Capitolo otto | I'd keep you there

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Ho freddo. Sto battendo i denti. Ammetto che forse non è stata proprio un'ottima idea quella di fuggire dal college in maniche corte e rifugiarmi al parco. Decisamente no.
Sto piangendo a dirotto. Sono a pezzi, non so nemmeno più se il mio cuore è ancora lì, dentro al petto. E adesso? Che cosa dovrei fare? Ora tutti sanno che cosa sono, che cosa siamo. Non so se Olly ha visto la foto o ne è venuto al corrente. Ho ricevuto parecchie chiamate, forse sei, da lui ma non gli ho risposto. Ho troppa paura, fa troppo male.
Sono seduto a terra, le ginocchia strette al petto, a guardare il calmo laghetto del St. James's Park. Non mi interessa della gente che passa, che mi guarda. Tanto, che differenza fa? Un'anatra mi nuota davanti con il suo andamento calmo e riposato. Do l'ennesima occhiata al cellulare e osservo lo sfondo che ho impostato qualche settimana fa: siamo io e Olly, abbracciati, proprio davanti al Big Ben. Un altro singhiozzo fuoriesce dalla mia gola e tiro su col naso.
«Non voglio lasciarti andare...» sussurro con la voce rotta. Sto davvero malissimo. Credo che mi stia venendo la febbre.
Solo quando sollevo lo sguardo dal telefono e dai bei ricordi, il mio cuore sembra risvegliarsi con un singolo battito. C'è un ragazzo sull'altra riva del lago. Si guarda intorno febbrilmente, quasi avesse preso qualcosa, e si tocca nervosamente il lobo dell'orecchio.
Il lobo dell'orecchio!
Spalanco gli occhi incredulo e scatto in piedi. Il respiro mi diventa sempre più affannoso. Quel ragazzo è Olly Alexander.
Mi metto a correre lungo il perimetro dello specchio d'acqua, cercando di raggiungerlo. E una volta arrivato là, che cosa gli dirò? Lo vedo allontanarsi e dirigersi verso una piccola zona appartata. È il luogo in cui ci siamo baciati per la prima volta. Mi rendo conto solo adesso che oggi sono tre mesi che stiamo insieme. Bel giorno, davvero memorabile...
Continuo a seguirlo a debita distanza, osservando i suoi movimenti, quindi si siede ai piedi dell'albero delle lanterne, la schiena contro il tronco. Afferra il telefono e digita qualcosa, il messaggio mi arriva in tempo reale.
"Mi manchi..."
Non posso più resistere, no. Devo andare da lui, abbracciarlo, baciarlo. Ma ho paura. Mi viene improvvisamente in mente un fatto accaduto anni fa, quando mia sorella ed io passeggiavamo per un centro commerciale e notammo una coppia di ragazzi tenersi per mano e, di tanto in tanto, scambiarsi dolci baci sulla guancia. Liselotte se ne uscì con un "Ma non si vergognano? Insomma, sono due maschi!".
Olly sta piangendo, so riconoscere quando lo fa. Il problema che si pone è: stare con la persona che amo ma non essere accettato per quello che sono, o rinunciare a Oliver per non essere denigrato?
Sento le lacrime scorrermi sul viso. Il petto mi fa un male cane.
Ma sai che c'è?! Che vadano a farsi friggere gli altri, io ho fatto la mia scelta e si chiama Olly Alexander.
Riprendo a correre con la gola stretta in un nodo e mi getto sul mio ragazzo, soffocandolo in un abbraccio.
«Che cosa diavolo...?» impreca lui «Ezra!» ci mette un secondo per realizzare che sono io che l'ho assalito.
«Fanculo gli omofobi!» gli sussurro nell'orecchio con la voce rotta e gli occhi ancora inumiditi «Io ti amo Olly Alexander e nessuno potrà cambiare questa cosa!» ora sto ridendo. Ecco, l'ho detto. Il mio torace si libera di un peso immenso e mi sento leggero come una piuma. Ora potrei volare sul serio.
Oliver ricambia l'abbraccio e mi attira a sé, facendomi cadere su di lui. Siamo sdraiati sul prato, uno sull'altro, e ci baciamo come pazzi. Ma dopotutto non è forse questo che siamo?
«Ti amo, Ezra» mormora in un sorriso contro le mie labbra.
Non c'è altro che io possa desiderare. Olly che dice che mia ama è la cosa più bella del mondo. Non voglio pensare ad altro che a lui. E continuo a piangere. Sono troppo emotivo? È Oliver che mi fa questo effetto.
Ora sono io ad aver ficcato la faccia nell'incavo del suo collo, era da un po' che non mi godevo il suo profumo dolce.

Ora sono io ad aver ficcato la faccia nell'incavo del suo collo, era da un po' che non mi godevo il suo profumo dolce

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#SpazioAutrice

Felice Santo Stefano a tutti voi! 🐶

Venerdì ci siamo divertiti un sacchissimo
Alla fine i nostri biscotti non erano poi così male, li hanno nominati tra i più buoni *sì, perché in classe eravamo divisi in gruppi e il compito era proprio quello di preparare biscotti tedeschi, ma forse l'avevo già detto?* 😎
E l'idea è piaciuta: anche mio padre ha proposto di fare dei dolcetti per i parenti! 😂 *stavolta sono venuti un pochino meglio*

Avete ricevuto dei bei regali? Spero di 🎁

Sono davvero grata a tutti voi per il supporto che continuate a darmi ❤
Zenkaih era pure arrivato al #166 posto! 😍
Vi adoro, grazie di cuore 🔝🦄

• Ire 👑

•| Every part of me you change |•        [O.A.]      #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora