The arrest.

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Io e Val arrivammo al Molly, e le presentai subito Gabriella.
Ci sedemmo al bancone e ordinammo da bere.
Gabby fece segno con lo sguardo ad Antonio, che era seduto qualche sgabello più in là.
Mi girai e vidi che aveva una strana espressione, come se fosse angosciato. Non c'era nessuno vicino a lui, solo una birra.
Dopo che io e Val finimmo i nostri drink, ci avviamo verso Adam. Con lui c'erano anche altre persone, che presunsi fossero gli altri del distretto.
Dopo un giro di presentazioni, Val iniziò a parlare con i suoi futuri colleghi, mentre io mi allontanavo per andare da Antonio.
Mi aggiustai i capelli come ogni donna avrebbe fatto in quella situazione e mi avvicinai.

«Hey!» dissi in tono convinto e sorridendogli, mentre prendevo posto sullo sgabello vicino a lui.

Si girò dopo qualche istante, non subito; evidentemente, era molto preso dai suoi pensieri.

«Hey.» rispose con un finto sorriso.

«Tutto bene?» domanda inutile, era evidente che c'era qualcosa che non andava.

«Certo. Perché questa domanda?» rispose con tono naturale, ma nella sua voce c'era ancora quell'angoscia.

«Non hai la faccia di uno che sta bene, sembri triste. Come mai?»

«Lavoro.» si fermò per qualche secondo. «un indagine finita male, e i miei colleghi sono lì che fanno finta di niente. Io l'ho presa diversamente.» disse per poi ritornare a bere.
Mi ricordai delle parole di Gabby, che al locale non si parla mai del lavoro. Ma ero troppo curiosa per far finta di niente.

«Parlamene.» assunsi un aria molto interessata.

«Il figlio di un trafficante d'armi è stato ucciso. Un bambino di 4 anni, solo un innocente bambino.» non aveva un tono alterato, ma nella sua voce si sentiva molta rabbia.

Tutto ciò rese triste anche me.

«Come hai potuto vedere, abito vicino al South Side. É una zona orribile, odio abitare lì, ma per ora posso permettermi solo questo. É capitato più di una volta vedere dei lenzuoli bianchi sui piccoli corpi di bambini. Cercavo di non pensarci, di non pensare alla sofferenza delle loro famiglie, ma mi ritornava sempre quell'immagine in mente. Portavo dei fiori e andavo ai loro funerali, anche se non li conoscevo, ma queste piccole cose insieme al passare del tempo, mi facevano stare meglio.»

Antonio si limitò a guardarmi, sempre con quell'espressione triste.

Guardai l'orologio, e mi accorsi che era abbastanza tardi.

Mi girai per vedere come se la stesse cavando Val, e apparentemente molto bene; stava chiacchierando, anzi, ridendo con Kevin. Sembrava ci fosse feeling tra di loro.

«Beh, si è fatto tardi. Ci vediamo!» gli sorrisi e poi riguardai Val.

«Aspetta.» disse alzandosi mentre metteva il su giubbotto «Ti accompagno. Vedo che la tua amica se la può cavate anche da sola.»

La riguardai per l'ultima volta, mentre parlava ancora con Kevin.

«Va bene, andiamo.»  

Arrivati fuori casa, salutai Antonio e scesi dalla macchina.
Mi avviai verso la porta, aprì e accesi le luci.
Vidi Steve seduto vicino al tavolo da pranzo, mentre mi puntava una pistola contro.
Nei miei occhi si leggevano ansia e paura.
 

«Pensavi di passarla liscia dopo l'altra sera? Ti sei sbagliata.» disse mentre si avvicinava a me.

 «Aspetta Steve, stai calmo, ti prego.»  

 «Io non mi calmo!» disse urlando.

Sparò al pavimento, quasi vicino ai miei piedi e caddi a terra.

*Antonio POV*

Aspettai che Samanta entrasse in macchina prima di andarmene.
Mentre stavo per mettere in moto la macchina, sentì uno sparo provenire da casa sua.
Scesi di corsa dalla macchina, mentre prendevo la mia pistola dalla fondina.
Sfondai la porta con il piede e mi fiondai in casa.

*Samanta POV*

Improvvisamente la porta venne sfondata ed entrò Antonio.

«Metti giù la pistola!» urlò a Steve mentre gli puntava l'arma.

Il suo sguardo diventò ancora più pieno di rabbia. Fece cadere la pistola a terra.

Antonio si avvicinò a Steve, continuando a tenerlo puntato, mentre spostava l'altra pistola con il piedi. «Inginocchiati. Samanta, prendi del nastro isolante.»  

Mi alzai e andai in cucina. Aprì un cassetto, presi il nastro e lo porsi ad Antonio.
Posò l'arma nella fondina e gli attaccò i polsi.

Antonio si avvicinò a me. «Stai bene? Sei ferita?.» mi domandò molto preoccupato mentre guardava dalla testa ai piedi per vedere se avessi ferite. 

«Sto bene. Sono solo...spaventata.»
Stavo per piangere. Presi il mio viso tra le mani e mi girai, dando le spalle ad Antonio. Lui mi mise una mano sulla spalla per farmi girare e mi abbracciò.

«É tutto finito, non dovrai preoccuparti più di niente.» mi disse.
Era indescrivibile quanta sicurezza emanasse quell'abbraccio.

Antonio chiamò poi la polizia, che arrivò dopo 10 minuti.
Arrestarono Steve, Gabby  e Antonio insistettero per non farmi dormire da sola, quindi lei rimase da me.
Non chiusi occhio tutta la notte, mi svegliavo di continuo a causa dei miei incubi; era quella scena che si ripeteva, ancora ancora. Ma ripensando a quell'abbraccio, mi sentivo finalmente più protetta.

CAST

Luana Perez come Samanta Hasson

Melissa Benoistcome come Valerie Hopkins

Charlie Hunnam come Steve

Jon Seda come Antonio Dawson

Jason Beghe come Hank Voight

Sophia Bush come Erin Lindsay

Jesse Lee Soffer come Jay Halstead

Elias Koteas come Alvin Olinsky

Patrick John Flueger come Adam Ruzek

LaRoyce Hawkins come Kevin Atwater

Marina Squarciati come Kim Burgess

Amy Morton come Trudi Platt

Samuel Caleb Hunt come Greg "Mouse" Gerwitz

Monica Raymund come Gabriela Dawson

Jesse Spencer come Matthew Casey

Protect Me - Antonio DawsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora