IV capitolo

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Ottobre non si era fatto attendere, incupendo gli animi degli studenti con un clima sempre più freddo e piovoso.

Lily aveva passato gli ultimi pomeriggi ad osservare le gocce di pioggia infrangersi pigre contro i vetri della finestra della sala comune, per mescolarsi poi tra loro creando percorsi sempre nuovi. In quegli ultimi giorni la casualità della natura la affascinava e la spingeva a riflettere, cosa che fino a un mese prima avrebbe creduto impossibile.

La frequentazione con Derek, sempre più assidua e serrata, la stava esasperando e innervosendo oltre ogni limite, sia per la composta e snervante tranquillità che lui ostentava in ogni circostanza, sia per la contrapposta insicurezza che aveva ammantato Rose da quando li aveva sorpresi più volte insieme in un angolo isolato della biblioteca.

Una frequentazione che, doveva ammettere, a lei per prima risultava insolita e che, oltre a minare il suo sistema nervoso, tentava accidentalmente di ucciderla, come era successo il sabato precedente alla prima partita di quidditch della stagione. Si perché la serpe, come Lily ormai appellava affettuosamente Derek oltre che suo fratello, aveva dimenticato di menzionare che era lui uno dei nuovi cacciatori di Serpeverde, e che era stato scelto prima che lei arrivasse al campo, il famoso sabato dei provini.

Lily aveva ancora le lacrime agli occhi al ripensare alla partita: la felicità di Albus dopo la vittoria, il ghigno tronfio di Malfoy e, soprattutto, il più sincero menefreghismo di Derek Zabini l'avevano umiliata nel profondo, ed ora desiderava solo un'occasione per ricambiarli con la stessa moneta.


***


«Concentrati.» 

Lily sussultò prima di guardandosi attorno, spaventata a morte. 

Erano le sette di domenica mattina e nessuno a parte lei era in biblioteca.
Nessuno a parte lei e Derek, si corresse mentalmente, quando voltandosi incrociò gli occhi del moro, sinceramente divertiti dall'averla spaventata, ancora.

«Dovevo immaginare fossi tu» sbottò lei riprendendo la lettura, visibilmente scocciata dalla presenza del ragazzo.

«Devi imparare a controllare quello che ti circonda, sempre. Altrimenti è logico che ogni cambiamento ti può sconvolgere. Te l'ho già detto mille volte.»

Lily alzò di nuovo lo sguardo dal suo libro, guardandolo con visibile astio:
«Non accetto consigli da chi tenta di farmi cadere da venti piedi d'altezza e poi non chiede nemmeno scusa.»

Derek la guardò scettico, soppesando le sue parole, prima di scoppiare in una sonora e cristallina risata:
«Sei troppo permalosa, Potter. Nessuno avrebbe rischiato che ti rovinassi quel bel faccino. C'era tuo fratello, i professori. E poi non ti ho proprio puntata per disarcionarti, quindi non avevi nulla da temere - spiegò, sorridendo - Ah, dimenticavo: nemmeno Scorpius ti ha tolto gli occhi di dosso durante la partita. Sicuramente a lui non saresti sfuggita.» 

Si allontanò senza salutare, lasciandola costernata a chiedersi se era serio, o se la stava nuovamente prendendo in giro.


***


«Ehi, Lily!» 

La rossa si voltò fulminea verso chi la stava chiamando, con uno sguardo così furente da pietrificare sul posto. Si era rifugiata nel parco, in un angolo poco frequentato a ridosso della foresta proibita, in modo da non farsi trovare da Derek e dalle sue stupide insinuazioni nemmeno per sbaglio.

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