stay.

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"But I don't need you and you should know that, baby
It'd take a miracle for you to really try and change me
And I feel sorry for the look on your face
So I stayed, stayed"

Questi giorni sono passati lentamente. Da quando sono a casa in convalescenza il tempo si è come fermato. Ogni giorno uguale all'altro. Mi alzo alle 10, scendo per bere un tè e rimango sul divano fino a mezzogiorno a guardare la tv. Mamma ha preso tutta la settimana permessi di qualche ora in modo da tornare a casa per prepararmi qualcosa di caldo per pranzo. Il secondo giorno ho provato a dirle che posso cucinarmi da sola, ma appena mi sono alzata dal divano il mal di testa è arrivato a livelli impressionanti e non ho avuto la forza di rimanere in piedi.
Scrollo i vestiti sulle gruccie e cerco qualcosa da indossare. Tolgo l'accappatoio e infilo un maglione nero e un paio di boyfriend jeans.
Louis mi passa a prendere con la sua Range. Ne ha una bianca per ora, intanto che riparano la sua. "È molto più bella questa" gli dico appena salita.
"Si, è il modello di quest'anno" risponde orgoglioso. Indossa una felpa nera con il logo dell'adidas e un paio di pantaloni da ginnastica neri.
"Figataa" accende la macchina e lasciamo il vialetto. Mi concentro sulla musica dei Kings of Leon, uno dei suoi gruppi preferiti.

Nel parcheggio scorgo Niall scendere dalla macchina, ma lui non ci vede.
"Forse è meglio se tu scenda prima"
"Stai scherzando? Posso uscire con un amico" enfatizzo l'ultima parola. "E poi io non voglio vederlo, lui non mi vuole vedere"
"Lui sì che ti vuole vedere" afferma.
Rimango in silenzio e accetto la sconfitta. "Comunque grazie per essermi passato a prendere" cambio argomento. "Non ce l'avrei fatta su quel maledetto bus" mi infilo la giacca e il cappello distrattamente guardando il flusso di gente che si affretta verso la scuola. Deve essere suonata la campanella.
"Figurati. In effetti potresti ricambiare qualche volta.." Louis giocherella con le chiavi.
"Non ho la macchina, Louis"
"Allora il debito è ancora aperto" alza le spalle con una faccia divertita.
"Ma se sei stato tu a chiedermi di venire con te"
"Sì" annuisce. "Maa.."
Gli lascio un bacio veloce sulla guancia sinistra e rimane sorpreso. "Solo perchè sei uno stronzo" dico ridendo.
"La smetti di flirtare con me?" continua a ridere mentre mi chiudo la portiera alle spalle. Non sto flirtando con lui, semmai il contrario.

"Emily, com'è che sei uscita dall'ospedale e sei in splendida forma?" Kristine sbatte le palpebre come meravigliata.
Abbasso gli occhi per non far vedere che arrossisco. Non sono abituata ai complimenti. Le lascio un bacio sulla guancia e poi vado a salutare Alicia che è davanti a una tazza di caffè fumante al tavolo.
"Ciao caraa" esclama e si tira su in piedi per abbracciarmi. "Come stai?"
"Bene, dai. C'è di peggio"
"Tipo tornare a scuola?" ride.
"Ho bisogno di caffeina, subito" prendo il portafoglio dalla borsa e vado a pagare un caffè macchiato.
"Non voglio rovinarti la giornata ma Isabelle è venuta a parlarmi stamattina" sospira Alicia prima di bere l'ultimo sorso dalla tazza.
"Dimmi pure.." alzo le spalle.
"Mi ha detto che non esce più con Niall e che non gli piace più"
"Perchè non è venuta a dirmelo di persona?"
"Io non.. ecco sai.. avrei preferito sentire tutta la storia da te ma lei ha insistito.." balbetta scusandosi.
"Te l'avrei comunque raccontato.. sono arrabbiata per il suo atteggiamento. Quindi è venuta da te per spettegolare, perchè poi sapeva che avresti parlato con me?"
"Praticamente si. Cosa pensi di fare ora?"
"Nulla" rispondo. "Dovrei andare ancora a litigarci? Quando lui.."
Alicia completa la frase immediatamente. "È lui lo stronzo"
"Esatto"
Mi stringe la mano come per darmi forza. "Se hai bisogno di parlare sono qui, lo sai vero?"
"Sì, certo. Grazie Alicia"
"Ci vediamo alla terza ora" butta dentro dei fogli, una penna e il telefono in borsa e si allontana mentre sorseggio la mia colazione.

È la seconda ora delle lezioni pomeridiane. Fisso la lavagna facendo finta di seguire, anche se ogni tanto do un'occhiata al cellulare. Sento di stare per addormentarmi ma un rumore brusco mi riporta alla realtà. Qualcuno sta bussando la porta. La classe esclama in coro: "Avanti!"
La prof alza gli occhi al cielo quando vede Louis. Ha il ciuffo scompigliato e ha tra le braccia parecchi libri. "Da quando si arriva a quest'ora?"
"Mi scusi, prof, non volevo saltare la lezione" dice e si avvia verso il posto di fianco al mio.
"Ciao" lo saluto appena la prof ricomincia a parlare.
"Ti ho portato una cosa" dice aprendo lo zaino. Menomale che siamo in ultima fila. Mi mette davanti una tazza bianca con la scritta "Emily" di color nero indelebile. Il mio sorriso si allarga quando vedo il simbolo di Starbucks.
"Grazie, che cos'è?" domando.
"English Breakfast" mi passa le bustine di zucchero.
"Mi conosci troppo bene"
"Lo so"
Gli do una gomitata e la prof alza gli occhi. "Tomlinson, smettila di dar fastidio alla compagna. Sta seguendo la lezione"
Rido abbassandomi dietro la borsa sul banco.
"Si certo, sta talmente seguendo che non ha nemmeno il quaderno aperto" mi dice ridendo senza farsi sentire dalla prof.

"Not really sure how to feel about it
Something in the way you move
Makes me feel like I can't live without you
It takes me all the way
I want you to stay"

"Funzione veramente con il Bluetooth o devo collegarlo con la usb?" mi chiede Louis mentre armeggia con la mia piccola cassa sulla scrivania di camera mia.
"Sì, con il Bluetooth"
"Me la regali?" chiede ridendo.
"Neanche per sogno" prendo i libri e cerco la penna nell'astuccio.
"Daai" borbotta.
"Ma se in camera tua ne hai una più alta di te.." dico e mi scappa una risata.
"È di mezzo metro.. e la uso solo per occasioni speciali"
"Dammi il tuo cellulare e metti una canzone"
Mi porge l'iPhone e scrollo la libreria optando per Selena Gomez.
"Puoi fare di meglio" mi dice prendendomi in giro.
Lo guardo torvo.
"Okay, okay. Ascolta quello che vuoi. Posso andare in bagno?"
"Sì. Esci dalla porta ed è subito a sinistra" gli spiego e mi metto comoda sulla sedia girevole con le gambe sulla scrivania. La musica continua ad andare e i miei occhi ricadono sul cellulare di Louis. No, Emily. No. In un batter d'occhio ce l'ho già tra le mani. Solo i messaggi, due secondi... Una delle ultime conversazioni è con Niall. Incredibile, pensavo non parlassero più. O almeno non così tanto. Gli ultimi di stamattina. Non parlano di niente di specifico. Tranne un paio. Come sta Emily? Leggo e sento la porta di camera mia chiudersi.
"Vediamo, scommetto che stai leggendo la mia bacheca di Facebook"
"Opps, veramente no" dico arrossendo.
"Lo so che stai leggendo i messaggi, ridammelo" mi guarda ma non è arrabbiato, forse un po' scocciato.
Mi alzo e vado a sedermi sul letto e mi segue. Salto in piedi di nuovo scavalcandolo e continuo a leggere.
"Ci parli ancora?" gli domando anche se so già la risposta.
"Con Niall? Sì"
"Emily, non è carino guardare nel cellulare degli altri senza il permesso"
"Parlavate di me?" la luminosità sta diminuendo lentamente.
Abbassa lo sguardo. Tocco lo schermo prima che si blocchi. Louis è ora alle mie spalle mentre leggo l'ultimo messaggio di Niall. Mi manca, aiutami a farmi perdonare da lei. Blocco lo schermo. Sento il cuore battere più forte. Mi emoziono all'istante.
Rimane in silenzio. Mi volto e gli lascio il cellulare in mano.
Mi siedo sul letto e mi sposto i capelli dal viso prima che si appiccichino agli occhi.
"Hey" mi sorride.
"Secondo te è sincero?"
"Sì" mi stringe in un lento abbraccio. "Non essere triste"
"Non sono triste"
Louis rimane in silenzio.
"Cosa dovrei fare?"
"Non ne ho idea"
"Emily?" la voce di mamma rimbalza nella stanza. Mi allontano di scatto da Louis e balzo in piedi. "Pensavo stessi studiando"
"Stavo per andarmene, signora Brown"
Mia mamma storce il naso quando sente il cognome di mio padre. Dovrei averglielo detto che non stanno più insieme ma anche se fosse, come fa a sapere il cognome di mia mamma? "Bene" afferma.
"Lo accompagno giù" dico mentre osservo Louis prendere le sue cose e infilarsi la giacca. Mamma ci segue fino al piano di sotto.
"Ciao, ci vediamo a scuola"
"Ciao" chiudo la porta e mi preparo alla sgridata di mamma.
"Mi hai mentito" sbotta.
"No" rispondo secca.
"Lo sai che non voglio che lo vedi"
"Non sapevo che non lo sopportavi"
"Sei finita in ospedale, Emily."
"Perchè non me l'hai detto?"
"Te lo dovevo dire quando eri mezza morta attaccata alla flebo o in convalescenza mentre cercavi di riprenderti?"
"Mi stai offendendo"
"Mi avevi detto che studiavi. Matematica"
"Lo so, sono solo le cinque.. ce la faccio"
"Perchè non ti fai aiutare da Niall?"
"Non ci parliamo. Louis è l'unica persona che evita di farmi pensare a tutte le cose brutte che sono successe"
"Come mai non vi parlate?"
"Mi ha ferita. E ora non credo di poterlo perdonare" penso ad Isabelle e mi viene il voltastomaco.
Rimane in silenzio.
"Lo so che preferisci lui. Ma ora non posso"
"Anche tu lo hai ferito"
"Ha fatto di peggio, e poi è un menefreghista, come tutti i ragazzi" marcio su per scale e sento di voler fare a pugni con qualcuno, realisticamente con il grande cuscino sul letto. Invece rimango sul tappeto di camera mia e lascio che la rabbia svanisca. Non mi fa bene mantenere dentro tutto, lo so. Ed è molto difficile. Sono fragile. Basta poco per offendermi e puntualmente quando raggiungo un mio obiettivo o finalmente penso di essere felice, mi scotto. Il fuoco che pensavo positivo divampa, e io rimango lì imperterrita a vedere tutto disfarsi davanti ai miei occhi. Ecco la mia vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 10, 2016 ⏰

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(IN REVISIONE) people change, memories don't || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora