Cap. 9

1.4K 69 3
                                    

Quella sera, Francesco avrebbe messo in atto il suo piano per riconquistare Riccardo. Eva, la sua migliore amica, aveva deciso di dare una festa per il suo compleanno quella sera stessa, ed ovviamente Riccardo sarebbe stato presente. Francesco sarebbe andato alla festa in veste di fidanzato di Eva, che aveva usato come copertura per parecchio tempo, ma il suo obiettivo era quello di fare colpo sul suo amico -che solo un amico non era- e poter finalmente essere in pace con se stesso.
Si rimirò a lungo nello specchio, assicurandosi che fosse tutto in ordine: i pantaloni attillati per risaltare le gambe magre e leggermente muscolose, la camicia rosa di ralph lauren che si intonava alla perfezione col suo incarnato, e i capelli strategicamente scompigliati che gli davano un'aria da ragazzo cattivo e tremendamente affascinante.
Afferrò il cardigan blu abbandonato sul letto e si affrettò ad uscire da casa, diretto verso il locale che gli aveva indicato Eva quella mattina a scuola. Per fortuna non ci mise molto ad arrivare, dato che il locale si trovava in prossimità di casa sua; eppure si accorse di essere ugualmente in ritardo, notando che fuori dal locale c'era già riunito un gruppetto di gente ad aspettarlo.
"Ciao Francesco!" corse a salutarlo Alessia.
"Ehi Ale." ricambiò il saluto forzando un sorriso, Alessia non era mai riuscita a starle simpatica.
Dopo aver fatto gli auguri alla sua migliore amica, uno ad uno salutò tutti i suoi amici, accorgedosi, con non poco rammarico, che Riccardo non era ancora arrivato.
Lo cercò con lo sguardo tra persone in fila per entrare, ma del ragazzo non c'era traccia. Alla fine dovette rinunciare all'idea di passare una serata con lui e, con un sospiro, si decise a seguire i suoi compagni nel pub.
Era una sala enorme, piena gente ubriaca che si strusciava, o che vomitava nell'angolo accanto al bancone. Francesco detestava questi posti affollati, dove il volume della musica causava la perdita istantanea dell'udito e il puzzo di vomito, alcool e sudore ti faceva venir voglia di fare compagnia al tipo in mutande che rimetteva in un angolo.
Tutti insieme, decisero di sedersi ad uno dei divanetti e ordinare da bere. Francesco si prese un mojito, che cominciò a sorseggiare lentamente, estranieandosi completamente dalla conversazione e tenendo lo sguardo fisso sull'entrata, nella vana speranza di vederlo entrare. Restò così per parecchio tempo, sussultando ogni qualvolta la porta si aprisse, ma di Riccardo nemmeno l'ombra; decise così di alzarsi per prendere ancora da bere, arreso all'idea che non sarebbe mai arrivato. Non si sarebbe mai aspettato, che proprio in quel momento, due occhi blu facessero capolino sulla soglia della porta. Non ci mise nemmeno un secondo a riconoscere quegli occhi, di quella tonalità tanto intensa da mandarlo in confusione. La camicia nera che indossava gli risaltava il fisico asciutto e muscoloso, dal quale Francesco non riusciva a staccare lo sguardo.
-Tanta bellezza dovrebbe essere illegale.- fu l'unica cosa che riuscì a pensare.
In quel momento, come se avesse avvertito la sua presenza, Riccardo voltò lo sguardo su di lui e si ci soffermò per un lungo istante, impassibile, prima di distoglierlo e raggiungere gli altri ai divanetti.
-Dovrei andare là. Dovrei prenderlo da parte e parlargli.- eppure le sue gambe non ne volevano sapere di muoversi.
Si girò verso il bancone, rivolgendo tutta la sua attenzione al suo cocktail; avrebbe parlato dopo con Riccardo.
"Oi Fra."
Due semplici parole, pronunciate con un tono basso e maledettamente sexy, che erano riuscite a destabilizzarlo completamente.
"R-riccardo."
"Vieni, andiamo in un posto più appartato."
Detto questo, Riccardo lo prese per un braccio e lo trascinò nel bagno del locale.

Questione Di SguardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora