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Wow, sono riuscita giusto in tempo a salire sull'autobus. Con ancora il fiatone mi guardo intorno e tutti gli occhi della gente sono puntati su di me. Odio quando la gente mi fissa. Capisco se fossi Cara Delevigne o Selena Gomez ma purtroppo non lo sono.

Finalmente vedo un volto famigliare.
"Ciao Ginny" dice Marianna. Lei è una ragazza molto simpatica, che ho conosciuto l'anno scorso siccome facciamo tutte e due la stessa scuola.
"ehi" gli rispondo.
"Sai ho visto quando correvi", be si, credo l'abbiano visto tutti, "eri super veloce, come Bolt". Io la guardo e scoppiamo a ridere perché sappiamo entrambe che io e la corsa non stiamo nella stessa frase.

Sento qualcuno che ci saluta così alziamo lo sguardo e ci accorgiamo che di nuovo, le persone ci stanno guardando perché stiamo quasi urlando dalle risate; in mia discolpa, noi parliamo normale, sono gli altri qui presenti sul bus che sembrano delle anime morte come quelle di Harry Potter, così la nostra voce sembra più forte.

Evviva, prima figura di merda della giornata. Noi rispondiamo in coro "ciao Nicola". Lui è un ragazzo molto simpatico che alle elementari era a scuola mia e quando mi vedeva scappava da me, ma io so, che lo faceva perché in fondo mi adorava; poi non l'ho più visto fino alla prima superiore dove ci siamo ritrovati in classe insieme. All'inizio non si ricordava di me ma essendo nella stessa classe e vicini di casa, siamo diventati ottimi amici.

Purtroppo con lui ci sono Lisa e Maria. Quelle due non le sopporto. Prima stavo sempre con loro, ma adesso mi sono resa conto di quanto siano delle persone false, soprattutto con se stesse. Prima ti sostengono, ti fanno i complimenti, stanno sempre con te e poi, ti parlano alle spalle dicendo quanto gli stai sul cavolo... Per questo motivo mi sono allontanata da loro; qualche volta parlo con loro due, anche se, solo di scuola.

Mentre gli altri stanno ascoltando la musica facendosi gli affari propri, chiedo a Marianna: "beh, con la tua nuova classe come ti trovi, ci sono dei ragazzi carini?"
"Si dai, i miei nuovi compagni di classe sono simpatici e pazzi" dice mettendosi a ridere, poi continua, " e riguardo ai ragazzi carini... Non ci sono, e poi sono più piccoli. E a me non piacciono quelli più piccoli di me, già quelli della mia età per la maggior parte sono dei cretini".

Io senza pensarci un secondo, faccio molto lentamente su e giù con la testa per annuire su quanto certi ragazzi siano dei deficienti.

Per fortuna dove abito non è molto distante dalla nostra scuola così arriviamo in dieci minuti.

Entro in classe. Devo dire che fa proprio schifo quest'aula; è larga e corta, ci sono solo due file di banchi quindi se vuoi metterti in fondo nell'angolo vicino al muro per chiacchierare o copiare i compiti, non puoi.

"Ciao" dice Tara prolungando la lettera finale e abbracciandomi.
Adoro quando fa così, mi piace un sacco quando qualcuno ti abbraccia, anche senza un motivo preciso.

Parliamo del più e del meno. Fortuna che c'è lei perché mi sta molto simpatica e ci capiamo benissimo, anche solo con uno sguardo; anche se lei è più grande di me, certe volte ci scambiano per sorelle e noi ci divertiamo molto a fingere infatti, una volta ci siamo vestite uguali e non vi dico come la gente ci guardava. Quel giorno abbiamo riso come delle matte. Ma non facciamo solo quello perché quando sto male, lei c'è sempre per me.

Ad un certo punto mi chiede:"sai qual'è la novità?" Io ci penso ma non mi viene in mente niente a parte che il professore di scienze finalmente si è sposato, dopo che continuava a provarci con la professoressa di storia.
"Ehm no, cosa è successo?"
"Tra un paio di giorni arriverà un nuovo studente in classe nostra!!" esclama lei.
"Aspetta" dico, " la domanda importante è:" maschio o femmina. Sai, per essere sicuri. In classe siamo già fin troppo femmine e non è una bella cosa specialmente quando abbiamo le nostre cose..."

Lei mi rassicura, dicendo che è un ragazzo. Dopo di che continua a parlare. Sinceramente non ascolto molto quello che dice perché continuo a pensare al ragazzo nuovo facendomi tantissimi film mentali: sarà bellissimo e simpatico, si innamorerà di me e farò invidia a quelle più grandi che mi prendono sempre in giro e... Non succederà mai!

La lezione comincia e come al solito è noiosissima. Per quanto i Romani siano interessanti mi stanno stufando, è dalle elementari che li facciamo; così ad un certo punto della lezione mente sto guardando la professoressa facendo
finta di ascoltarla mi perdo nei miei pensieri o dovrei dire in Ginnylandia.

"Stone!" Mi chiama la professoressa di storia dell'arte che per qualche ragione nell'universo c'è l'ha con me.
"Ehm, sì?" Dico un po titubante sperando che non mi chieda niente, ma siccome non sono una persona fortunata mi dice di rispondere ad una domanda che nemmeno l'insegnante più bravo di questo mondo  riuscirebbe a dare una risposta.

"Allora" comincio a dire allungando la lettera finale in modo da guadagnare qualche secondo in più ma grazie al cielo, interviene la secchiona della classe rispondendo correttamente e così la professoressa in qualche modo si dimentica di me.
Beh, molte persone lo fanno...

Dopo un po' ritorno ai miei pensieri o dovrei dire ad una persona. Lorenzo.

Quando penso a lui sono sia triste che felice perché quando lo incontro non riesco a non fissarlo e poi mi si stampa in faccia quel sorriso a trentadue denti che non riesco a togliere. Allo stesso tempo però, è brutto rivederlo perché mi ricorda quando era in classe mia e soprattutto quanto eravamo uniti. Forse eravamo più che amici. FORSE. Odio questa parola: non è né un si né un no, è una via di mezzo che lascia le cose in sospeso.

Drinnn, suona la campanella, questo significa che adesso abbiamo matematica quindi dovrò sforzarmi di stare attenta per capire almeno un terzo di quello che dice la professoressa.

Il mio migliore momentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora