Teorema

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Lo scenario che ho davanti è un caffè e un agitatissimo Luca con la sigaretta in bocca.
Io sorrido.
Parliamo di noi, parliamo di politica, di lavoro, dell'Università.
Dice che vuole andare a Barcellona.
Dico che piacerebbe un sacco anche a me.
Parliamo di Jasmine, della loro famiglia.
Mi racconta che è più di un anno che non ha una vera e propria storia con una ragazza. Dice che è stato tradito.
E poi esclama: -"L'amore non esiste"-
Lo guardo con sospetto.
-"Ferradini cantava 'parli da uomo ferito' no,?"-
Mi guarda, strizza gli occhi, non risponde subito.
Poi: "-Parlo secondo quello che ho vissuto io. Senza nulla togliere a Ferradini"-
-"Anch'io sono stata ferita. Ma continuo a credere nell'amore"-
Mi corregge -"Credi a quello che credi sia amore"-
-"So cosa dico!"-
-"Non mi sembra"-
-"Ah beh per fortuna lo sai tu allora"-
Ride.
Proseguo: -"Io non credo. Io so. L'amore è reale, esiste; ha un viso e due occhi"-
-"Beh allora beata te"- Sospira.

Oh sì che parla da uomo ferito!

-"Mi infastidisci dalla prima sera che ti ho incontrato"- gli dico poi di getto, senza espressione.
-"Allora che ci fai a un caffè con me?"- Sorride di nuovo.
-"Proprio per questo."- Rido, poi continuo: -" Se qualcuno provoca in me una reazione...è già una gran cosa, non importa se sia bella o brutta"-
È sorpreso. Fa un sorriso a tutti denti.
-"Passeggiamo?"-
-"Si"-

Passano i giorni.
I caffè con Luca sono diventati quotidiani.
Nulla di esplicito, non abbiamo parlato di che cosa significhi il tutto.
Semplicemente discutiamo, argomentiamo quello che dice il giornale, parliamo del più e del meno, ma parliamo per ore.
Non ci siamo mai neppure sfiorati.
Penso che stia nascendo un'amicizia, ma non so perché tal pensiero mi disturba un po'.
Perché, forse, voglio qualcosa di più?
O perché so che con me non ha strada lunga questo ragazzo?
Non sono in grado di rispondermi, ma prendere il caffè con lui è diventato il pezzo migliore della giornata. Non posso negarlo.
Loris è contento, Luca gli piace un sacco.
Per non parlare di Alice .
Arriva il fine settimana, siamo al solito bar. L'aria adesso è fresca.
Mi emoziona sempre l'arrivo del freddo, penso alle copertone, il camino acceso, una tazza di cioccolata calda, un buon libro da leggere.
Mi rattrista però, il pensiero che Fabio non sarà lì accanto a me, questo inverno. Non sarà lì a scaldarmi il cuore. E io non sarò la stessa che ero l'anno scorso. Mai più.
Sento scuotermi.
-"Pianeta terra chiama An!"-
È Loris. Mi porge l'accendino. Mi accorgo solo ora che ho in bocca la sigaretta spenta.
Gli sorrido. Accendo.
-"Tutto ok?"-
Annuisco.
-"Senti,che ne dici, se domani vieni a mangiare una pizza con noi..?"-
-"Con te e Jasmine? No. Non sono il tuo reggi candela!"-
Sorride: -"C'è anche Luca"-
Non riesco a trattenere il sorriso. Merda.
Loris coglie al volo l'occasione per sfottermi senza pietà. Capirai!
Poi mi prende il viso tra le mani calde:
-"Allora ti conto"-
-"Conta"- Sorrido.

Mi sto truccando. Scruto me stessa attraverso lo specchio.
Indosso un pantalone nero elegante con sopra un top del medesimo colore, che allegria!
Infilo sopra il giubbetto di pelle.
Sciolgo i capelli mossi.
Bussano alla porta del bagno. La voce di mia sorella squilla:
-"Quanto ti manca? Devo fare pipì"-
-"Metto il rossetto e ho fatto Ele"-
-"Muoviti cazzo"-
-"Dolce"-
Esco di casa, entro in macchina.
Cinque minuti e sono davanti la pizzeria.
Non vedo nessuna delle loro macchine ancora.
Vabbè. È triste la vita di un puntuale, un insieme di solitudini immeritate.
Rido tra me e me. Sono in piedi, appoggiata alla macchina.
Una macchina mi lampeggia, la riconosco. È Luca.
Mi da due baci sulle guance. Sorride come chi lo sa fare, e ne è consapevole.
Scambiamo due parole , arrivano gli altri .
Cena tranquilla, si parla, si ride, si scherza.
Raccontiamo episodi.
Jasmine non parla molto stasera. Guarda Loris, non gli stacca un attimo gli occhi di dosso. Lo guarda in modo strano.
Ma do poco peso alla cosa, sono presa a scrutare Luca, preso dai suoi racconti.
È proprio bello.
Si passa la mano sulla testa rasata, gli occhi scuri gli sorridono, la bocca semi aperta.
Ha la barba curata, il piercing sotto il labbro.
Indossa una camicia bianca, un pantalone blu elegante.
Ribadisco. È proprio bello.
Usciamo a fumare, solo noi due.
Ho bevuto parecchia birra, mi gira la testa. Anche a lui.
Ridiamo.
Siamo seduti su una panchina, osserviamo il panorama.
Mi guarda.
-"Smettila"- dico.
-"Di far cosa?"-
-"Di fissarmi"-
-"Ci provo"-
-"Ci provi?"-
-"Certo! Credi che mi piaccia starmene ore a guardarti con la faccia da coglione?"- Ride.
Non so cosa dire. Mi gira la testa. A questo punto non so se sia solo per via della birra.
Mi avvicino a lui, abbiamo i nasi appiccicati. Ci guardiamo a lungo.
Poi un momento, una frazione di secondo.
Sento le sue labbra sulle mie. Trema. Mi accarezza il viso, mi stringe le mani. È meraviglioso.
Poi ci guardiamo, ridiamo. Siamo complici di qualcosa che non si sa bene cos'è. Ma lo siamo.
Farfalle nello stomaco. Gli accarezzo il viso.

Poi tutto smette di girare, ritorniamo a terra ferma, sento qualcuno sgranchire la voce.
Ci stacchiamo, Loris ci guarda dall'alto.
Fa un sorriso che sembra forzato.
Dice: -"Noi andiamo, Ja non si sente bene, vuole andare a casa sua"-
È troppo serio. Qualcosa non va, penso.
Luca si preoccupa: -"Che ha?"-
-"Niente di che, crede sia febbre"-
Entriamo. Jasmine è seduta tutta imbacuccata con la sciarpa. Anche lei seria.
Salutano in modo frettoloso, poi escono dal ristorante.
-"Strano"-
-"Cosa?"- Mi chiede Luca
-"Loris, a malapena mi ha salutata.
Non è da lui"-
-"Aveva fretta"-
-"Si ma non è da lui"-
-"Stai tranquilla.."-
-"Vorrei andare a casa, la testa mi esplode"-
-"Ti accompagno alla macchina"-
Arrivati, mi abbraccia.
Ricambio.
È un bel posto, penso, il suo abbraccio.
Entro in macchina, parto, lo guardo dallo specchietto retrovisore, mi manda un bacio.
Sei uno spettacolo, penso.

Come CalamiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora