Capitolo 17

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<<Camila, sveglia.>> la voce di Karen riportò Camila nel mondo reale lasciando alle sue spalle quelli dei sogni.
<<Ora mi alzo>> disse Camila con voce ancora impastata dal sonno.
La donna annuì e uscii dalla nuova camera della cubana lasciandole spazio.
Camila prese il telefono e lesse l'orario sul display '6:30'
Cosa? Pensò.
Si alzò di malavoglia e andò in bagno per farsi una doccia veloce.
In 15 minuti era in cucina insieme al resto della sua "nuova" famiglia.
<<Buongiorno, Camila>> dissero insieme Shawn e suo padre.
<<Buongiorno>> rispose lei.
<<Ora ti spiego. La domenica è giorno libero. Ma non puoi uscire, ovviamente. Nel periodo scolastico niente uscite e niente feste ecc.>>
<<D'accordo, signore. Tanto non ho nessun amica qua a New York>>
<<Amica? Non avrai nessun'amica. Tuo padre mi ha detto che hai quella malattia. Qua ti cureremo, stanne certa>>
<<Guardi, non vorrei sembrare scortese, ma io non sono malata!>> disse Camila e denti stretti.
<<Dai ora mangia>> disse Karen.
<<No, guardi.. Non ho più fame. Posso andare in camera mia?>> chiese Camila.
L'uomo annuì e lei si affrettò a salire le scale.
Prese il suo telefono e chiamò Lauren.

"Camz? Che succede?"
Stava dormendo.
"Laur.. Stavi dormendo?.."
"Si, sono le 7 ed è domenica ma fa nulla, che succede?"
"Beh qua mi hanno fatta svegliare alle 6:30. Ho sonno e ho fatto pure mezza colazione. Pensa che non si può nemmeno uscire di domenica o nel periodo scolastico in questa famiglia. Sono tutti strani.. Mi manchi.. Tu, Sofi, mia mamma, Mani, Dinah.. Mi mancate tutti. Poi qua il grande padre di famiglia ha detto che sono malata e che mi curerà"
"Camz.. Lascialo stare, okay? Non sa nulla di te e della tua vita. Non sei malata, anzi, lui lo è."
"Scusa se ti ho svegliata.."
"Non chiedermi scusa, Camz. Ti risponderei anche alle 4 di mattina. Sai già quando inizierai la scuola?"
"In realtà no, ma credo a metà settimana perché mio padre, sempre se posso ancora chiamarlo così, quando eravamo in macchina mi fa che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi entrare. È tipo la stessa scuola dove va il figlio di questi qua e si deve anche portare una divisa e poi sono tutti omofobi là dentro"
"Beh ma non sai se è vero.. Devo chiederti una cosa"
"Dimmi, Lo"
"Ma quale tipo ti bambole devo prendere a Sofi?"
"Ehi, non mi rubare il ruolo da sorella, Jauregui. E comunque le piacciono tutte, però non bionde! Solo nere o castane."
"Stai tranquilla, Cabello, non ti rubo nulla hahah"

"Qualcuno ha bussato, ci sentiamo su Whatsapp. Ciao Lolo"
"Ciao Camz"

<<avanti>> disse Camila.

<Shawn! Ciao, che ci fai qua?>> disse Camila appena il ragazzo entrò in camera sua.
<<Ci vivo>> disse facendo un sorrisetto.
<<Giusta osservazione. Beh se sei qua per dirmi che sono malata puoi andare, ci pensano già i tuoi genitori, mio padre e il mondo intero>>
<<In realtà non voglio giudicarti. Io sono gay>> sussurrò
Camila rimase stupita <<e..e i tuoi?>>
<<non lo sanno. E non dovranno saperlo.. Non ho nessun amico qua, diciamo che sei la mia prima amica >>
<<E perché non hai nessuno?>>
<<perché nella mia scuola, quella dove andrai anche tu, girano voci sul fatto che io sia gay e ovviamente non lo accettano>>
<<e scusa, dato che i tuoi sono tanto legati alla scuola e 'ste cose perché non ti chiedono se lo sei dato che girano queste voci?>>
<<L'hanno fatto>>
<<E tu?>>
<<Beh io ho negato..>>
<<Quindi tu non hai problemi con me, uh? Dico sul fatto che sono lesbica cioè in realtà non sono lesbica sono bi->>
<<Calma, non voglio nessuna spiegazione. Non ho problemi con te>> Disse Shawn sorridendo a Camila.

We'll be together - CAMRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora