Capitolo 1

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Quel giorno finí l'estate.
Me ne resi conto dal ticchettio della pioggia sulle finestre della mia stanza e dal suono della sveglia sul mio telefono, utile a svegliarmi quanto una forchetta nel brodo.
Nonostante "Moonson"dei Tokio Hotel continuasse a ricordarmi con la sua melodia che mi sarei dovuta alzare, mia mamma decise che quel giorno sarebbe stato un inferno fin dal risveglio.
-Ale svegliati! SUBITO! Devi andare a scuola! Se fai tardi il primo giorno come speri di rimediare alle tue lacune?!?-
-Subito mamma!- urlai infilando la testa sotto al cuscino. -Rompiscatole...- sussurrai.
-NON DIRE PAROLACCE- sentii il suo rimprovero provenire dalla cucina.
Pur di sgridarmi sentirebbe ciò che dico anche dall'altra parte del mondo.
Ciò che mi convinse ad alzarmi fu che era il primo giorno di scuola ed io volevo a tutti i costi il banco in fondo alla classe, vicino alla finestra. Rientrava nella mia lista di "progetti per il college".
Sarebbe stato il mio quarto anno di liceo se fossi stata in Italia. Io sono originaria di quella penisola. A discapito di quanto possa sembrare i miei genitori ed io non siamo mai stati in cattivi rapporti, ma mio padre aveva bisogno di lavorare e a Napoli, la mia città natale, la situazione non era delle migliori... Decidemmo di traslocare a Brighton, dove mio padre trovò lavoro come operaio in una fabbrica di dentifrici.
Si, trasferirsi è stato un tremendo Cliché, ma del resto tutta la mia vita lo é, o almeno lo é stata fino a quel giorno...
Una volta preparatomi,mi guardai allo specchio. Una perfetta ragazza Emo. I piercing, i 10 Kg di trucco e i capelli viola dalla consistenza di paglia....ma a me piacevano e tuttora mi piacciono e non mi é mai importato del parere degli altri. In quel momento entrò in stanza mio fratello Stefano. A vederci non sembravamo neanche parenti. I suoi occhi azzurri color del cielo e i capelli biondi, lucenti come il sole gli donavano un aria dolce e pura che non aveva nulla a che fare con l'immagine da "figlia del demonio" che mi ero costruita. -Vuoi davvero andare a scuola così? Sembri un incrocio fra il Joker e Dracula.- Presi il mio zaino e gli scompigliai i capelli. Era un marmocchietto di 10 anni ma gli volevo una marea di bene. Affianco alla porta mi aspettava mia mamma. Battemmo il cinque come due amiche. Infondo il rapporto che avevamo era quello.
Mi augurò "buona fortuna" Ero abbastanza emozionata. Ricordo che passai un estate intera a ripetere la lingua Inglese....Avrei dovuto parlarla per il resto della mia vita infondo....
Mentre pensavo a questo mi resi conto che ero già arrivata a scuola. Mi soffermai ad osservarla ed entrai. Avevano appena aperto le porte, nessuno sarebbe entrato prima di me. Volevo quel posto accanto alla finestra e lo avrei ottenuto! Entrai in aula e notai un elemento che non avevo valutato....o meglio, una persona... Qualcuno era seduto al mio posto! Si girò verso di me distogliendo lo sguardo dalla finestra. Nonostante il mio Inglese non fosse perfetto la seguente frase mi riuscì alla perfezione.
"E tu che cazzo ci fai al mio posto?"

Giá...questa tizia é Ale :D
Salve salvino ouo. ❤Questa é la mia prima storia romantichetta romanticuccia! Sono in vena di depressione quindi preparatevi ai cliché...
Eee niente spero che questa storia vi piaccia. Fate brillare quelle stelline e lasciate un commentuccio.(É un obbligo :D)
Sciaaao ❤

Beyond Apparences:ciò che è Invisibile agli OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora