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La prima cosa che udì fu l'ululato di un coyote, la seconda il pulsare sordo e martellante nelle tempie. Sollevò le palpebre convinto di trovare un cielo azzurro e terso e si ritrovò invece a guardare un cielo nero e paiettato. Restò a fissare l'immensità che lo sovrastava.

Un sogno. Si era trattato di un sogno.

Gli venne da ridere. Muovere i muscoli facciali si rivelò essere una tortura. Gli facevano male come se una mandria di bisonti gli fosse passata sulla faccia. Si girò su un fianco e spalancò gli occhi. Il coyote che aveva ululato passeggiava oltre il cerchio di pietre allestito per il fuoco. L'animale sollevò le orecchie, in allerta. Si fissarono. Poi, con una mossa rapida che fece protestare i muscoli indolenziti, Ripper afferrò una pietra che componeva il cerchio e la scagliò verso l'animale. La pietra colpì il terreno, rimbalzò e ricadde poco distante dall'animale, ma bastò a farlo arretrare.

«Levati dal cazzo», bofonchiò Ripper.

Le orecchie del coyote vibrarono al suono di quella voce che pareva uscire dal fondo di una caverna.

Ripper si alzò. Si sentiva intontito peggio di quella volta a Tijuana, quando bevve e fumò per dodici ore filate. Al risveglio gli pareva di avere un concerto rock in testa: rullanti e grancasse che rimbombavano sotto i colpi inferti dalle mani di un infernale batterista.

I muscoli della faccia gli dolevano. Si tastò uno zigomo e una saetta di dolore gli attraversò il viso. Si augurò che non fosse rotto. Non era mai uscito da una rissa con un osso incrinato, neanche quando era solo contro cinque o sei energumeni.

Già, ma nessuno di quei cinque o sei ti ha mai sorpreso nel sonno, gli fece presente una voce.

Una vigliaccata bella e buona che Ryder avrebbe pagato. L'avrebbe appeso alla trave più alta della fattoria e lasciato lì a penzolare, impiccato come una fottuta strega o un ladro di bestiame, per poi dargli fuoco e pisciare infine sulle ceneri. Quel pensiero lo fece sorridere, ma non riuscì a farlo fino in fondo perché gli dolevano troppo i muscoli del viso.

Si guardò attorno e individuò la sua amata Fat Boy. Montò in sella e mentre recuperava le chiavi dalla tasca dei calzoni e le infilava nell'accensione si disse che non sarebbe partita, che Ryder aveva tagliato il tubo della benzina o quello dell'olio. Invece il motore si avviò senza difficoltà.

Di che ti stupisci? Quello vuole che ci arrivi alla fattoria e pure in fretta.

«Sto arrivando, pezzo di merda», ruggì Ripper.

Diede gas e la Fat Boy partì sculettando. Puntò il coyote, ma l'animale fu abbastanza lesto da scartare di lato ed evitare una morte certa. Ripper tirò dritto.

Mentre usciva da Tombstone il sogno tornò a fargli visita.


L'ombra degli AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora