Dopo che Val se ne andò, rimasi sveglia tutta la notte a pensare.
Se avessi detto tutto ad Antonio, ci sarebbero stati due modi in cui l'avrebbe presa.
O avrebbe capito la situazione e avremmo continuato la nostra storia insieme, oppure l'avrebbe presa male, infuriandosi e iniziando un indagine sui miei genitori.
Ero molto confusa, non sapevo che fare. Presi una bottiglia di whisky dalla mensola dei liquori, e iniziai a bere per calmarmi.
Dopo non so quanti sorsi, i pensieri diventarono confusi e gli occhi non stavano aperti per più di 5 secondi.
Non ricordo cosa feci dopo.Mi svegliai tra le braccia di Antonio, che mi guardava aspettando che mi svegliassi.
Eravamo sul divano, e la sua faccia era preoccupata.«Come stai?»
«Non so, mi gira la testa. Che è successo?» tentai di alzarmi, con scarsi risultati.
«Erano le circa le 3 del mattino, mentre uscivo da lavoro mi hai chiamato. Mi hai detto che avevi bisogno di parlarmi. All'inizio non avevo ben capito cosa dicessi, urlavi e non riuscivi a parlare. Quando sono arrivato, ho aperto con le chiavi che mi hai dato; ti ho trovato sul divano, ubriaca fradicia. Dicevi frasi a caso, tipo "non ce la faccio più.","vorrei dirtelo, ma non so come la prenderai."
Poi ti sei addormentata.
Mi hai fatto preoccupare molto, ora non stai bene e non voglio stressarti; dimmi solo una cosa, è molto importante?»Senza girarci intorno, risposi direttamente. «Si.»
Antonio chiamò al mio ufficio per dirgli che mi sarei presa un giorno di malattia.
Io andai a letto, e dormì fino al tardo pomeriggio.
La sera Antonio tornò prima, era davvero tormentato, e voleva sapere tutto.
Per il momento decisi di non dirglielo, e inventai una scusa per giustificare le cose dette da ubriaca; gli dissi che avevo ancora paura di Steve, che facevo ancora incubi. Lui si preoccupò molto, tanto che mentirgli mi faceva stare malissimo. Io non mi sentivo pronta, volevo parlarne con Gabriella al più presto.*Antonio POV*
Non credevo a Samanta.
Sapevo bene che c'era qualcosa sotto, ma non so perché non voleva dirmelo. Feci finta di niente, volevo darle tempo, ma allo stesso tempo sapere di più. Chiedere a Gabby sarebbe stato inutile, non mi avrebbe mai detto niente.
Decisi di fare una cosa che mi faceva stare male, e che non volevo davvero fare. Indagare.
Quando andai a lavoro il giorno dopo, chiesi a Mouse di cercare qualcosa su di lei. Più ci pensavo, e più mi rendevo conto di aver fatto un gesto sbagliato per noi due e la nostra fiducia.
Quando Mouse mi disse cosa aveva trovato, rimasi perplesso: i suoi genitori erano vivi, e anche molto benestanti.
Ero arrabbiato e deluso, ma cercavo di non esserlo; pensavo "avrà qualcosa di serio da nascondermi e sta aspettando il momento giusto."
Neanche io sapevo bene che fare, se aspettare che Samanta mi dicesse tutto, oppure chiedere spiegazioni; dovevo pensarci bene.*Samanta POV*
Quel giorno, avevo avuto molto da fare in ufficio. Avevo del lavoro arretrato, dovevo distrarmi da quel pensiero che mi tormentava da giorni. Era passata la mezzanotte e chiamai un taxi per tornare a casa. Guardando il telefono, mi accorsi che avevo delle chiamate perse da Antonio e un messaggio.
Da Antonio
Ti aspetto a casa mia.
Devo parlarti.Da Samanta
Sto arrivando.
Scusa il ritardo, spero che tu mi stia ancora aspettando.
Il taxi arrivò, mi sedetti e dissi al tassista l'indirizzo di Antonio.
Quel tragitto sembrò eterno. Cosa voleva dirmi? Aveva scoperto la verità?Arrivai, pagai il tassista e scesi. Aprì con le chiavi che mi aveva dato; ci eravamo scambiati le chiavi per precauzione.
Era sul divano, senza un accenno di sonno o stanchezza sul suo viso.
Mi sedetti accanto a lui. Si girò e mi guardò:«Ascolta...» si fermò un momento, distogliendo lo sguardo, poi ritornò a guardarmi e continuò. «Io non volevo farlo, non volevo cercare la verità su di te. Ma ero preoccupato, sentivo che qualcosa non andava, che quando dicevi di dovermi parlare dovevi dirmi questo. Volevo che fossi tu a dirmelo, però non sono riuscito ad aspettare. Perché non mi hai detto che i tuoi genitori sono vivi?»
L'aveva scoperto. Non sapeva tutto, ma ormai dovevo dirglielo.
Dopo alcuni secondi di silenzio, gli raccontai tutto quello che c'era da sapere.«Ti capisco, volevi aspettare, avevi paura che iniziassi un indagine. Cerco di fare sempre il mio lavoro al meglio, ma questa volta farò finta di niente. Non voglio metterti in pericolo.» prese le mie mani, e le strinse leggermente in segno di affetto e protezione. «Promettimi che non ci saranno più segreti tra di noi. Soltanto la verità»
Mi guardò con occhi sinceri.
«Soltanto la verità.» ripetei, per poi baciarlo.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve lettori! :)
Vorrei ringraziare tutti voi per le visualizzazioni e i commenti. Mi fate sentire sicura di quel che scrivo. Voglio ringraziare in particolare Inhuman98 per la pubblicità, per avermi invogliato a scrivere questa fanfiction e ovviamente per l'amicizia ❤. Vi invito a leggere la sua storia su Chicago P.D.
Al prossimo capitolo ✌

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Protect Me - Antonio Dawson
FanfictionNon avrebbe mai immaginato di vederlo dopo così tanto. Samanta pensava che, essendo adulta, avesse superato la sua cotta adolescenziale. Ma scoprì che non fu così. -in questa fan fiction, Antonio non sarà divorziato e Diego ed Eva non esisteranno-