La statale si allungava come la schiena di un serpente preistorico. La Fat Boy puntava verso la linea dell'orizzonte, dove un rotondo e perfetto occhio di fuoco si inabissava lento. Red batté una mano sulla spalla di Ripper. Il gigante gettò un'occhiata allo specchietto laterale e vide che l'altro gli stava indicando qualcosa. Alzò il pollice, rallentò e infilò una piazzola di sosta poco più avanti.
«Scusa tanto ragazzo, ma se la tengo un altro secondo finisce che scoppio», disse Red smontando.
Si allontanò di qualche passo, ci pensò su e tornò indietro.
«Questo maledetto affare mi rompe l'anima», disse togliendosi il gilet e posandolo sulla sella. «Non scappare, faccio in un lampo.»
Si allontanò di qualche metro e prese ad abbassarsi la salopette. Mentre era impegnato nell'operazione, un'auto sfrecciò a pochi metri da loro.
«Finocchi del cazzo!» abbaiò un tizio sporgendosi dal finestrino.
«Ficcatici un cetriolo», mormorò Red che intanto cercava di non farla controvento.
Ripper prese mentalmente nota dell'auto, una Chevy color cioccolato. Quando Red rimontò in sella gli chiese: «Ti va di svagarti un po'?»
«Che hai in mente?»
«Stavo pensando che in questo maledetto Stato ci sono tipi poco cordiali. Qualcuno deve insegnargli ad abbassare la cresta.»
Red abbozzò un sorrisetto maligno. «Una bella raddrizzata vecchia maniera?» chiese rimettendosi il gilet.
«Già. Che ne dici?»
«Che ne dico? Metti in moto e andiamo a fargli il culo.»
Ripper sorrise, mise in moto e diede gas. La Fat Boy ruggì una, due, tre volte.
«Guarda la figlia di puttana com'è incazzata», disse Red. Batté il palmo sulla schiena del gigante, che girò la testa. «Un Angel e uno Skull. Un vecchio Skull, che somiglia al suo tatuaggio ogni giorno di più.» Ripper sollevò un angolo di bocca. «Se mi vedesse il vecchio Fortune, sicuro come la morte che gli piglierebbe un colpo.»
Ripper si mise in movimento e rientrò in carreggiata senza segnalarlo agli altri veicoli. Un'auto sterzò per evitare la Fat Boy, spostandosi sulla corsia di fianco in uno strombazzare di clacson. Il conducente imprecò e cacciò il pugno fuori del finestrino. Si accorse che a guidare la moto era un biker largo quanto un letto a due piazze e ritirò in tutta fretta il braccio. Ripper non si accorse di nulla. Era concentrato sulla Chevy color cioccolato. Accelerò facendo lo slalom tra le auto in movimento. Superò un camion con rimorchio e vide la Chevy che si spostava sul lato destro della carreggiata, segnalando la svolta. Ripper rallentò mettendosi sulla sua scia e svoltò in un'area di servizio. La Chevy si fermò accanto alla pompa di benzina. Ripper si insediò al fianco di una Jeep e spense il motore.
Dalla Chevy smontò un uomo sulla trentina, capelli scuri che spuntavano da un berretto rosso e si disperdevano in ciuffi scomposti. Si diede una controllata al pacco, sputò in terra e si stiracchiò. Nell'alzare le braccia al cielo, la maglia a mezze maniche si sollevò un attimo e Ripper riuscì a vedere il solco tra le chiappe. Un altro tizio smontò dal lato del passeggero. Era più giovane del suo compare ma doveva essere imparentato con lui: la somiglianza saltava all'occhio.
«Andiamo», fece Ripper.
Smontò e si avviò verso la Chevy seguito da Red. Berretto Rosso stava facendo benzina. Il suo compare era sparito all'interno della stazione di servizio. Ripper fece segno a Red di aspettare. Red annuì, passò oltre la Chevy senza degnare Berretto Rosso di un'occhiata e si sistemò accanto all'ingresso della stazione di servizio. Si poggiò al muro, le braccia incrociate sul petto. Il gilet di Ripper gli conferiva un aspetto ridicolo e quei quattro gatti impegnati a fare rifornimento lo squadravano con sospetto.

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L'ombra degli Angels
AventureRipper è un biker tosto e spregiudicato, un ragazzone largo come un letto a due piazze che non ha paura di niente e nessuno. Gira con la sua banda, i Death's Angels, seminando il panico di città in città. Uno stile di vita che sembra tagliato su mis...