tomorrow is another day.

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Tra le cose peggiori che possono succedere nella vita la più brutta è sicuramente vedere tua madre piangere. La trovo raggomitolata sul divano che piange in silenzio guardando fuori dalla finestra. Abbraccia un cuscino mentre i capelli gli ricadono in avanti sulle spalle. Non si é ancora accorta della mia presenza, sembra persa nei suoi pensieri.
"Mamma" la chiamo avvicinadomi.
"Emily" sbatte la testa come risvegliandosi all'improvviso.
"Mamma che succede?"
"Niente di grave Emily" sussurra con la voce rotta dal pianto.
"Posso saperlo?" mi siedo a fianco a lei.
Annuisce ma riscoppia in lacrime. La abbraccio subito e la tengo stretta per alcuni secondi. Spero di riuscire a consolarla come sa fare solo lei. Lei è una donna forte. L'ho vista piangere solo una volta. È stato otto mesi fa. Faceva molto freddo in quei giorni e la neve era scesa abbondante. La stavo aiutando a cucinare quella sera. A un certo punto sentiamo gridare all'esterno: riusciamo a distinguere chiaramente la voce di un uomo e di una donna. Sembravano proprio di fronte a casa nostra. Così in fretta siamo andate a vedere cosa stava succedendo. Sul vialetto innevato vidi subito una Audi nera come quella di mio padre. Poco distante una donna vestita con cappotto bianco gridava "Devi dirglielo! Entra dentro e fallo! Se no lo farò io, ti ho avvisato" Riconobbi subito mio padre quando si voltò nella nostra direzione. Mia mamma rientrò in casa e rimasi a consolarla per tutta la notte e il giorno seguente nella sua camera.
"Ha chiamato tuo padre. Viene qua sabato" mi dice aspettando una mia risposta.
"Perché? Ora lo chiamo e gli dico di andasene a fanculo"
"Emily non serve: vuole vedere te"
"E quindi? Io non lo voglio vedere"
"Mi ha minacciato che se non ti viene a trovare mi farà causa perchè non rispetto i termini del divorzio"
Annuisco anche se in realtà non sono daccordo."Vado a vestirmi per scuola. Vuoi che rimango a casa?"
"No tesoro, non c'è bisogno. Vado a prepararmi anche io tra poco"

"Emilyyy" mi viene incontro Allison. Allarga le braccia per abbracciarmi. Mi avvicino e la stringo dolcemente. "Devo dirti una cosa"
"Ok" Niall è ancora di fianco a me.
"Senza di lui" lo indica. Niall alza le mani in segno di resa.
"Mi prendi un caffè e una ciambella?" gli do un bacio sulla guancia e si allontana con Louis.
"Due al prezzo di uno" ride mentre ci sediamo ad un tavolino. "Allora.. Venerdì c'è una festa dell'ultimo anno al 5th Avenue"
"Quante altre?"
"Una a metà anno e poi il ballo di fine anno. Volevo prendere i biglietti se vieni anche te"
"Me ne ha parlato poco fa Niall, per me va bene"
"Allora chiamo John. Con questo casino non capisco se è qua al bar.. provo a chiamarlo"
Prende il cellulare e cerca il numero nella rubrica.
"Chi è?" dico mentre si appoggia il cellulare all'orecchio.
"Il rappresentante delle quinte, ha prenotato il locale. Ah, gli devo dire di aggiungerti al gruppo facebook.. Aspetta Emily.." mi dice. "Ciao John. Sei qui al bar anche tu?.. Ah perfetto.. Sì ti vedo.. Ok grazie" vedo avvicinarsi un ragazzo alto e moro Indossa un paio di jeans stretti e una camicia.
Sembra Matty McKibben di quella serie tv su mtv. Ecco, è ancora più sexy di lui con la barba. Anche Allison lo sta fissando.
"Hey" John rompe il silenzio "Quanti te ne servono?"
"Tre, giusto?" chiede Allison a me.
"Per Louis no?" domando.
"È uno stronzo.. l'avrà già comprato figurati" sbuffa.
"Chi è questa ragazza? Non me la presenti?" dice con tutto il suo fascino.
"Mi chiamo Emily"
"Piacere, bellezza" mi stringe la mano. In quel momento arriva Niall e lo guarda male. "Comunque, datemi solo un acconto e poi lo ritirate l'entrata la sera stessa" cambia discorso.
"Quanto vuoi?" sbotta Niall.
"5£ ognuno" dice John.
Gli allunga i soldi senza fiatare.
"Okay, scusate ma devo andare" si volta e si allontana velocemente. L'atteggiamento di Niall lo ha spaventato.
"Ecco bravo vai" grida Niall.
Non dico nulla, non voglio mettermi a discutere con lui. E poi che interessi ho a difendere John?
"Grazie per la colazione. Sono in debito di almeno un paio di caffè" sorrido cercando di eliminare la rabbia dal suo viso.
"Non importa. Sono in ritardo per la prima lezione, ci vediamo dopo" mi bacia a stampo e se scappa via.
Do una gomitata a Allison. "Che significa quel ragazzo?"
"John?"
"Sì proprio lui"
"Lo conosco da un sacco di tempo.. è un figo, lo so. E poi Niall con la sua scenata di gelosia, impagabile" ride.
"Cosa stai cercando di fare?" scatto.
"Veramente niente"
"A me non sembra. Dovresti conoscere bene Niall"
"Non gira tutto intorno a te e a lui. Non è mica colpa mia se il nostro rappresentante è un bellissimo ragazzo" rimango a bocca aperta.
"Non ci posso credere che tu l'abbia detto, Allison" prendo la mia borsa e mi alzo.
"Emily aspetta!" mi corre dietro. "Mi dispiace. Non so cosa sta succedendo. Ascoltami ti prego"
"Non è un periodo facile. A volte so arrabbia all'improvviso e non so come comportarmi"
"C'è qualcos'altro che non so?
"Si ma non è questo il momento"
"Va bene. Emily, scusa. Mi perdoni?" dice con tenerezza.
"Certo che si" la abbraccio.
"Tutto va per il meglio. Sempre, ricordatelo" mi rassicura prima di lasciarci.

Dopo scuola esco con Allison, Alicia e Kristine. Decidiamo di andare a fare shopping al chiuso, in un centro commerciale. Il tempo è cambiato nel giro di poche ore. Stamattina era sereno ma ora sembra non voler smettere di piovere. Allison parcheggia l'auto più vicina possibile all'entrata. È ora che anche io abbia una mia macchina. Ho anche la patente ma fino ad ora non ho mai avuto bisogno di un'auto personale. Di solito uso quella di mia madre. Allison è di buon umore, nonostante la nostra piccola discussione. Non c'è molta gente all'interno probabilmente perché non siamo ancora nel weekend. Alicia ci fa da guida e ci porta nei suoi negozi preferiti. È liberatorio prendersi del tempo per sè e dimenticare tutto con lo stress con un bel po' di shopping tra ragazze. Devo trovare qualcosa per venerdì sera; non voglio niente di particolare. Da H&M adocchio una gonna blu a vita alta.
"Che bella, dovresti provarla.. prima che te la ruba Alicia" sussurra e scoppia a ridere.
"Vado a provarla allora"
"Ti cerco qualcosa da abbinare sopra"
Infilo la gonna sopra i fianchi e faccio una giravolta come facevo sempre da piccola. Rubavo i vestiti dal guardaroba di mamma e camminavo per casa con suoi tacchi. Ero una vera peste ma proprio da lei penso di aver preso la passione per la moda. Non riesco a smettere di pensare a lei ora. L'ho sentita poco fa al telefono, mi sembrava che stesse bene ma è difficile dirlo. È brava a mentire quanto me. Un'altra cosa che ci accomuna.
"Questo dovrebbe andare bene" Allison ha in mano un top bianco di pizzo. Senza esitare mi tolgo la maglietta e me lo infilo. "Forse un po' estivo ma potrebbe andare bene."
"Preferirei qualcosa a maniche lunghe" dico.
"Che hai qua?" mi prende il braccio e osserva i graffi sul braccio. Oh, no. "Emily"
"Il mio gatto... Sai gli piace giocare, è piccolo" la risposta non sembra tanto convincente come lo era nella mia testa.
Rimane in silenzio per qualche secondo. "Non ci credo"
"È la verità" ribadisco.
"Dimmi che non è quello che sto pensando"
"Non lo so" non so mentire tanto bene quanto mia madre.
"Emily, perchè farti del male? Con cosa ti sei graffiata? Con una lametta?" alza la voce.
"Non è come pensi" replico. Allison fa un passo indietro e si volta verso sinistra. Non capisco cosa stia guardando. Avanzo anche io e la vedo: Carolyn. Oh merda. Questa non ci voleva.

"Cazzo" Allison appoggia la testa al volante poi si decide a accendere la macchina e partire.
"Allison, non ti preoccupare"
"Era proprio lì come ho fatto a non vederla"
"Magari non ha sentito"
"Non sai di cosa è capace.." sbuffa. "Perché non riesco a tenere a freno la lingua una buona volta"
"Dobbiamo solo sperare che abbia sentito male" dice Kristine che non ha ancora parlato fino ad ora.
Alllison svolta a destra ed esce dal parcheggio.

Mi spazzolo i capelli e li raccolgo in una coda. Mi strucco e mi guardo allo specchio. Il mio viso è senza espressione. Mano a mano che tolgo il fondotinta, ricompare il rossore sul mio viso. Mi infilo il pigiama e guardo il mio braccio. I graffi non si vedono più come l'altro giorno ma sono comunque visibili. Spengo la luce e cerco di rilassarmi. Domani è un altro giorno.

(IN REVISIONE) people change, memories don't || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora