XIX capitolo

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Lily non era una sprovveduta, ma nemmeno una codarda. Per questo aveva deciso di accantonare momentaneamente le ammonizioni di Justin di qualche giorno prima e, alle otto in punto, si era presentata davanti all'ufficio di Charis Black. Dopo aver educatamente bussato e aver ricevuto l'invito ad entrare, si era finalmente chiesta se non fosse stata troppo ottimista a presentarsi da sola, ma ormai non aveva più possibilità di tornare indietro. Qualunque cosa la aspettasse, non poteva più evitarla.

«Lily, ti prego non stare sulla porta. Accomodati.»

Dopo che si fu seduta su una comoda poltrona di pelle, Charis riprese a parlare:

«Allora, dimmi cosa non hai capito. Cercherò di aiutarti il più possibile.»

La successiva ora fu così piacevole che Lily si dimenticò di tutte le sue ansie. Charis Black era una donna spiritosa e intelligente, e in poco tempo aveva conquistato la sua stima.

«Sei una ragazza molto dotata, Lily. Capisco perché i tuoi genitori ti abbiano trasferita qui a Durmstrang, dove hai la possibilità di apprendere molto più sulla magia rispetto a Hogwarts. Avrei voluto avere anch'io il privilegio di studiare qui» concluse allusiva, quasi stesse cercando un proseguo della conversazione.

Lily si chiese il motivo di quella non troppo velata allusione, soprattutto perché conosceva bene la storia della donna che aveva di fronte. Possibile che per lei fosse così facile parlare del suo passato? Suo padre, ad esempio, faticava ancora molto ad aprirsi con gli estranei.

«Perché, lei dove ha studiato?»

Charis rise divertita «Il rispetto è un'altra tipica caratteristica grifondoro, come ho fatto a dimenticarmene? Per quanto io ti dica di darmi de tu, continui sempre ad ignorarmi. Beh, suppongo che dovrò farci l'abitudine. Comunque, per rispondere alla tua domanda, ho studiato a Hogwarts. Una grande scuola, davvero, ma un po' carente in alcune materie. Come storia della magia.»

«Insomma, di Ruf si possono dire molte cose, ma non mi sembra carente, anzi. Infarcisce la lezione con così tanti particolari che credo di non aver mai resistito fino alla fine nemmeno una volta, dormivo prima.» 

«Allora credo di dovermi sentire onorata, perché durante le nostre ore in aula ti vedo sempre molto attenta - commentò Charis, divertita - In ogni caso non metto in discussione la preparazione di nessun professore, vivo o fantasma, solo il metodo. Nessuno a Hogwarts spiega come mai esistano i maghi o da dove tragga origine il nostro potere. Domande che fanno nascere molti altri interrogativi.»

«Capisco.»

In realtà non aveva capito molto, ma non sapeva come altro ribattere. Sinceramente, lei non si era mai fatta certe domande. Si era chiesta molte volte perchè aveva un fratello idiota come James, o troppo scaltro come Albus. Ma la genesi dei maghi andava ben oltre i suoi interessi.

Charis doveva essere della sua stessa opinione «Dubito che tu capisca, nonostante le tue straordinarie abilità. Ma non preoccuparti, sei ancora giovane. A sedici anni trovare le rispose a certe domande non è il principale obiettivo della vita, o sbaglio?»

Lily per tutta risposta cercò di abbozzare un sorriso, ottenendo come risultato solo una smorfia tirata. Nonostante le tue straordinarie abilità. Il suo cervello era rimasto fermo a quella frase, carica di troppi sottointesi. Che lei sapesse?

All'improvviso si sentì invadere da una sensazione così pungente e totalizzante da impedirle quasi di identificarla. Solo dopo un notevole sforzo riconobbe quell'ondata di sentimento sconosciuto come bramosia.

Si sentiva quasi stordita, incapace di mettere un confine a ciò che stava provando e terribilmente sconfitta. Da quando era arrivata a Durmstrang i suoi poteri si erano come addormentati, illudendola quasi di essere riuscita a tenerli sotto controllo. La realtà invece era che nessuno, sia fisicamente che mentalmente, le si era avvicinato così tanto da risvegliarle i suoi poteri.

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