per il solo motivo di difendere la propria figlia. Come hai visto anche tu, Angel è una fanciulla attraente e difficilmente, con dei mostri del genere, avrebbe potuto salvarsi. Non sono entrati solo dentro il suo corpo ma anche dentro la sua anima rendendola fragile e frantumandone ciò che ne rimaneva. Il suo silenzio è stato un gesto di auto difesa, che col tempo è diventato qualcosa di difficile da controllare, per poi far parte di lei." Julia trattenne a stento un'imprecazione. Che siano dannati a vita, pensò sentendo una rabbia, unita al dolore, invadere il suo animo. Doveva esserci già abituata a ciò, ma la verità e che non si sarebbe mai abituata a una tale crudeltà, al piacere di far soffrire gente indifesa. "Pascal, mi avevi già detto prima che tutti voi avete subito atrocità di quell'uomo. Ma non immaginavo ..." Si fermò. Voleva sapere a cosa stava andando incontro ma era sempre più difficile fare il confronto con la realtà. Adesso nella sua mente, nelle immagini doveva vedeva gli abusi che quella gente aveva subito, vedeva dei volti. La realtà si faceva sempre più difficile da sostenere.

Lo Specchio dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora