capitolo 3

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Passano i giorni e il ricordo di Leo è sempre più sbiadito. Qualche giorno dopo il nostro ritorno Simone e i ragazzi mi chiesero di uscire. Fu quella sera che conobbi Graziano. E lì, in quel momento sentii perdere un battito. Cavolo. Chi l'avrebbe mai detto che bastasse un 'ciao' , uno sguardo per iniziare a pensare a lui come una seconda opportunità. Era solo l'inizio della serata e io già stavo dando i numeri. La serata andò sempre meglio: uscii di casa con Simone per raggiungere i ragazzi in una discoteca lì vicino. Ad un certo punto eccolo lì. Un ragazzo alto, bellissimo con i capelli e gli occhi scuri, tutto vestito di nero che scende dalla sua bellissima moto, nera anch'essa, e raggiunge Simone, il quale, notando la mia espressione, si gira e con un sorriso schietto mi dice: - EHI ROH, LUI È GRAZIANO, UN MIO AMICA E STASERA PASSERÀ LA SERATA CON NOI.- poi si rivolge verso Graziano e gli dice:- GRA, LEI E ROBERTA, LA MIA PULCE. -. E poi ecco che Simone sussurra qualcosa a Graziano. LO ODIO quando fa così perché so che sta dicendo qualcosa su di me e infatti, come volevasi dimostrare, una volta che finiscono di parlare entrambi si girano verso di me e mi fanno il classico sorriso da ebete. Bello stronzo il mio caro e vecchio Simone. Una volta entrati, Simone si getta in pista con Chiara, la sua fidanzata, lasciandomi da sola con Graziano il quale non mi stacca gli occhi da dosso. Che odio. "Sarà il classico ragazzo che punta solo al sesso", penso tra me e me, ma mi accorgo di aver sbagliato quando lo vedo che si siede e mi chiede di parlargli di me. –Beh che dire, la mia vita è un po' incasinata. Vivo con mio fratello dall'età di 5 anni, sono stata con un ragazzo ma è finita quando lui ha cercato di violentarmi, mi piace passare il tempo con Simone, Chiara e il resto del gruppo. Per il resto niente di più ... e tu invece? Che tipo sei? – gli chiesi subito dopo, - Non c'è nulla da dire, gioco a calcio, mi piace ballare, mi piacciono molto le ragazze timide, quelle che quando le guardi diventano rosse e iniziano a giocare con i capelli- e proprio in quel momento mi sentii strana, non solo per quello che aveva detto, ma anche perché era quello che stavo facendo. –oh, beh, ti va di ballare?-, dissi molto in soggezione, -certo- rispose solamente e poi mi portò con se in pista. Fu lì, mentre ballavamo uno abbracciato all'altro, che quello che avevo pensato non appena l'avevo visto era vero. Graziano era, o meglio poteva, essere la mia seconda possibilità. Dopo di Leo non c'è mai stato nessuno che riuscisse a farmi sentire viva, libera, capace di poter amare di nuovo qualcuno. Quella fu la sera più bella dopo tanto, tantissimo tempo. Però, da regola, anche le cose belle prima o poi finiscono e infatti, dopo aver ballato, dopo aver bevuto qualche drink, si era fatta l'ora di tornare a casa. Simone e Chiara, dopo essere spariti per parecchio tempo, ci raggiunsero al tavolino che avevamo riservato, raccogliemmo la nostra roba e andammo in direzione della macchina. Ma mentre stavo entrando in macchina, Graziano si china su di me e mi sussurra all'orecchio un semplice " devo chiederti una cosa". Ci allontanammo un po' dalla macchina, giusto per non far capire i fatti miei a Sherlock Holmes che subito avrebbe riferito tutto a Watson, e Graziano mi disse: - mi piacerebbe poterti rivedere, magari da soli e magari in un posto più tranquillo-. Agendo d'istinto, presi la matita per gli occhi che avevo nella borsa e scrissi il mio numero di telefono sul suo braccio. Alla fine mi riaccompagnò alla macchina e mi salutò con un bacio sulla guancia al quale seguì un sussurro, un altro. "Ci sentiamo presto". Disse semplicemente.

Arrivai a casa con i piedi distrutti dai tacchi e mentre mi stavo infilando nel mio bellissimo e amatissimo pigiamone rosa con i conigli, il mio telefono vibra. Ansia. Sarà Graziano? Alzai lo sguardo e trovai il suo messaggio:

Lui: ehi, bellissima. Ho bisogno di dirti una cosa.

Io: ehi, dimmi.

Lui: questa sera, con te, sono stato benissimo. Era da tempo che non stavo così bene con una ragazza. Voglio ringraziarti, non solo per il fatto che mi hai regalato una serata magica, ma anche perché sento che tu possa essere la mia seconda opportunità per essere veramente felice.

Io: beh, che dirti, grazie a te per il tempo che abbiamo passato insieme. E se ti devo essere sincera anche io ho pensato che tu potresti essere la mia seconda opportunità. L'ho pensato dal primo momento in cui ti ho visto, da quando sei sceso da quella moto e sei venuto vicino a noi.

Lui: ho voglia di vederti.

Io: vediamoci.

Lui: domani?

Io: domani va benissimo.

Lui: okay, a domani. Buonanotte alla più bella delle stelle.

Io: buonanotte. J

Posso dire che quella notte non chiusi occhio aspettando il nostro incontro. Chissà come sarebbero andate le cose l'indomani.

Oggi, dopo 10 anni che stiamo insieme, dopo un figlio, dopo il nostro matrimonio, sono arrivata a pensare che le cose tra noi non poterono andare meglio di come andarono quel pomeriggio. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19, 2016 ⏰

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Lui, l'eroe su una moto con un pallone. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora