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Rais Pov's
- Cosa vuoi? - ringhia minaccioso aumentando la presa su Name, se solo la sfiora gli rompo le corna!
- Sono qui, solo per passare una tranquilla serata con la famiglia di mia moglie, che noto con piacere che si è allargata. La semi umana, penso che sia la tua compagna, vero Black? Stai cercando di proteggere la tua nuova famiglia da me? Illuso se vi avrei voluto eliminare, l'avrei fatto da tempo - dice con il suo solito sorriso maligno.

Con un gesto della mano, avvicina una poltrona dall'altra parte della stanza e si siede. - Piacere io sono Lucifero tuo suocero, spero che andremo d'accordo - dice porgendo la mano, alla mia donna, lei fa per stringerla, ma non glielo permetto.

- Su, mi sto sforzando di essere cordiale - sbuffa - E io di tenerti lontano dalla mia compagna - - Scontroso come al solito, si vede che sei mio figlio - - Quando te ne vai? - domando cercando testa con lo sguardo.

- Quanto vuoi vedere tua madre? - chiede con espressione vittoriosa, quanto lo odio! - La stessa quantità che ho per cui tu scompaia - - Un giorno erediterai il mio regno ed è tempo che tu torni con me -

- Se avrebbe voluto tornare, l'avrebbe fatto da tempo! - interviene Name alzandosi in piedi, la stringo e la rimetto al suo posto.
"Dopo facciamo i conti" l'avverto telepaticamente, alza gli occhi al cielo e serra la porta.

- Mi piace, bene ci ho ripensato forse sarà una buona nuora e magari regina dei inferi - ammette alzandosi e girando intorno alla poltrona - Mai. Ora te ne vai - ringhio, alzandomi rimanendo davanti alla mia unica gioia di vivere.

Davanti a Name appare una fiamma che scompare mostrando un invito, lo prendo, prima che possa farlo lei. Un invito a cena per giovedì nei inferi.

- Pensi che accetti? - domando incredulo - Si, tua madre si è svegliata sono  qui per dirti anche questo, naturalmente se non verrà anche lei - indica la mia compagna - Non ti permetterò di entrare nei inferi - continua.

- Sei perfido - ringhio, mentre le sue gambe iniziando a sparire - Faccio del mio meglio, vi lascio godere la cena. È stato un piacere rivedervi - dice sparendo definivimente, una delle sue regole non scritte, è fare un'entrata e un'uscita in scena spettacolare e ci riesce sempre.

- Andiamoci - dice Name guardandomi con occhi da cerbiatto e pensare che sia una lupa, una bellissima lupa. - No. - rispondo secco - Dai, tua madre si è svegliata e non vuoi andarla a trovare? -

- Veramente ti fidi di lui? Ti rendi conto chi è? È il maestro dell'inganno! Se fosse una trappola io non potrei diffenderti! - esclamo - Allora, invitiamoli a casa, non potrebbe fare nulla lì, almeno non danni irreparabili - continua

- Ne parliamo dopo ok - ringhio irritato, forse troppo forte perché sbianca e si rigidisce, annuisce e serra la bocca. Guardo male i presenti che ci stanno fissando e iniziano a conversare tra di loro

"Scusa, non volevo spaventarti, ma non mi è mai piaciuto parlare di mio padre, immagina di starci nella stanza" dico telepaticamente per avere un po' di privacy. "No, scusami tu, non immaginavo che ti desse tanto fastidio"

"Perché vuoi tanto conoscerlo? Non gode di buona fama" "Lo so, ma è comunque mio suocero" "Ok, mi procurerò un paio di litri d'acqua Santa e crocifissi, poi vedremo il menù" "Grazie" "Per te questo è il minimo".

Sorride e il gelido cuore di acciaio si riscalda. Bussano alla porta, Black dà il permesso di entrare e un uomo annuncia l'arrivo dei genitori di Rebelle, che dopo poco fanno il loro ingresso in sala.

In seguito a calorosi salotti, il padre dà il via alle domande scomode che un umano deve permettersi a fare almeno dal mio punto di vista. Mia zia e Nord, ringraziando la Luna, sono ben in grado di rispondere, anche se qualche dubbio l'hanno fatto suscitare nell'umano.

"Ci sta credendo?" domanda Name, mentre Black racconta una bugia ben funzionante su questa casa, cioè che era un albergo della nostra famiglia, che il nonno l'ha chiuso e siamo rimasti a vivere qui.

"Se fossi al suo posto e sentirei questi nomi per la prima volta, penserei che mia figlia sia finita in qualche assurda setta, di giochi di ruolo magari" rispondo rimanendo impassibile ai occhi dell'uomo. Augusta entra educatamente (mi stupisce, poiché l'educazione è la prima cosa che gli manca) e ci spostiamo in sala da pranzo.

Lì ci raggiunge anche il demone, rimasto a giocare con i bambini, un disonore per gli inferi e per tutta la sua specie. Intorno al tavolo ridiamo e sorridiamo tutti, anch'io, poiché Name mi ha contagiato con la sua allegria, non posso far almeno di sorridere appena lei lo fa.

Improvvisamente Armony e suo padre lasciano la stanza su richiesta di lui e subito dopo anche la donna che l'ha accompagnato, con la scusa di andare in bagno e Sera è così gentile da scortarla.

- Cosa si staranno dicendo? - chiede Name un po' preoccupata, se gli umani avessero la certezza della nostra esistenza, ci cattureranno per compiere assurdi esperimenti.

- Avrà capito che non siamo della sua specie? - continua il demone, non me l'aspettavo così impaurito.
- Gli umani sono scettici per natura, avrà creato tante ipotesi sul nostro conto, ma che non siamo umani, gli sarà passata solo dall'anticamera del cervello. - rispondo tranquillo.

- Speriamo, altrimenti mi toccherà uccidere lui e la compagna - dice Black rilassato. - È qui fuori - sussurra Sera entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

- Allora, Black cosa pensi di tuo suocero? - domanda Scott, qualcuno deve dire a quell'umana che non si spiano le altre conversazioni. - È un bravo uomo, è sarà un fantastico nonno, sono orgoglioso di averlo come suocero - ribatte prontamente Nord.

Io e Name ci alziamo all'uniscono, senza dirci niente e apriamo la porta, per poco la donna non ci cade addosso. Rientra a testa bassa farfugliando qualche scusa e andiamo in bagno, per parlare un attimo in privato e per scambiarci qualche effusione. Magari questa è la mia occasione per concepire un figlio.

Angoli autrice
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Wolf- Crudele come PochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora