VI capitolo

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Non erano in molti a vantare il dubbio privilegio di essere in grado di scatenare istinti rabbiosi nel freddo, controllato e solitamente fin troppo misurato Albus Potter.

Una di questi era, per sua sfortuna, Cassandra Nott. Mentre guardava il ragazzo in piedi di fronte a lei, così serio e rigido, la bella serpeverde provò il forte impulso di chiedergli scusa per avergli mandato quel primino in camera sua. Inutile dire che tutto ciò per lei era quasi contro natura, dato che era famosa per tutta Hogwarts per il suo caratterino d'acciaio, che non addolciva per nessuno. Forse.

Eppure, mentre spostava nervosamente il peso da un piede all'altro, quasi indecisa sulle parole da utilizzare per placare il disappunto di Albus, sembrava solo una ragazza insicura e indifesa, non la strega che tutti temevano di incrociare nei corridoi.

 «Cas te l'ho detto mille volte che non dobbiamo essere avventati. Cosa pensi che direbbe Scorpius se ci scoprisse?»

La ragazza lo fulminò con lo sguardo, arrossendo di rabbia. Tutta la sua remissività era evaporata a quell'unico, inappropriato commento.

«Ancora con questa storia? Al ti rendi conto che io non posso stare con il mio ragazzo quando mi pare per colpa di Scorpius Malfoy? Merlino, comincio a pensare che le battute di tua sorella abbiano un senso e che tu abbia davvero una storia con lui. Altrimenti tutto questo attaccamento non si spiega!»

Albus incassò il colpo silenzioso, addolcendo di poco lo sguardo mentre si avvicinava scompigliandole i lunghi capelli scuri, identici a quelli di Christina.

«Non dirmi che sei gelosa del mio migliore amico» le sussurrò divertito, con chiaro intento provocatorio.

Guardandola, Albus avrebbe potuto giurare che gli occhi castani di lei sarebbero diventati presto rossi, tanto ardevano di rabbia in quel momento. Adorava vederla furiosa, o felice, persino malinconica: perché lei non si scomponeva mai davanti agli altri, mentre per lui era come un libro aperto. Lei aveva sempre quell'espressione impassibile sul viso, qualunque cosa le succedesse intorno, ma lui aveva capito come decifrarla.

«Non sono gelosa, idiota! – ringhiò Cassandra, in risposta – Ma quattro giorni senza stare un po' da soli, solo per non scatenare turbe mentali nel cervello da gallina di Malfoy, francamente mi paiono eccessivi!»

Albus sorrise, incapace di rimanere arrabbiato con lei «Non ti preoccupare, amore. Dopo la tua brillante idea di oggi, dubito che dovremo nasconderci ancora per molto.»


***


«Oggi è Halloween!» strillò Christina, per la milionesima volta in quella mattinata, prendendo a saltellare per la sala comune di Grifondoro.

«Chris, dov'è finito il famoso contegno che caratterizza le famiglie purosangue? Sicura di non essere stata adottata? Io al posto tuo farei una chiacchierata con i tuoi.»

Hugo scoppiò a ridere, mentre Rose si limitò a lanciarle un'occhiataccia d'ammonimento. Niente litigi in sala comune, pena l'ira della perfetta prefetta (ora caposcuola) Weasley.

Christina non si scompose minimamente, limitandosi a sorridere in direzione dell'amica, e iniziando a canticchiare «Oggi arriva James, oggi vedo James...»

Lily si portò le mani alle orecchie con eccessiva teatralità e alzando gli occhi al cielo. Dopodiché, sopraffatta da tanto buon umore, decise che per lei era meglio sparire dalla sala comune. Non riusciva proprio a sopportare la sua amica quando faceva così e, come se non bastasse, il sentire tutta quella felicità la scombussolava interiormente, rendendola confusa e stanca.

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