Capitolo 2

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Il giorno  dopo

Picchetto la penna contro il banco quasi nevroticamente. Stiamo facendo delle espressioni e sinceramente la non riuscita di un calcolo mi manda in pappa il cervello.

Sento la porta aprirsi con un lieve rumore.

Alzo lo sguardo per vedere chi è e noto un ragazzo piuttosto alto, dai tipici tratti mediterranei fare capolino dall'uscio.
Ha dei baffetti e un pizzetto che gli incorniciano le labbra perfette che hanno ai lati delle fossette.

Il professore si gira verso la porta e fa un sorriso mentre posa gli occhiali sulla cattedra.

Prof : Ignazio Boschetto, se non erro ti trovi al quinto. E a pienissimi voti, per giunta. Cosa ti porta qui ?

Ignazio : La professoressa di latino è assente e così mi hanno spedito qui.

Prof : Bene, così rivedi tutto quello che abbiamo fatto.

Ignazio : Preferirei dimenticarlo.

Prof : Va a sederti va' ! C'è un posto libero vicino Giulia.

Dice il professore prima di indicarmi con il capo.

Ignazio fa un sorriso e viene a sedersi.

Prende il libro di storia e inizia a leggere mentre io finisco gli esercizi.

Poiché manca poco alla fine dell'ora il prof ci autorizza a parlare, purché sia a bassa voce.

Ignazio : Allora Bedda, ti piace questa scuola ?

Mi chiede rimettendo il libro nella cartella.

Giulia : Molto

Gli rispondo rossa in viso.  È davvero bello, ha gli occhi con un taglio piuttosto particolare e sono di un marrone stupendo, ci affoghi.

Ignazio : Ne sono felice.

Alla fine ci ritroviamo a parlare del più e del meno.

Ho scoperto che è siciliano, più precisamente marsalese. Fa diciotto anni tra quasi tre settimane, ama la lirica e il pop e il suo colore preferito è l'arancione.

Di me ha saputo che sono solo al primo anno, anche se a detta sua sembro una del terzo. Sono tiburtina, amo il pop e la lirica come lui, anche se non nascondo che mi riempio anche di canzoni Disney e il mio colore preferito è l'azzurro. O il blu. Dipende dall'umore e la situazione.

La campanella arriva ,a mio avviso, troppo in fretta e così Ignazio mi saluta e va via dall'aula.

Io intanto sono rimasta imbambolata a guardare la porta con un sorriso ebete sul volto e un paio di occhi scuri nella mente.

La paura che ho di perderti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora