È impossibile descrivere a parole le emozioni di questa lunga notte. Troppe, troppo vive, troppo vere, troppo.
Non saprei neanche da dove cominciare, se dall'inizio o dalla fine, dalla squadra o dai tifosi, dallo Stadium o dalla bella Torino. No, a parole tutto questo non si può descrivere perché la gioia di questa notte mi ha riempito il cuore in una maniera che avevo dimenticato. Perché fino a stanotte credevo di non poter più essere felice e invece stanotte il mio cuore ha ricominciato a battere come non faceva da un anno a questa parte. Ho sentito il sangue scorrermi più caldo nelle vene e le lacrime che versavo farsi meno amare. Ho rivisto la felicità stanotte e ho capito che la felicità non sei tu. Mi si stringe lo stomaco a pensarci ma la realtà è questa: mi hai lasciato solo senza una parola, senza una spiegazione e ho passato notti e notti insonni, a chiedermi dove avessi sbagliato, cercando una risposta alle mille domande che mi sono fatto, alle mille colpe che mi sono dato senza mai riuscirci. E ora so il perché. So perché le mie domande non hanno trovato risposte. Semplicemente perché non ho colpe, in tutta questa storia io non ho colpe. E non passerò un'altra singola ora a piangermi addosso. Perché ti ho amato tanto, ti ho amato fino all'indicibile, fino a mettere te davanti a tutto e tutti. E ho sacrificato ogni cosa, ho annullato me stesso perché tu fossi felice e lo rifarei altre mille volte ma adesso è arrivato il momento di voltare pagina. Adesso voglio vivere e sorridere. Adesso voglio richiamare quel meraviglioso ragazzo a cui ho promesso di scrivere ma il cui numero è abbandonato sul fondo di un cassetto; voglio uscirci, prendere qualcosa da bere e magari non allontanarmi se proverà ancora a sfiorarmi le labbra; stavolta non voglio più difendermi, stavolta non lo fermerò con un "mi dispiace, non posso". Perché posso. Posso essere felice e lo sarò.