"DRINN"
La sveglia suona da piú o meno 5 minuti, ma sono stanchissima visto che ieri sono andata a letto tardi e non riesco neanche a reggermi in piedi.
Alzo la coperta e un brivido di freddo mi penetra il corpo; stavo cosí bene sotto quel piumone.
Prendo il vassoio che ho usato la sera prima e lo porto di sotto, in cucina. Apro le tende ed esco sul terrazzo per vedere se la cittá si é già svegliata. Sto qualche minuto, dopodiché decido di rientrare e fare colazione.Chiudo la finestra e mi preparo una tazza di latte, la bevo insieme ad una fetta biscottata con sopra un abbondante strato di Nutella e me ne torno di sopra lasciando la tazza nel lavandino.
A volte odio abitare da sola, normalmente alla mia età i ragazzi non lavano i piatti, quello é piú un lavoro da mamme, ma per venire a giocare qui, sono dovuta andare via dal mio paesino, ho preso una scelta e nonostante sia difficile, a soli 17 anni, amo poter giocare in Serie B.
Prendo la borsa e inizio a girare per casa cercando ginocchiere, calzettoni e nastro per le mani.
Le uniche cose che sono giá pronte sono la maglietta e le scarpe.
Dopo poco riesco a trovare tutto, metto le cose nella borsa, mi faccio una bella coda stretta, infilo i pantaloni della tuta ed esco di casa.
Sono le 7.30 e quando arrivo in palestra le mie compagne sono giá tutte lí, e come al solito sono l'ultima. Aspettiamo qualche minuto e poi partiamo. La partita é alle 11.00 e quando arriviamo abbiamo soltanto pochi minuti per cambiarci.
Oggi giocheremo contro una squadra di Terni, abbastanza forte ma non imbattibile.
Finalmente l'arbitro fischia e la partita comincia; io faccio l'alzatrice e mi trovo in prima linea.
Iniziamo bene e anche se con un po' di fatica il primo set é nostro.
Il secondo set é molto piú pesante e nonostante il tanto impegno se lo aggiudicano loro.
Nel terzo set siamo in vantaggio e riusciamo ad agguantarcelo, cosí come il quarto set.
ABBIAMO VINTOOO.
Siamo tutte molto felici e decidiamo di andare a pranzo in qualche ristorante qua vicino visto che sono le 13.00 ed abbiamo tutte molta fame.
Prima di rientrare in spogliatoio il mio allenatore mi chiama e così retrocedo.
Davanti a lui c'é un uomo in giacca e cravatta, sceso dagli spalti dopo la partita, che gli parla di me. Mi sembra sia un dirigente di una squadra di pallavolo, ma non mi ricordo quale.
Gli dice di quanto io sia brava e rivolgendosi a me dice:" Sai, su a Trento siamo un po' carenti di palleggiatrici. Abbiamo intenzione di rinnovare un po' il sestetto ed è da qualche mese che ti teniamo d'occhio. Cosa ne pensi di venire a fare una prova con la nostra squadra in serie A?"
IO. A TRENTO.
Mi si illuminano gli occhi dalla gioia, sto per piangere.
Abbraccio il mio allenatore e sento il mio cuore battere all'impazzata, non riesco a crederci.
L'uomo mi dice che domani verrà nella nostra palestra per chiarire tutto e che se andrà tutto bene nel giro di due settimane sarò a Trento.
Con gli occhi lucidi dall'emozione torno nello spogliatoio.
Le mie compagne si stanno lavando sotto la doccia e quando entro si accorgono di quanto io sia emozionata e mi chiedono che cosa sia successo; io spiego loro la situazione e loro sono molto sorprese.
Rimangono di stucco e qualche secondo dopo ci abbracciamo tutte, piangendo e gioendo allo stesso tempo.
Nel ristorante parliamo solo di questo, ormai è il nostro argomento preferito.
Verso le 15.00 torniamo a casa e una volta entrata in camera mi stendo sul letto, prendo il telefono e chiamo i miei genitori."Pronto Amore" risponde mamma.
"Pronto Mamma" dico io squillante.
"Come mai mi hai chiamato, normalmente non telefoni mai..." continua lei in tono scherzoso.
"É-é-é che...mi hanno convocato per...la squadra femminile del Trento. In serie A."
Per qualche minuto nessuno risponde, come se fosse caduta la linea.
Ad un certo punto mia madre riprende a parlare.
"Amore ma-ma...é bellissimo. Sono fiera di te, sapevo che ce l'avresti fatta."
"Anch'io sono contentissima, ma la domanda che veramente volevo farti é...mi lascerai andare a Trento da sola, a 17 anni?"
"Io...bé, so quanto tu lo desideri e so che sei molto responsabile...e potrei venire a trovarti molto spesso..."
"Questo é un si?" chiedo con ansia.
"Io-io penso proprio di si." risponde lei infine.
Sono la ragazza più felice del mondo. Non avrei potuto desiderare di meglio. E' semplicemente tutto ció che avevo sempre sognato e finalmente non è più soltanto un sogno.
La mattina dopo, al suonare della sveglia, stranamente non la rimando come ho sempre fatto, ma la spengo, mi alzo, mi vesto, faccio colazione ed esco.Prendo l'autobus delle 8.00 che va dritto dritto in palestra e appena arrivati sono la prima davanti alle portiere.
Scendo, percorro una breve strada fino ad arrivare nel parcheggio della palestra.
Proseguo fino alla porta, la apro ed entro. Faccio la strada per gli spogliatoi, mi cambio e insieme all'unica mia compagna arrivata iniziamo a riscaldarci.Quasi mezz'ora dopo, l'uomo in giacca e cravatta si presenta.
Il segretario va ad aprirgli e poco dopo l'allenatore mi chiama da lui."Innanzitutto vorrei presentarmi. Ieri non ti ho neanche detto come mi chiamo." disse l'uomo.
"Io sono Francesco e sono uno dei collaboratori della squadra di pallavolo femminile di Serie A del Trento. Ho il compito di cercare ragazze fra serie B e C che possano giocare in serie A. Ti ho vista giocare qualche mese fa in una partita e mi eri piacuta molto, cosí ho deciso di venire a vederti di nuovo."
"Ooh..ehm..grazie mille. Io mi chiamo Aurora e sarei veramente onorata di poter venire a giocare a Trento."
"Ed é per questo che sono qui, per portarti da noi." dice con sicurezza ma accennando un sorriso.
Questa frase suona così bella alle mie orecchie.
Circa due giorni dopo mi ritrovo a fare le valigie per partire.
Ho preparato una lista, ma il problema è che non la trovo da nessuna parte e cosí la cerco dappertutto.
Barro la casella dell'accappatoio, delle ciabattine, degli asciugamani e delle lenzuola; infondo mi rimangono solo tutti i vestiti, le cose da pallavolo e vari oggetti per il viso come trucchi o creme.
Andrò ad abitare in un condominio vicinissimo alla palestra, ideato proprio per gli atleti piú giovani e che quindi non avendo la macchina non possono abitare troppo lontani. L'affitto inoltre non è alto e dalle foto è un posto davvero carino.Ad un certo punto il campanello suona, io vado al citofono e dalla voce capisco che è mia madre.
Apro la porta e fuori mi ritrovo i miei genitori, con gli occhi lucidi, ma con un sorriso immenso.Mia madre mi abbraccia di colpo.
Sento le sue mani stringermi dietro la schiena, ha il suo solito profumo, le voglio così bene. Quando si stacca guardo mio padre sorridere, non dice niente, è lì e non sa cosa dirmi se non "Ci avrei messo le mani sul fuoco che ce l'avresti fatta."Mi da un bacio sulla guancia e poi entrambi entrano. Mia madre prepara i suoi classici tortellini con panna e salsicce e poi riscalda un po' di petto di pollo che avevo nel congelatore.
E' tutto buonissimo; da quanto tempo che non mangiavo cosí bene.
Verso le 23.00, dopo avermi aiutato a sparecchiare, mia madre mi confida:" So che ce la farai, ce l'hai sempre fatta!" e mi abbraccia subito dopo. Allora papà prende il giacchetto e tornano a casa.Quella sera rimango a guardare RealTime molto a lungo, non perché il programma mi piaccia particolarmente, ma solo perché non voglio dormire e perché se spegnessi molto probabilmente penserei troppo a quello che succederà domani.
Mi addormento guardando 'Abito da sposa cercasi' e la televisione si spegne in Stand by.
Mi sveglio diverse volte, é normale in fondo, sono molto agitata.
Non potevo sapere che da lí in poi la mia vita sarebbe cambiata per sempre.Ho deciso di allungare i capitoli, piú o meno saranno tutti di questa lunghezza. Ciaoo💘
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Un Amore Sotto Rete
FanfictionAurora ha 17 anni, abita a Perugia e gioca con la Serie B del suo paese. Simone invece ne ha 20, é di Bolzano ma gioca a Trento con la prima squadra, ovvero la Diatec Trentino. Entrambi amano il loro sport e grazie a questo si conosceranno... Ma la...