Aurora
Giacomo sembrava ansioso di parlarmi. Avrebbe voluto farlo subito, dopo la notizia dei gemelli, ma l'occasione era sfumata nello stesso istante in cui Eva e Marco Corindone ci avevano invitato a prendere posto a tavola. Era pronto il pranzo domenicale tanto atteso, non solo per far da contorno a quanto avremmo voluto annunciare e confessare tra noi, ma anche per le prelibatezze preparate da mani eccellenti ed esperte nell'arte culinaria, in grado di risollevare le aspettative dei nostri palati più pigri.
Tutti erano impegnati in qualche tipo di conversazione ed era un sollievo, perché non avrei mai sopportato il silenzio, in qualsiasi forma, non nel giorno in cui i gemelli conoscevano per la prima volta i loro nonni paterni.
Marco ed Eva Corindone sembravano aver accolto bene la notizia delle nostre due adorabili pesti, persino il nostro nuovo tentativo di unione. I genitori di Jonathan stavano parlottando con i miei riguardo chissà quali faccende aziendali, in quel momento, ma sorridevano...questo era l'importante.
Intanto, i gemelli venivano spupazzati da Patrick e Olivia, in compagnia di Claudia e suo marito, che non perdevano occasione di fare facce buffe per far loro sorridere. Persino la loro principessina, la mia dolce ed unica nipotina, non perdeva d'occhio i suoi cuginetti.
Tutto era perfetto, tutto stava procedendo al meglio e per il meglio. Le mie aspettative avevano tirato un sospiro di sollievo, ma Giacomo continuava a fissarmi dall'altro lato del tavolo con sguardo di chi la sapeva lunga. Dai suoi occhi castani e dalle sue dita, che scorrevano continuamente in mezzo ai suoi capelli biondini, percepivo che c'era qualcosa di molto importante rimasto in sospeso, e che quindi ancora non era stato rivelato a tutti noi. Dal canto suo, Charlotte si muoveva con destrezza e disinvoltura lungo la tavola per acciuffare quante più portate possibili per riempirsi il piatto.
Dovevo ammetterlo, da quando John mi aveva parlato di lei in negativo mi ero lasciata condizionare, influenzare e coinvolgere dai suoi racconti. La mia capacità di giudizio sembrava essersi offuscata a causa dell'opinione che lui nutriva nei confronti della cognata, e non mi piaceva per niente, ma...i dubbi erano dubbi. I pregiudizi erano un'altra cosa, no?
Jonathan era seduto tra me e la sua amata e adorata sorellina Silvia, che non faceva altro che raccontargli simpatiche e buffe storielle che aveva letto, mentre io ero posizionata tra lui e mio fratello Sebastian, che non perdeva occasione di prendermi in giro.
Questa era la mia famiglia. La mia nuova grande famiglia.
E quasi non riuscivo a crederci.
Soltanto fino ad un mese fa tutto questo mi era sempre sembrato soltanto un sogno, un'utopia, ed invece adesso era realtà. Il mio matrimonio con Jonathan era il tassello mancante al completamento dei miei più grandi desideri ma iniziai ad avere fede a riguardo. Forse, la mia unione con lui sarebbe arrivata prima di quanto credessi. Per ora, mi godevo questo momento tanto atteso, senza chiedere altro ma semplicemente ringraziando il Cielo.
Jonathan era qui, accanto a me, i nostri gemelli stavano benissimo e sarebbero cresciuti con noi. I nonni materni e paterni erano amici tra loro ed era piacevole ascoltare il suono delle loro voci.
Chiusi gli occhi e sorrisi.
Dio, che serenità e pace.
Non potevo stare meglio di così.
" Dove hai lasciato la tua fantastica ragazza, fratellone? " chiesi riaprendo gli occhi, addentando della buona pancetta al barbecue.
Seb fece una smorfia e mi rispose con ancora la bocca piena di lasagna: " Da qualche parte, in Toscana. "
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Sognavo di te - Trilogy of forgiveness Vol. 2
ChickLitSe la tua vera vita non fosse quella che pensi? Come ti sentiresti? Se ciò che credevi realtà invece non fosse altro che un sogno? O viceversa? Cosa faresti? Se non riuscissi più a capire cosa sia vero o irreale? Giusto o ingiusto? Come reagire...