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Scendo alla fermata e mi incammino verso il centro commerciale, per cercare un costume in vista di Halloween. Mancano poco meno di quindici giorni e mi devo affrettare, prima che finiscano tutti i costumi migliori. Sorpasso le porte scorrevoli, salutando la guardia, e mi dirigo diretta nel negozio in cui mi servo ogni anno. Solitamente ci vestiamo in coppia, tipo Ginger e Fred, Thelma e Louise, per cui devo trovare un costume che possa andare bene per coppia, in quanto ci andrò con Jacks. C'è un gran baccano, proveniente dal piano di sopra ma, lo ignoro, troppo concentrata a messaggiare con il mio migliore amico. Entro e mi perdo subito in quei corridoi, stracolmi di rastrelliere con su' appesi tutti i generi di costumi. Passo in rassegna quelli più belli e, alla fine ho un'illuminazione. Chiamo subito Jackson:

<< Ehi, ho avuto una magnifica idea>> lo saluto, quasi urlando.

<< Okay, dimmi>> risponde.

<< Ho qui davanti, i costumi di Harley Quinn e Joker, che te ne pare?>> domando entusiasta.

<< Assolutamente sì, ottima idea, prendili subito, poi ti restituisco la metà quando torni o lunedì a scuola>> concorda. Afferro i costumi e mi volto, per andare alla cassa. Sbatto su qualcuno, Rio!

<< Ehi, ciao>> lo saluto. Mi rivolge solo un cenno con la testa e poi, fa per vedere quello che ho in mano. Mi allontano, veloce. Non so' come mai ma non voglio li veda, certamente avrebbe da dire qualcosa di sgarbato o a mo' di presa in giro. 

<< Mica ti mangio>> borbotta, in risposta.

<< Scusa, devo andare>> cerco di allontanarmi, la sua presenza, il suo profumo, mandano a gambe all'aria tutti i miei propositi di distacco. Mi giro velocemente, nemmeno fossi un serpente a sonagli, scappando. La sua mano sul braccio, mi ferma. 

<< Paga e ti riaccompagno a casa>> sembra quasi un ordine. Resto per un secondo immobile, senza dire o fare nulla, con la scossa che mi attraversa tutta. Poi ricordo, l'ultima volta, come mi sono sentita. 

<< Mi spiace, ho un impegno. Jackson mi aspetta e non voglio farlo attendere. Piacere di averti rivisto, ciao Rio>> non posso e non voglio dargliela vinta. Anche se il nostro "rapporto" fosse solo fisico, non implica mancarmi di rispetto, come ha già fatto. E' bene capisca che io, non sono come tutte le adolescenti, che davanti a degli addominali, si trasformano in zerbini. O come quell'Anastasia Steel del famoso libro, che si fa fare di tutto, solo per il fatto che lui è bello e pieno di soldi. Io rispetto me stessa e lui deve fare altrettanto. Vado, così, dritta alla cassa e poggio i costumi sul bancone pagando. Esco alla velocità della luce, quasi correndo, sperando e pregando che il bus, non ci metta troppo ad arrivare. Non mi volto indietro, mai. Arrivo alla fermata e, tempo due minuti, l'autobus arriva. Una volta dentro, tiro un sospiro di sollievo e, sedendomi al solito posto, osservo il panorama, finché non arrivo a casa. Attraverso la strada, un pirata, quasi mi investe inchiodando a pochi centimetri dalle mie gambe. Ripresami dallo shock, vedo che c'è lui al volante.

<< Rio? Che fai qui, mi stai seguendo?>> domando, avvicinandomi al finestrino.

<< Non vedo perché dovrei, sto' andando a salutare un'amica>> il tono lascivo con cui si sofferma sulla parola amica, mi fa capire che genere di saluto gli stia portando. 

<< Capisco, beh, buona serata>> scappo via, di nuovo, infilandomi nel grosso portone. Mi ci appoggio, per calmare il battito impazzito del cuore ed arginare le lacrime. Chiunque sia la persona con cui ha appuntamento, si smuove per andare da lei. Con me una cosa veloce in macchina, dove potevamo essere visti da chiunque. E' proprio uno stronzo, non c'è altro da dire. Con questo pensiero, decido ancor più fermamente di stargli lontana. Entro in casa e vengo accolta dal profumo dei muffin di Rosa. 

SIAE Darkness & Light Vol.1- Daniel Sharman AMAZON. Pubblicato 09 Ottobre 2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora