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Non erano dei ragazzi molto simpatizzanti alle le manifestazioni d'amore, l'avevano dimostrato svariate volte, ma chissà perché in questa nottata fresca, dove la luna splendeva nel cielo spoglio di stelle, avevano come la necessità di dire e fare cose che prima non avrebbero nemmeno mai immaginato.

Volevano urlarsi il loro amore, i loro sentimenti, tutto ciò che il loro cuore aveva sigillato per tutto questo tempo... fino ad oggi.

E, per fortuna, questo momento era arrivato.
Harry, appunto, aveva deciso di farsi avanti dichiarando il suo amore con le note di una canzone ma, non aveva mai immaginato che anche Eleonore avesse pensato la stessa medesima cosa.

PUNTO DI VISTA DI HARRY.

«Ci sono sette miliardi di persone in questo pianeta, milioni di paesini, centinaia di posti in cui una persona può andare. Ma, io, io che vagavo alla ricerca di qualcosa di oscuro anche per me, ho deciso proprio di passare qui. E ringrazio il destino, Dio, per aver mosso le mie gambe da te. Te che in poco tempo sei entrata nella mie vene, dentro la mia pelle e all'interno del mio cuore. Te che mi hai reso una persona migliore, felice, una persona che era andata persa tanti anni fa.
Così, ho pensato, nella mia mente oramai piena di te, di scriverti una canzone. Spero di farti percepire i miei sentimenti.» avevo detto con un groppo in gola mentre il silenzio della via degli artisti di strada mi faceva male alle orecchie.

Vedendo che la ragazza al mio fianco non accennava ad aprire bocca presi tutto il mio coraggio e lo trasmisi alla mia amatissima chitarra.

Avevo passato tutta la notte a scrivere il testo e la melodia di questa canzone e, devo dire che ne ero pienamente soddisfatto perché rispecchiava in pieno ciò che volevo dirle.

PUNTO DI VISTA DI ELENOIRE.

«Your Hand fits in mine
like it's made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
and i'm joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me...» harry aveva iniziato a cantare ed io non potevo credere alle mie orecchie...aveva una voce così soave!

Era una melodia così dolce e bella quella che stava suonando che non potei fare a meno di piangere.

«I won't let these little things
slip out of my mouth
but if I do it's you (oh, it's you)
they add up to
i'm in love with you
and all these little thing...» presa da un'istinto, sfilai il violino dalla custodia vecchia e lo posai sulla mia spalla, accompagnando le note di questa canzone. Ignorai il fatto che anche io avessi scritto qualcosa di melodico per lui, che forse glielo avrei cantato più in là, quando il cielo era più scuro, magari dopo aver fatto l'amore.

PUNTO DI VISTA IN TERZA PERSONA.

Erano piccole le cose che amavano l'uno dell'altra.

Si erano innamorati di loro stessi e di ogni piccolo particolare.

Che forse era proprio quello il bello, si amavano nonostante tutto.

La loro era una piccola bolla di amore vero, amplificato da un passato tormentato.

Perché, possiamo dire tutto, ma non che questi due ragazzi non si amassero, e ne abbiamo la prova dalle parole che si dissero sottovoce mentre la melodia continuava a spaccare la quiete della via.

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