5.

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Il rullo di tamburi della mia sveglia mi fece sobbalzare.
Simone si era giá svegliato e mi aveva preparato un cappuccino ancora fumante sopra al tavolo.
"Perché non mi hai svegliato, ce l'hai fatta ad alzarti da solo?" chiesi un pó arrabbiata, ma anche preoccupata.

"Stai tranquilla, ho misurato la febbre, ho 37, sto bene e poi con la caviglia va molto meglio, riesco a camminare abbastanza bene. Comunque se vuoi ti ho preparato un cappuccino e qui ci sono i biscotti." concluse lui.

"Si ,ho visto, grazie" risposi.

"Di niente. Probabilmente non vuoi parlare del bacio di ieri sera ma.." inizió lui.

"Ma..?" lo incoraggiai, un pó elettrizzata, a continuare.

"Ma forse ho sbagliato..." il sorriso sul mio viso si spense."...Voglio dire tu mi piaci peró ci conosciamo da a malapena dieci giorni e forse dovremmo conoscerci meglio." cercó di dire nella maniera piú tranquilla possibile.
C'ero rimasta male, lui mi piaceva, e parecchio anche.

"Si, forse, forse, hai ragione" improvvisai.
Forse era vero. Forse aveva ragione peró ce l'avevo comunque con lui.
Mi aveva fatto sperare in qualcosa e la mattina dopo mi dice che non sa se sta facendo la scelta giusta. Vorrei dirgli di andarsene ma tanto fra poco lo fará comunque perché io ho gli allenamenti e lui deve andare dal fisioterapista perció sto zitta.
Bevo il mio cappuccino, ci intingo dentro qualche biscotto e prendo il borsone che é di là e con in braccio anche il suo borsone cerco di aiutarlo ad uscire, senza parlargli peró.
Sono le 8.00 e il mio allenamento é alle 8.30, carico tutto in macchina e porto Simone in palestra con me. Quando arrivo chiamo Pippo, che é giá per strada e dopo un paio di minuti arriva.
Vede che io e Simone non siamo allegri come al solito e che soprattutto quasi non ci parliamo.
"Ecco, questo é il borsone di Simone." ora scusatemi ma devo andare a cambiarmi, fra dieci minuti inizia il mio allenamento.
"Ciao" li saluto.

"Ciao" dicono in coro gli altri due.

In lontananza sento che Pippo dice a Simone:" Ma cos'ha? Non sembrava lei? Non é che é successo qualcosa fra voi due ieri sera?"

"No" mente Simone.

"Sicuro?" ribadisce Filippo.

"Ti ho detto di no." sbraita Simone.

"Okay ma sta calmo Simo, ti ho chiesto solo se era successo qualcosa."

"Okay, scusami" risponde Simone dopo essersi reso conto di aver esagerato.

Ero un pó innervosita, ma una volta iniziati gli allenamenti tutta la tensione sparii.
Amo questo sport perché quando sono lí nonostante i miei mille problemi, sto bene.
Quando tengo in mano quel pallone non riesco ad essere triste, riuscire a murare la schiacciatrice piú forte della squadra avversaria e sentirsi invincibile, fare un attacco sui tre metri e lasciare addirittura il segno del pallone stampato a terra, difendere una palla impossibile che ti sta arrivando dritta in faccia, fare un primo tempo da metter paura, battere in salto o riuscire ad alzare una palla perfetta all'indietro.
Ogni volta che entro in quel campo ci metto tutta me stessa, il sudore che gronda sulla fronte, le spalle che fanno male a forsa di fare il palleggio, le braccia rosse per i troppi bagher, le mille prove sulla rincorsa per la schiacciata, i lividi, le ginocchia doloranti, il nastro che si stacca dalle dita, le ginocchiere che scendono e l'acqua nella borraccia finita. Gli sguardi sottorete con le avversarie, il saluto finale e il grido di vittoria. Ecco perché amo questo sport, perché mi fa sentire viva.
L'allenamento é andato molto bene, conosco da poco le mie nuove compagne, peró mi trovo giá molto bene con tutte e siamo molto unite.
Stasera andremo a cena insieme in pizzeria, é una cena di 'Benvenuto' per me, anche se sono giá arrivata da un pó.
Sono le 11.00 e mentre torniamo in spogliatoio, Azzurra, che é la ragazza con cui ho legato di piú nel gruppo, mi chiede:"Cos'hai? Quando sei entrata prima avevi una faccia abbastanza infastidita. É successo qualcosa con Simone?"

Lei sa che siamo usciti a cena insieme a Filippo e che gli ho dato un bacio sulla guancia, che é stato il mio chiodo fisso per una settimana, ma non sa quel che é successo ieri sera e stamattina.
Non so se dirle del bacio di ieri, non voglio che pensi che io ci sia rimasta male e che si preoccupi per me, cosí mento e le dico:"Ehm...no no, tutto apposto."
Vedo che lei non mi crede, cosí insisto dicendole che va tutto bene e inizio a togliermi le scarpe, le ginocchiere e a rivestirmi.
Intanto prendo il telefono e vedo un messaggio di Simone.
"Il fisioterapista mi ha detto che fra un paio di giorni potró tornare in campo, ancora grazie per le cure di ieri."
Vorrei rispondere dicendogli che sono davvero contenta per lui, che dovremmo uscire a festeggiare e che gli voglio davvero tanto bene, ma alla fine, ancora arrabbiata, spengo il telefono senza neanche rispondere.

Quella sera ci incontriamo tutte davanti la palestra, io vado in macchina con Azzurra, le altre peró hanno un pó paura perché ha preso da poco la patente, visto che ha solo due anni piú di me, cosí in macchina siamo sole.

"Senti non ci credo che non hai niente, perché stamattina eri cosí infastidita?" mi chiede appena partite.

Non voglio mentirle di nuovo e cosí le dico la veritá.
"Simone." dico.

"Lo sapevo, cosa é successo? Só che ieri si era fatto male e che era venuto a casa tua ma..." inizia lei.

"Ma...te lo dico io, ci siamo baciati, e mi dispiace ammetterlo peró mi é piaciuto da morire. Lui mi piace. Abbiamo visto la televisione e ci siamo addormentati. La mattina dopo mi ha detto che forse aveva sbagliato, che gli piaccio, ma ancora non ci conosciamo abbastanza bene. Ma ti rendi conto?" rispondo tutto d'un fiato.

"Bé si, é vero non vi conoscete da molto, ma allora perché baciarti?" chiede senza volere per forza una risposta.

"Ecco appunto, e poi é stato lui a tirare fuori il bacio dell'altra volta, peró adesso é insicuro. Ma poverino lui." dico molto ironicamente.

"Ah pure. Che faccia tosta." dice sbalordita lei.

"E lo sai qual'é il bello? Che nonostante tutto, io, adesso, lo bacerei ancora."
I miei occhi diventano lucidi.
Mi intristisco, ma fortunatamente dopo pochi minuti arriviamo e smetto di pensare a lui.
A cena prendo la pizza con i Wurstel e le patatine, ridiamo molto con le mie nuove compagne. Fortunatamente sono tutte molto socievoli, sarebbe stato brutto se non fossi riuscita a legarci.
Poi lo schermo del mio telefono si illumina, qualcuno mi stava chiamando.

SIMONE.

Guardai Azzura che capii chi era a chiamarmi, presi il giacchetto ed uscii dal ristorante.

"Pronto" risposi.

"Pronto sono Simone, ti ho mandato un messaggio ma non mi hai risposto. Ti ho chiamato per dirti che il fisioterapista mi ha detto che fra un paio di giorni potró giocare di nuovo." disse lui.

"Si lo so, ho visto il messaggio, ma non avevo voglia di risponderti." ribattei fredda.

"Aah okay, comunque senti mi dispiace per stamattina, ma io non voglio farti soffrire, davvero. Se ti ho detto quelle cose é perché ci tengo a te" se ne uscí lui.

"Ooh, si, si vede come ci tieni a me, intanto ti informo di una cosa, non so se lo hai notato, ma così non é vero che non mi fai soffrire, anzi mi fai soffire molto di piú." dissi abbastanza velocemente.

Riattaccai subito, per non dargli neanche il tempo di rispondere.
Ero arrabbiata, forse neanche con lui, con me, per averlo baciato. Me l'ero chiesto anch'io se l'amavo davvero ma poi avevo seguito l'istinto.
Dopo un paio di minuti, spensi il telefono, feci un bel respiro e rientrai nel ristorante tutta sorridente per festeggiare con le mie amiche.
Dopo quella telefonata non era piú stata una bella serata, volevo soltanto tornare a casa per potermi stendere sul letto e dormire in pace, senza pensare a lui.

Spero vi sia piaciuto anche il quinto.
Il Trento sfortunatamente ha vinto 3-1 contro la Sir, ma noi non molliamo.
Mi raccomando il primo contro Modena tutti forza Sir.
Goodbye people💖

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