Court //

3.1K 186 29
                                    

Aurora

Quando mi aveva promesso che avrebbe dimostrato il suo amore incondizionato per me con ogni mezzo, non credevo che dicesse e facesse sul serio. Non pensavo che arrivasse fino a questo punto, nemmeno nelle mie fantasie. 

Invece...

Casa mia era diventata una serra, una pasticceria ed una gelateria. Jonathan non faceva che farmi recapitare fiori, dolci e gelati, continuamente. I cornetti caldi erano d'obbligo ogni sabato e domenica mattina. Poi, c'erano i vestitini per i gemelli, qualche giocattolino...

Felicity e Carlotta ne erano sconvolte. E ovviamente, mi ritenevano una pazza per tenere ancora a distanza un ragazzo del genere. Un ragazzo che si era pentito per tutto ciò che mi aveva fatto, che era cambiato in meglio, che era maturato, che intendeva dimostrare quanto fosse pronto e disposto a fare e a dare per le persone che amava, che sapeva come corteggiare una donna, che non si arrendeva mai, che perseguitava l'obiettivo con tutte le sue forze e che non si sarebbe mai fermato e arreso fino a quando non l'avesse ottenuto. 

La cosa ancora più assurda, era il ritrovarmi nella cassetta della posta frasi dolci, romantiche e motivanti per iniziare al meglio e con il sorriso ogni singola giornata. 

Quella mattina di fine Novembre, l'Università era colma di striscioni, cartelloni e fotografie di paesaggi scattati a Venezia. I disegni fatti a mano erano meravigliosi e le frasi romantiche, strappalacrime, a pennarello, ad inchiostro, a matita, a penna, erano capaci di far sciogliere persino ragazzi Iceberg, ed erano ovunque. 

Ovunque

E mentre in molti - intorno a me -  si chiedevano chi avesse realizzato tutto questo, e a quale Aurora iscritta in Università si stesse rivolgendo, sentendomi osservata alzai il volto verso l'alto...e lo vidi. 

Dalla balconata del terzo piano ben visibile dall'atrio principale, ecco che individuai il mio corteggiatore incallito con le braccia incrociate sul parapetto ed un gran sorriso furbetto stampato sulle labbra chiare e sottili. 

Labbra capaci di togliermi il respiro, sempre. 

Il suo sguardo color verde foresta era fisso su di me e per un attimo s'incatenò con il mio con una potenza ed intensità devastante e destabilizzante tale da non farmi vedere altro che lui. Il resto si era perso dentro una nebbiolina fitta fitta, persino le parole pronunciate dai presenti in quell'atrio sembravano distanti da me. Le ginocchia vacillarono, mi tremarono per l'emozione, stava rischiando di farmi sciogliere sul pavimento.  

Roteando gli occhi scossi la testa e risi piano, poi ripresi il mio cammino verso la 400, proprio l'aula nella quale c'eravamo conosciuti, o meglio...incontrati dopo anni e anni di lontananza. Ancora non riuscivo a credere che quando eravamo bambini giocavamo insieme in azienda. C'eravamo persi e poi ritrovati, senza saperlo. Incredibile. 

Era come se da sempre fossimo destinati ad incontrarci. 

Scoprii numerose ragazze sospirare e chiacchierare concitate, messe a cerchio intorno ad un banchetto, quando varcai la soglia dell'aula pronta per seguire la lezione. Avanzando, notai un gigantesco fascio di rose blu con un bigliettino in pergamena scritto ed attaccato su un lato della composizione: " Per le rose rosse, aspetto. Io ti aspetto, perché Ti amo. E tu? " 

Scoppiai a ridere, senza riuscire a trattenermi. Quel banchetto rappresentava il punto esatto in cui avevo involontariamente pestato i suoi appunti la prima volta che c'eravamo incontrati qui, in Università. 

Appunti del destino. 

Scossi la testa, subito dopo. 

Era pazzo. 

Sognavo di te - Trilogy of forgiveness Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora