«Oh, Al... Ci sei cascato in pieno» borbottò Scorpius, poco convinto.
Scorpius Malfoy era molte cose: l'erede di una dubbia famiglia, un bravo studente, un idiota, a detta di Lily Potter e un amico fidato, seppur con qualche riserva.
Scorpius Malfoy non era, però, un bravo attore. Né il tono nervoso, né il sorriso tirato che aveva esibito nei confronti del suo migliore-amico-nonché-membro-della-famiglia-Potter avevano convinto i presenti della sua buona fede. Anzi, il sorrisino ironico che spiccava sul viso ultimamente fin troppo serio di Derek era la prova lampante che fosse nella cacca di drago fino al collo.
Eppure, Scorpius era un ragazzo speranzoso. Quando aveva visto Al avvicinarsi a lui con un sorrisino amichevole, aveva creduto di averla fatta franca, nonostante tutto.
Non poteva veramente immaginare che Albus, il suo grande amico Albus, il suo fratello non di sangue, potesse tirargli un non-tanto-giocoso pugno sulla spalla, con l'intento di slogagliela più che di salutarlo in modo
«Stai attento, Malfoy» aveva aggiunto, prima di buttarsi a peso morto sul letto, sospirando pesantemente.
«La Nott ti fa fare gli straordinari?» lo prese in giro Derek.
«Puoi dirlo forte – replicò Al, con espressione corrucciata – Mi ha fatto studiare trasfigurazione fino adesso. Tre ore! Dice che non sono abbastanza preparato per i M.A.G.O.! Ma cosa pretende? È solo gennaio, ho tutto il tempo di recuperare le mie stramaledette lacune quando mi pare.»
Derek annuì solidale, mentre Scorpius scrutava i due amici dal centro della stanza, confuso.
Possibile che Albus fosse così tranquillo dopo quel discorso che aveva sentito su sua sorella?Niente scenate alla James Potter? Niente minacce di morte o di castrazione?
Albus parve leggergli nel pensiero, perché si voltò di scatto verso di lui.
«Solo perché non la puoi vedere, Malfoy. Ma se per caso in un futuro, prossimo o remoto, sarai a stretto contatto con mia sorella... Non ti preoccupare che troverò il modo di tenerti d'occhio!»
***
Aveva ragionato molto su quello che le aveva detto Justin ma, nonostante tutto, la professoressa Black non le sembrava poi così pericolosa.
Anche se aveva la bizzarra abitudine di comparire all'improvviso alle spalle dei suoi studenti e spesso le sue lezioni avevano un non so ché di inquietante, Lily era arrivata alla conclusione che fosse una strega perfettamente normale e che i dubbi di suo padre erano semplicemente assurdi. Certo, Durmstrang non era certo una scuola accogliente, ma nonostante l'esaltazione di certi suoi compagni di corso non poteva dire di sentirsi davvero in pericolo.
«Ehi, Potter!»
Lily non si voltò neppure, riconoscendo con la coda dell'occhio due ragazzi dello stesso anno di Justin. Dal giorno della loro chiacchierata le cose erano decisamente cambiate. In peggio.
Quando si era chiusa dietro di sé la porta della maledetta stanza di Justin, dopo essersi sottoposta all'Incanto Fidelio, era spettinata, pallida e con gli occhi sgranati dalla preoccupazione. Un aspetto piuttosto normale, per una ragazza appena svenuta.
Peccato però che il corridoio non fosse deserto, come invece aveva sperato, e che quindi la voce della sua presunta relazione con Justin si fosse sparsa a macchia d'olio. Lily era passata in meno di mezz'ora dall'essere l'inglese alla meretrice che si era accalappiata uno dei ragazzi più ambiti del settimo anno.
La sua prima reazione era stata quella di affatturare chiunque cercasse di avvicinarla, ma sfortunatamente Justin l'aveva intercettata prima che sfogasse la sua rabbia su una ragazza del quinto, che l'aveva definita con una parola che Lily non sapeva nemmeno pronunciare, ma certamente non suonava cortese.
Aveva poi sperato che Justin mettesse fine a quell'assurda situazione ma, con la scusa che i pettegolezzi avrebbero distratto l'attenzione generale dal vero motivo dei loro incontri, Justin aveva addirittura alimentato le voci, sostenendo testualmente che la piccola Potter fosse una vera bomba.
Dopo quella rivelazione, le battutine si erano sprecate.
«Problemi di inserimento? »
Lily sobbalzò impercettibilmente, ormai quasi del tutto abituata alle improvvise apparizioni della professoressa Black. Ormai aveva capito che il tempo trascorso in biblioteca non era mai solo per lei. Tra chi le chiedeva conferma dei pettegolezzi, Justin e Charis Black, non passava giorno senza che fosse costretta ad interrompere le sue letture.
«Neanche tanto. Non che poi mi importi » aveva risposto, stringendosi nelle spalle, con il miglior tono distaccato di cui fosse capace.
«Scusami se sembro indiscreta Lily, ma mi ricordi me appena arrivata qui. Anch'io mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. In effetti, persino adesso certe volte non mi sento completamente a mio agio» aveva confessato con leggerezza.
«Nessun problema, davvero!»
«In effetti – aveva ammiccato Charis – Ho sentito qualcosa a proposito di un'amicizia particolare tra te e il signor Fennel.»
Lily si irrigidì vistosamente: una cosa erano le chiacchiere tra studenti, un'altra era passare come quel genere di ragazza con l'intero corpo docente. Doveva davvero chiarire quella situazione con Justin, prima di decidere di affatturarlo. Per la barba di Merlino, non poteva semplicemente inventarsi che erano vecchi amici d'infanzia o cose così? Che bisogno c'era di inscenare una vera e propria tresca?
«Sono solo chiacchiere – aveva replicato secca – Fennel è un amico, un conoscente di vecchia data a dire il vero, con cui ho scambiato qualche parola. Da questo a ricamarci sopra ne passa di acqua sotto i ponti! »
Charis annuì cordiale, prima di cambiare bruscamente argomento «Ho visto che stai leggendo un tomo sulla telepatia. Hai qualche problema con le mie lezioni? »
Lily arrossì appena, a disagio. Non le importava una mandragola dei telepatici, ma non poteva farsi vedere sempre concentrata su un unico argomento. Quindi aveva scelto a caso qualcosa da leggere. Che poi effettivamente proprio la settimana precedente ne avevano parlato in classe e, a dirla tuta, le connessioni cerebrali che scatenavano il fenomeno non le erano sembrate molto chiare. Pur di non attirare l'attenzione su di sé, aveva però preferito non chiedere.
«Per niente. Solo volevo approfondire le connessioni cerebrali. Mi sono sembrate molto affascinanti.»
Charis sorrise:
«Sei una vera Grifondoro Lily, molto diplomatica! Comunque se hai bisogno di delucidazioni non hai che da chiedere. Capisco che per te sia più difficile, visto che è tutto nuovo. »
«Beh, effettivamente... Grazie professoressa! » si era arresa Lily.
«Ti ho già detto di darmi del tu – la riprese lei – E non preoccuparti. Ti aspetto stasera alle otto nel mio ufficio.»
Prima che potesse replicare, Charis Black era già uscita dalla stanza, dandole l'impressione di essere stata raggirata.
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Preveggenza
Fanfic"Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro." (Deepak Chopra) Essere un'adolescente è difficile. Essere una strega è faticoso. Essere Lilian Luna Potter a volte sembra addirittura impossibile. Pubblicata per la prima volta nel 2006 su EFP.