Suona la sveglia. Che palle! Si ricomincia. I compiti. I professori. I compagni... Ogni cosa. Si riprende la solita routine.Cerco di prepararmi molto velocemente così magari riesco a prendere per un volta l'autobus senza correre.
Ieri ,quando sono tornata a casa, mia mamma non mi ha detto niente per tutta la sera, mi guardava e basta con il suo sguardo pietrificante. Peggio di medusa. Così sono andata in camera mia e ho cantato tantissimo fino a tardi. A volte ho quei momenti che spaccherei tutto e per non combinare altri guai, mi metto al piano e canto. Aiuta a rilassarmi.
Mentre sono nell'autobus guardo fuori dal grande finestrino laterale e faccio finta di ascoltare Maria e Lisa. Non le sopporto, non sono cattive ma sono tanto ingenue, per loro il mondo è tutto rosa con gli arcobaleni e gli unicorni. Siamo alle superiori, per la miseria. Siamo nella realtà. Qui non c'è niente di dolce. Al massimo qualche merendina con il cioccolato alle macchinette.
Arrivate a scuola le salute e me ne vado per i cavoli miei. Spero di non incontrare persone che non vorrei vedere soprattutto dopo quello che è successo sabato scorso.
Mentre sono nell'atrio, guardo la grande bacheca azzurra per vedere se ci sono dei numeri di telefono di persone che potrebbero darmi ripetizioni di matematica dato che non ci capisco niente. Prendo numeri a caso e mi giro per andare in classe quando sento un "ahia".
"Scusa, non ti avevo visto, mi dispiace." Mi giro di scatto ed era meglio se non lo facevo.
"Tranquilla non fa niente. Come stai? Ho saputo dell'incidente" dice Lorenzo sorridendo con quel suo bel sorriso che splende e io suoi occhi e... stop. Ricordati sabato alla festa!!
"Ehm si sto meglio grazie. Ora devo andare in classe. Ciao". E me ne vado anche se sarei restata lì con lui, solo per guardarlo.
Entro in aula e come al solito sembra che nessuno si sia accorto della mia assenza negli ultimi giorni. I miei compagni di classe non mi salutano neanche.
"Ciao Ginny!!. Non vedevo l'ora che tornassi. Senza di te in classe è noiosissimo. Non rido mai !"dice Tara tutta contenta. Almeno una persona si è accorta del mio ritorno.
"Ehi" rispondo in tono normale e con un mezzo sorriso. Me ne sarei stata volentieri a casa. Qui si fanno sempre le solite cose, anzi quando si fa al liceo le giornate sono sempre tutte uguali: ti alzi molto presto, ti prepari velocemente per prendere il bus ma soprattutto ti prepari mentalmente per affrontare una giornata di scuola piena di verifiche ed interrogazioni.
L'ora successiva mi sembra non passare e per fortuna finalmente suona la campanella. Adesso ho lezione di disegno e come esercizio dobbiamo andare in giro per la scuola e cercare un oggetto che ci rappresenti al meglio per poi raffigurarlo. Io e Tara decidiamo di cercarlo insieme. Giusto per non girare da sole per scuola. Non si sa mai chi si potrebbe incontrare.
Andiamo in cortile dove c'è una parete piena di murales e mentre osservo i disegni, trovo quello che fa al caso mio. In un angolino c'è una bussola tutta nera con i segni cardinali ben marcati di rosso. Ognuno indica un diverso sentimento: amicizia, amore, paura e coraggio mentre all'interno della bussola è raffigurata una ragazza. Lei è sola. Intorno a lei non c'è niente. È come se fosse dispersa, come se dovesse decidere cosa scegliere tra questi quattro sentimenti e la bussola è circondata da un acchiappa sogni tutto colorato...
Questo murales ha un contro senso. È come se dicesse che molte persone guardano la superficialità degli altri. All'esterno infatti c'è un acchiappa sogni tutto colorato e bello, però all'interno, la ragazza si sente sola e non sa dove andare, che decisioni prendere. Mi piace questo dipinto. È complicato e strano, proprio come me.
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Il mio migliore momento
RomanceGinevra è una ragazza come tante: timida,sensibile,sognatrice e amante della musica. Tutto sembra andare finalmente nel verso giusto fino a quando non incontra Matteo. Lui è il classico ragazzo menefreghista, non gli importa di niente e di nessuno...