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Ormai è passata una settimana dall'incidente e finalmente sono tornata a casa. Purtroppo dovrò portare il gesso per altre due settimane.
Evviva.
La cosa brutta, oltre a questa, è che devo recuperare tutti i compiti. In questi sette giorni è stato molto difficile  fare finta che tutto andasse bene. Quando le mie amiche venivano a trovarmi dopo scuola, erano gli unici momenti che parlavo e che riuscivo a ridere per un momento. Anche se corto. Mi raccontavano della scuola e di altre cose varie. Non riuscivo molto a seguirle. Non mi sentivo a mio agio, per la prima volta, insieme a loro. Troppa felicità, nuove emozioni, amore... Tutte cose che non ho mai provato e che non proverò mai.

L'unica cosa che voglio, è starmene da sola, senza nessuno intorno. Nessuno che ti parli di quanto sia meravigliosa la sua vita : che ha conosciuto nuove persone e guarda caso, tra di loro, ha trovato il fidanzato. Senza qualcuno che ti dica e ti racconti dei suoi tanti amici e che ogni fine settimana vanno a feste divertendosi un mondo. Per quanto io abbia visto film romantici, letto romanzi e provato quelle sensazioni che solo a leggerle mi mettevano gioia , mi facevano sperare nell'amore e che alla fine ogni  cosa si può risolvere, main realtà, non ho la minima idea di cosa si provi veramente.

Ma soprattutto voglio stare lontano da tutte le persone false. Sono stanca di loro. Prima, sono tutti amici e poi quando trovano qualcuno meglio di te, se ne vanno. Mi fanno sentire inutile. È per questo che faccio fatica a relazionarmi con gli altri. Non so mai davvero se vogliono essere i miei amici perché gli sto simpatica o perché non hanno nessun altro, per il momento. Dopo un po' è frustrante. Ti senti sola contro gli altri e speri che le cose vadano meglio, ma non è così. Quelli che ti hanno abbandonato, gli vedi passeggiare tutti insieme felici, mentre te sei solo , e pensi a cosa hai sbagliato.

Ho bisogno di staccare la testa da tutto. Vorrei essere invisibile. Almeno non dovrei fingere di stare bene.
È più facile dire che tutto va nel verso giusto perché se dici che stai male dovresti raccontare quello che ti succede ma tanto, le persone non capirebbero perché per quanto si possa conoscere una persona, non la si conoscerà mai fino in fondo.

Dato che ricomincio scuola tra due giorni, decido di andare in paese a prendermi il gelato e di andare al parco. Beh è questo quello che ho detto a mia mamma. In verità voglio andare nel bosco, per due motivi: uno, per fare un giretto in tranquillità ed alla natura; Ho voglia di aria fresca dopo un'intera settimana chiusa in quattro mura e due, perché non ho mai smesso di pensare al ragazzo misterioso. Magari è anche carino e diventiamo amici e... no impossibile. Sono Ginevra Stone, una ragazza perseguitata da fin troppi anni di sfiga.

Sono le tre del pomeriggio, ed è una bella giornata, solo riguardo al tempo però, non fa molto freddo così decido di mettermi dei jeans strappati sulle ginocchia, una felpa nera molto larga da far passare il mio braccio ingessato, il giubbetto in jeans che adoro ed infine metto le vans. Non mi trucco neanche un po'. Odio mettermi il trucco, certe volte vorrei andare in giro struccata, fregandomene  di quello che pensano gli altri. Vorrei tanto sapere cosa si prova a strofinarsi gli occhi mentre si è a scuola, senza la preoccupazione che il mascara mi finisca sotto gli occhi facendomi sembrare un panda. In dieci minuti sono pronta. Wow tempo record. Di solito sono un bradipo.

Esco di casa ed ascolto della musica. Secondo me, è tutto più bello quando c'è la musica. In qualche modo non ti fa sentire solo, anche quando lo sei veramente ed è come se il mondo prendesse un'altra prospettiva, una diversa, migliore. Mentre cammino nel bosco, mi osservo intorno cercando di non calpestare qualcosa per poi cadere. Per fortuna qui c'è abbastanza ombra, qualche volta alzando gli occhi al cielo intravedo dei raggi di sole in mezzo ai rami degli arbusti, questi alberi sono talmente grandi che intorno a me non vedo niente. Solo cespugli e strade con piccoli sassolini e terra fangosa dato che ieri ha piovuto.

In questo momento mi sento molto piccola e rinchiusa in una gabbia di cristallo. Ecco, sono come l'omino che c'è dentro le palle di vetro di Natale. Le guardi, le osservi attentamente per vedere come sono fatte, poi le scuoti per creare confusione, una bufera di neve dove non si riesce a vedere niente ed alla fine della tempesta, tutto si calma, ritorna uguale a prima, niente è cambiato a parte qualche granellino. Ma niente di che. E poi si ripete tutto, di nuovo.

Ormai sto passeggiando da un bel po'. Non so neanche più dove sono. Mi sono persa nei miei casini. Sono un disastro. Continuo a fare tanti pasticci uno dietro l'altro. Mentre cammino sperando di trovare la strada per tornare indietro, osservo su un albero un'incisione. C'è un cuore con dentro la lettera L... E subito mi viene in mente lui. Possibile che ovunque vada penso sempre a Lorenzo?!. Non può dipendere da lui se una giornata è bella perché mi parla o se è brutta perché non si accorge che lo sto fissando sperando in un suo sguardo. Cavolo sono proprio stupida. Continuo a stare male per lui. La cosa peggiore è che non gli importa niente. Non l'ho mai capito. Forse io non mi sono mai capita. Sono solo innamorata dell'idea che l'amore guarisca ogni ferita, che quando stai con qualcuno, dopo non ci si sente soli. Ma non ha senso stare insieme per riempire un vuoto. Magari sto meglio da sola. A volte è meglio soli che male accompagnati, no?

Dopo questi discorsi mentali, mi blocco di scatto. Vedo davanti a me due giganteschi alberi che si incrociano lasciando uno spazio al centro per passare. Una sorta di passaggio segreto. Ok, guardo troppa televisione ma in questo momento mi sento la protagonista di un film di avventura. Decido di passare attraverso questi due alberi. Noto che c'è un grande cespuglio che potrebbe essere un ostacolo per me. Beh non mi fermerà, sono troppo curiosa di vedere cosa c'è dall'altra parte. E quello che trovo è stupendo. Non avevo mai visto un posto così. Mai. C'è un gigantesco prato dove intravedo dell'acqua. Mi avvicino per vedere da dove proviene e resto a bocca aperta da quello che vedo. C'è un piccolo torrente dove l'acqua si infrange in una piccola cascata e poi continua a scorrere, vorrei vedere dove va a finire. Noto che vicino al fiume c'è una stradina. Sembra fatta da qualcuno, apposta per andare in un posto ancora più nascosto. Strano, perché qui non vedo nessuno e non credo che ci venga della gente. Decido di percorrerla. E quando arrivo alla fine, resto sbalordita.

Ci sono delle rocce enormi messe a cerchio e dove passa l'acqua formano un laghetto e tutto è circondato da degli alberi, ma diversi da quelli del bosco. Questi sono più piccoli e sottili.
Salgo sulla roccia più grande e mi siedo. Wow, questo posto è meraviglioso. Si sta benissimo. Credo verrò più spesso qua. Tutto questo non sembra neanche reale. C'è molta tranquillità, nessuno che ti disturba nessun rumore. Si sente solo l'acqua che scorre. Mi sdraio sulla roccia e rimetto le cuffiette ascoltando nuvole bianche di Einaudi e così mi addormento con il sole caldo sulla mia pelle.

Sento provenire uno strano suono dalle mie cuffiette, è diverso dalle canzoni che ascolto ed infatti quando guardo il telefono vedo cinque chiamate perse da mamma. Cavolo sono già le sei. Ho perso la condizione del tempo. Sarà preoccupatissima! Decido di mandarle un messaggio dicendole che sto arrivando, non voglio chiamarla se no comincia a gridare e a diventare isterica. Prima di andare, però, incido sulla roccia l' iniziale del mio nome. So che può sembrare una cosa stupida ma sento che da qui inizierà qualcosa di nuovo. Da oggi in poi questo sarà il mio posto segreto dove verrò quando avrò bisogno di pensare e rilassarmi. Sarà solo mio. Nessuno saprà mai l'esistenza di questo luogo.

Il mio migliore momentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora