Capitolo due | I'm gonna take you out

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Manca ancora una settimana prima che la scuola cominci. Gli alunni vengono fatti venire prima, solo chi vuole, per prendere confidenza con gli ambienti quindi io e Olly Alexander cominciamo ad esplorare l'università. Devo dire che non ho tanto senso dell'orientamento, più o meno quello di un cucchiaio, mentre il mio nuovo amico ne ha da vendere.
Ci spostiamo dalla mensa alle classi, dalla biblioteca all’aula magna, poi ci fermiamo nel giardino, all’ombra di un salice. Il parco è carinissimo devo dire. C’è una pace fantastica e, per adesso, un silenzio rilassante.
«Parlami di te» dico a Olly che, per tutta risposta, mi osserva stupito «Voglio conoscerti, visto che siamo “amici”» mi giustifico.
«Io, beh… Mi piace cantare» Alexander gesticola molto con le mani, lo noto solo ora. Io annuisco curioso.
«Aspetta qui» dice alzando l’indice e scattando verso l’ingresso. D’accordo, ammetto che è davvero strano quel tipo. Ritorna dopo una decina di minuti con una custodia per chitarre.
«L’avevo… Fatta portare prima del mio arrivo…» annaspa sedendosi nuovamente accanto a me. Quindi tira fuori lo strumento e si assicura che sia accordato. Da piccolo avrei voluto tanto suonare il pianoforte, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.
Olly Alexander si schiarisce la voce e mi guarda, le guance rosse, per poi cominciare a cantare.
«My nights always begin with some lies, always end up with some fights, I’m gonna take you out…»
Sgrano gli occhi. Ha una voce meravigliosa! Dolce e rilassante, unica. Davvero. Resterei ad ascoltarla per una vita intera.
«…I wish I knew how to behave like a human, I wish I knew more than my father before me…»
Resto lì incantato a fissarlo, rendendomi conto di quanto sia incredibile.
«…If you wear this night, you can see forever…» poi si interrompe di colpo e si volta verso di me con la testa bassa. Ha le guance tutte rosse e si tocca nervosamente il lobo dell'orecchio «Come sono andato? Questa canzone non andrebbe suonata solo con la chitarra, però...»
«Stupendo!» mormoro ancora impalato, con lo sguardo da pesce lesso e la bocca aperta. La mia voce è salita di un'ottava, di nuovo...
Olly Alexander mi sorride raggiante e si gratta la nuca ridendo tra sé. È così carino…

«Vieni, ti porto a cena!» trotta Olly davanti a me. Procediamo lungo il viale principale del parco e il mio nuovo amico sembra piuttosto entusiasta. Ho già perso l'orientamento dopo un paio di curve a destra e a sinistra, ma cerco lo stesso di memorizzare il percorso che stiamo facendo. Che cos'avrà in mente?
In dieci minuti raggiungiamo Charing Cross e realizzo dove mi ha portato: c'è un ristorante nell'angolo in cui si incontrano due vie. C'è un grosso cartello colorato con scritto...
«Byron?» socchiudo gli occhi indicando il punto ristoro con l'indice. Devo sembrare un completo idiota, ma non ho idea di che cosa sia. Non ne ho mai sentito parlare.
«Proper Hamburger! È molto buono il cibo qui...» mi dice con tono quasi supplichevole.
«Se lo dici tu»
Entriamo fianco a fianco e prendiamo posto in un tavolino appartato, quindi cominciamo a chiacchierare del più e del meno. È davvero bello parlare con Olly, sul serio. Non smetterei mai di farlo. E mentre ordiniamo, il tempo passa e io rimango imbambolato a guardarlo.
I suoi occhi azzurri sono splendidi, penetranti e dolci. Eppure sembrano nascondere altro… Mi pare sia nervoso, visto che si passa una mano tra i capelli piuttosto spesso. Devono essere davvero morbidi, così riccioluti. Per un attimo penso a come sarebbe poterli toccare, potermi passare ogni singolo ricciolino tra le dita, ma poi mi riscuoto da questa fantasia.
Anche mentre mangiamo i nostri panini non smettiamo di parlare di noi, delle nostre passioni, del perché abbiamo scelto questa scuola. E io non smetto di ammirarlo. Dovrei sentirmi strano a fissare un ragazzo in questo modo, eppure non lo faccio.
«Frappè? C'è il gusto Oreo» mi sorride complice. Abbiamo anche gli stessi gusti?! Ne ordiniamo uno e lo mangiamo in due, con le rispettive cannucce. Mentre risucchia il dolce fa delle facce buffe e non posso evitare di sorridere.
Appena finiamo la cena, ci incamminiamo verso il college felici e spensierati. Non mi divertivo così da tanto, devo dire. È una fortuna aver trovato da subito qualcuno con cui posso essere davvero me stesso.
Arriviamo in camera, facciamo una doccia a turno e ci infiliamo sotto le coperte. Sono esausto ma più leggero.

 Sono esausto ma più leggero

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#SpazioAutrice

Heyya! Allora... Questo weekend è successo il MONDO! Ma non ve lo racconterò qui. Se vi interessa saperlo, guardate il mio account Instagram 😉
Oppure posso scriverlo anche qui, come volete voi ❤

Passiamo alle cose serie: l'altro giorno *cioè sabato, ma ok* sfogliavo un giornale a caso quando ho visto una pubblicità che ha attirato la mia attenzione. Non so se avete presente quella degli occhiali da vista di Dolce e Gabbana #napoli... Ma, ecco, la cosa che mi ha colpita era il modello 😎

Perché lui è identico ad Ezra, ok?! E Ezra è frutto della mia fantasia, però vi assicuro che è così che me lo sono immaginato! Solo, aggiungete un po' più di nei su tutto il corpo

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Perché lui è identico ad Ezra, ok?! E Ezra è frutto della mia fantasia, però vi assicuro che è così che me lo sono immaginato! Solo, aggiungete un po' più di nei su tutto il corpo... 😅
Ci tenevo a dirvi questa cosa perché, boh, ne avevo voglia. Ho trovato tutto questo alquanto divertente 😂

• Ire 👑

•| Every part of me you change |•        [O.A.]      #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora