Giacomo
Quando vidi Jonathan ed Aurora fare il loro ingresso in sala, l'uno accanto all'altra mentre si tenevano teneramente per mano, il mio cuore straripò di gioia. Soprattutto per Aurora.
Per lei.
Era indescrivibile quel che provai.
Amavo entrambi, certo, ma Aurora era la mia migliore amica, la mia confidente personale, l'amavo come se fosse mia sorella.
John era mio fratello maggiore per davvero, più grande di me di un solo anno, ma quel che era successo tra noi...non aveva fatto altro che raffreddare il nostro rapporto ed allontanarci sempre di più, creando una solida ed alta barriera in grado di dividere le nostre vite e di distruggere ciò che eravamo stati in passato. Era come se facessimo parte di due mondi completamente opposti adesso. Sembrava quasi impossibile un'arresa totale e una buona riappacificazione per poter tornare ad essere veri fratelli.
Ovvio che non potevamo dimenticarci comunque di avere lo stesso sangue e lo stesso padre, di far parte della stessa famiglia e di lavorare nella stessa azienda. Poco importava se mi aveva soffiato il posto di amministratore delegato, sarei stato comunque onorato e lieto di prendere il posto di zio Patrick, un giorno, e di seguirlo come suo vice, perché avevo piena fiducia in Jonathan, nelle sue capacità, nonostante le apparenze e le divergenze.
Finalmente era rinsavito in tutti i sensi ed eravamo tutti più sereni e al sicuro, ora. Alleluia.
E qualcosa mi faceva sperare - nonostante tutto - che forse l'avrei ritrovato per davvero...come amico, fratello e alleato.
Quel pomeriggio, Aurora mi aveva messo al corrente su ogni sviluppo della loro vicenda amorosa. E la sua presenza in questa festa mi faceva ben intuire e sperare che presto tutto si sarebbe risolto al meglio.
Era appena arrivata in compagnia di John. Cosa desiderare di più per lei?
Mio fratello aveva visto per la prima volta i suoi straordinari gemelli, i suoi figli. Aveva tenuto Marco Patrick ed Eva Sofia per la prima volta fra le sue braccia, visto i loro visetti dolci, doveva essere stata una bella emozione. Impossibile da esprimere a parole, sicuramente.
Chissà cosa si provava a diventare padre.
John si era ripreso alla grande dall'incidente, dovevo ammetterlo. Ero contento di vederlo forte ed in salute, e soprattutto in piedi. L'ultimo ricordo che avevo di lui risaliva a circa nove mesi fa, in quella freddissima notte di Gennaio in cui lo trovai riverso sull'asfalto e privo di sensi, dopo che Alberto e Mirko...
Scacciai quel ricordo dalla mente scuotendo la testa, ma i miei occhi si soffermarono comunque su quel tatuaggio che avevo al polso destro, simbolo di un passato da cancellare. Come avevamo potuto unirci a quei folli criminali? A quella specie di gang? Potevano quei ragazzi essere considerati da noi come una famiglia? Tra l'altro eravamo con loro solo per puro divertimento e per abbattere la noia. Incredibile, io ero riuscito a svignarmela in tempo, ma John...era rimasto con loro e per poco non ci aveva rimesso la vita. Inutili erano stati i miei tentativi, i consigli, le mie chiamate, i miei messaggi. Lui non mi aveva ascoltato, anzi mi aveva allontanato, respinto.
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Sognavo di te - Trilogy of forgiveness Vol. 2
Chick-LitSe la tua vera vita non fosse quella che pensi? Come ti sentiresti? Se ciò che credevi realtà invece non fosse altro che un sogno? O viceversa? Cosa faresti? Se non riuscissi più a capire cosa sia vero o irreale? Giusto o ingiusto? Come reagire...