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Buio.

Come la notte.

Come la morte.

Come l'orbita vuota di un teschio.

«Ragazzone. Da questa parte.»

La voce arrochita giungeva dalle profondità di quella fitta tenebra.

«Vieni avanti, non fartela sotto.»

Avanzò nel buio con la sensazione di nuotare in una poltiglia viscosa come la sostanza di cui sono fatti i sogni.

«Stai andando bene», disse la voce.

Rimbombò nel buio, su pareti invisibili. Un puntino bianco, come quello sullo schermo di un televisore quando lo si spegne e l'immagine si riduce a un cerchietto non più grosso del buco del culo di uno scoiattolo, si profilò nella compatta cortina di oscurità. Avanzò guardandolo espandersi come la bocca di una galleria e capì che era la direzione da prendere. Cercò di correre ma non sentiva le gambe: era come se non le avesse attaccate al corpo. D'un tratto comprese, senza sapere da dove gli venisse quell'intuizione, che non c'era nessun corpo. Non stava camminando, stava fluttuando. La mente fluttuava mentre il corpo era ancora sulla Ground Hill.

«Ci sei quasi, ancora un piccolo sforzo.»

Fluttuò avanti mentre il cerchio di luce assumeva le dimensioni della bocca di Dio e si fermò proprio all'ingresso di quella caverna di luce.

«Coraggio. Non puoi arrivare fin qui e fermarti.»

Non voleva andare oltre, ma il suono di quella voce era così confortante che non riuscì a trattenersi.

Entrò nella luce.

Per un attimo il candore di quel bianco lo abbagliò, poi i colori iniziarono ad affluire come se la mano di un abile pittore li distribuisse sulla tela. Il cielo era così azzurro che faceva male agli occhi. Il sole era alto ed emanava un calore che faceva bene all'anima.

«Ce l'hai fatta.»

Si voltò. Red era seduto sotto il portico dell'emporio dove l'aveva incontrato la prima volta. Oscillava su una sedia a dondolo con un sorriso che faceva invidia: era la felicità fatta persona.

«Come ci sono finito, qui?» chiese Ripper e la sua voce viaggiò nell'aria come una melodia.

«A questo ci arriveremo», disse Red e il suo sorriso si ampliò coinvolgendo gli occhi. «Per ora ti basti sapere che sei dove devi essere.»

«Cos'è 'sto posto?» domandò Ripper guardandosi attorno.

«Ha tanti nomi. Puoi chiamarlo Limbo, se ti va.»

«Vuoi dire che...» Non riuscì a terminare la frase.

«Non sei morto, se è questo che stai pensando», disse Red.

«E allora che diavolo ci faccio qui?»

«Attento, al Capoccia non piace che si imprechi in casa Sua, perciò datti una regolata.» Ripper guardò per aria. «Tranquillo, non credo se la sia presa. Mi hanno detto che è di manica larga.»

Red sorrideva e dondolava. Sembrava poter continuare in eterno.

«Red, se questo è un...» Si lambiccò alla ricerca della parola giusta.

«Limbo», lo aiutò Red.

«Se questo è un Limbo...»

«Puoi ballarci su fino alla fine dei giorni», scherzò Red. «È una vecchia battuta che gira da queste parti.»

L'ombra degli AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora