Capitolo 28

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<<Ve lo spiego in parole semplici. Pensiamo sia pronta per svegliarsi, vuole, ma non riesce, sta combattendo contro qualcosa. Non prendetela come una cosa paranormale o cosa ma è il modo più semplice che ho per spiegarvelo>> disse
<<Quindi si sveglierà?>> chiese Sinu  in tono speranzoso
<<È una supposizione quella che noi facciamo, non posso assicurarvi nulla..>> disse
Annuimmo e poi ci andammo a sedere per un secondo.
<<Posso andare a parlare con Camz?>> chiesi guardando Sinu che annuì.
Entrai nella sua stanza e poi mi sedetti, come al solito, sulla sedia. Presi la sua mano e iniziai a parlare <<Camz, perché non ti svegli? Io ho bisogno di te, come faccio? Il dottore dice che stai combattendo contro qualcosa dentro di te o qualcosa del genere e darei tutto pur di sapere che cosa ti sta passando per la testa che non ti permette di svegliarti, così potrei aiutarti. Se è per tuo padre, devi sconfiggerlo, devi sconfiggere tutto ciò che è dentro di te, anche se non penso sia così semplice.
Sono circa due mesi che sei in coma su questo letto e non ce la faccio più. Voglio abbracciarti, coccolarti e fare tutte quelle cose che fanno due persone normali.>>
Fino a quando qualcuno non bussò alla porta. <<Laur>>
<<Dimmi, Mani>>
<<Hai fame?>> mi chiese
Negai con la testa e mi rivolse un piccolo sorriso forzato prima di chiudere la porta.
<<Già, non sto mangiando molto, come faccio a mangiare sapendo che tu sei su questo lettino? Non posso. Non me la sento.. mi manchi davvero tanto.
È strano tutto ciò, non ho mai fatto nulla del genere per nessuno, non che questo mi sia mai successo però beh.. non me lo sarei nemmeno mai aspettata.
Ti dovrei ringraziare per così tante cose, è grazie a te se ho scoperto di non essere attratta solo dai maschi, è grazie a te se sono diventata più forte.
Con te sono felice, Camz, lo sai.. quindi ti prego, svegliati>> dissi mentre le lacrime cominciarono a scendere.
Le lasciai un dolce bacio sulla fronte e poi uscii dalla stanza trovando Sinu che mi abbracciò.
<<Stai tranquilla>> disse mentre mi accarezzava la schiena.
<<Mhmh>> risposi solamente.
Notai in lontananza arrivare Ally con Dinah e Mani, mentre tenevano del cibo, credo.
<<Tieni, Laur>> disse Ally porgendoli un bicchiere
<<È un cappuccino>> continuò.
Annuii <<Grazie, Ally>> dissi.
<<Ragazze, scusate, potete andare più tardi a visitarla, dobbiamo fare dei controlli>> disse il dottore che arrivò quando Mani e Dinah stavano per entrare nella stanza di camz.
Loro annuirono e si sedettero sulla panca vicino a me.

Tre giorni dopo.

È tre giorni che ci svegliamo, stiamo tutto il giorno all'ospedale e poi andiamo a casa a dormire.
Camz ha avuto ancora una volta quella specie di crisi e io sto impazzendo. Voglio vedere i suoi occhi, il suo sorriso, ma non posso. La cosa che mi fa arrabbiare ancora di più è che non posso fare nulla per rendere le cose migliori se non starle vicina.
Il bamboccio si è fatto vivo l'altro ieri e quasi non gli spaccavo la faccia.
<<Sei pronta?>> mi chiese Ally quando uscì dal bagno.
Annuii e poi uscimmo dalla stanza insieme.

Arrivammo all'ospedale e c'era nuovamente un via vai di dottori e dottoresse dalla stanza di Camila.
Aumentai il passo, iniziai quasi a correre.
<<Che sta succedendo?>> chiesi in pre dal panico ad una dottoressa
<<Non posso comunicarglielo>>
<<Ma cosa cazzo significa che non può comunicarmelo? Sono la sua fottutissima ragazza e devo sapere cosa le sta succedend->>
<<Lauren, calmati>> disse Dinah prendendomi da dietro.
<<Scusate>> disse la dottoressa entrando poi nella stanza di Camila.
<<Non puoi aggredire ogni dottoressa che non ti dice cosa sta succedendo>> disse Normani
<<Si che posso, ho il diritto di sapere quello che succede a Camila>> dissi.
<<Siediti dai>> disse Ally
<<No>> le risposi iniziando ad andarmene.
<<Laur>> disse Dinah
<<Lasciala andare>> le sussurrò, più o meno, anche perché la sentii, Ally.
Uscii dall'ospedale e andai in un parco piccolino e mi sedetti su una delle tante panchine vuote.
<<Ma guarda quanto è piccolo il mondo>> disse una persona sedendosi vicino a me.
Alzai lo sguardo e la riconobbi subito.
<<Santana>> dissi con tono quasi acido.
Ho capito che ogni volta che la guardo mi viene in mente quell'episodio.
<<Siamo un po' arrabbiate oggi?>> disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Lasciami stare>> dissi togliendole la mano.
La vidi avvicinarsi troppo a me così mi alzai dalla panchina.
<<No, ho già fatto l'errore una volta.>> dissi
<<S->> non fece in tempo a parlare che le squillò il telefono.
<<Pronto? Si. Cosa? Davvero? Oh, va bene. Okay, ci vediamo là. Ciao>>
<<scusa, devo andare.>> disse prima di iniziare a camminare.

Mi sedetti di nuovo sulla panchina e iniziai a pensare, anche se i miei pensieri vennero interrotti dal mio telefono che iniziò a squillare.

Dinah? Dimmi.

We'll be together - CAMRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora