EGOIST

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EGOIST

"Zayn non ti dico tutta la storia perché credo che debba essere lei a raccontarti tutto."

Niall mi aveva portato in soggiorno.
Mi aveva fatto sedere e stava preparando una tazza di thè sia per me che per lui.
Ero ancora scosso.
Lui sembrava così tranquillo. Scosso ma non come me.
Forse leggermente stressato, nervoso?

Fissavo un punto indefinito. 
Sentivo gli occhi secchi. 
La mia bocca socchiusa che cercava di dire qualche cosa ma non sapeva cosa.

Non riuscivo a capire cosa le era successo.

"Non è la prima volta che succede quindi se ti chiedi perché non sono così agitato è perché è da ben cinque anni che gli vengono questi attacchi di panico. Così lì abbiamo chiamati." Disse stringendosi nelle spalle.

Mettiamo da parte che legge nel pensiero- comunque sembrava fare fatica a parlare.
Guardava dentro la tazza come se cercasse le parole giuste da dire.
Ma io non riuscivo a capire.
Avevo così tante domande in testa che pulsavano.

Lei è una persona forte che sa affrontare qualsiasi cosa, no?

Volevo sapere di più.

"Niall perché le vengono insomma, sono frequenti? Io voglio capire qualche cosa! E Karol lo sa?" Dissi trasformando le mani in pugni.

Fece un sospiro scuotendo la testa.

"No Karol non lo sa e non lo deve sapere! Lo sappiamo io e mio fratello e nessun altro, beh ora anche te. Non so se parlartene o no. È lei che decide. Tu non ti preoccupare. Cerca di tranquillizzati anche se so che è difficile. Parlerò con lei e poi si vedrà. Zayn ti do un consiglio: rilassati, esci, fatti un giro, ti aiuterà! "

Prese il suo telefono digitando qualche cosa e poi ritornò a stringere la sua tazza con le mani.

Annuì alzandomi e andando a prendere la mia felpa lasciata in soggiorn


Lei eri lì, dormiva.
Così innocente.
Così forte ma allo stesso tempo così fragile come un vetro.

La fissai per un po', misi le scarpe e prima di andare raggiunsi Niall che era seduto su le sedie alte della penisola della cucina. 

Misi una mano sulla sua spalla in senso di conforto.

"Grazie Niall. Mi dispiace di essere partito in modo sbagliato, anche con te."

Non rispose ma annuì fissando il marmo bianco sotto di lui.

Andai verso la porta chiudendola.

Mi avviai verso il bar vicino.
Avevo il cappuccio della mia felpa grigia che mi nascondeva in quella giornata che sembrava potesse essere fantastica, invece era nuvolosa come la mia mente.
Ho sempre parlato ad Allie dei miei problemi e non l'ho mai ascoltata, non le ho mai chiesto se stava bene.
Che egoista ed egocentrico che sono stato.
Riuscivo solo a trattarla male.
Pensavo solo a me.
Mi veniva da piangere.
Volevo urlare al male di tornarsene da dove era venuto.
Ora dovevo pensare che la droga non è una soluzione per cancellare un po' quel dolore che si era creato dentro di me.
Ci risiamo: devo smetterla di essere egoista!

Camminavo lentamente.
Non avevo voglia di ascoltare musica ma lei è come la mia migliore amica.
Mi fermai estraendo le cuffiette collegandole al telefono.
Volevo che il suono forte della musica sovrapponesse il rumore dei miei pensieri.

Guardo le poche persone intorno a me: c'è una bambina con la madre che le tiene la mano.
Si vede la luce nei suoi occhi azzurri come quella di ogni bambino che vuole scoprire il Mondo ancora sconosciuto per loro. La madre mentre cammina rivolge uno sguardo dolce alla sua creatura.
Lei come altre madri ha il compito di proteggere sua figlia dalla crudeltà del Mondo.

Vorrei tornare bambino per non incontrare i problemi della vita, della società.

Before you leave me ||Liam Payne||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora