XV CAPITOLO

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                  - DUE ANNI DOPO-
-Alice-
Ho 19 anni abbondanti, quest'estate ho concluso la scuola con un bel 85 all'esame di stato. Sono finalmente serena e felice. Roberto non l'ho più rivisto, non torna da 2 anni, non so che fine abbia fatto,sinceramente! A volte mio cugino prova ad iniziare il discorso "Roberto" ma io lo chiudo immediatamente. Ora sono in palestra, lo so è strano che ad ora di pranzo io sia qui, da sola tra l'altro, ma preferisco queste due ore per stare in massima tranquillità. Sto facendo l'ultima serie di addominali e poi, finalmente, vado a mangiare anche io.
-Qualche minuto dopo-
Sono distrutta. Intendo fisicamente. Mi tremano le gambe, distrattamente scendo le scale per andare negli spogliatoi e per sbaglio mi scontro con qualcuno, pensando alle cuffie che stavano per cadere non alzo nemmeno gli occhi, ma dico semplicemente:"Mi scusi".. ma la mia sfiga non è questa. Questo non è niente. Inciampo in uno scalino e cado a terra. Bene, ho preso  sicuro una distorsione alla caviglia.  Non c'è nessuno qui, eccetto quel ragazzo a cui prima ho chiesto scusa. Inizio a chiamarlo.
Io:"Ehi tu, puoi aiutarmi?"
X:"Che succede?"
Io:"Sono caduta e non riesco ad alzarmi perché credo di avere una caviglia rotta o roba simile. Se magari puoi darmi una mano"
X:"Sì, certo"
Allora iniziamo col dire che è un bellissimo ragazzo con gli occhi verdi  (ma dettagli), non mi da solo una mano, ma bensì mi prende in braccio, come lo sposo prende la sua sposa. Rimango scioccata, poiché sono tra le braccia di una persona che nemmeno conosco, ma sto bene.
X:"Adesso mettiamo del ghiaccio"
Io:"Si"
Mi accompagna alla reception, dove, però non c'è nessuno, ma lui fa tutto come se fosse casa sua. Che persona impacciata!
Mi posa sul divano che è all'ingresso e mi porge il ghiaccio.
Io:"Grazie"
X:"Di niente, ma ora chiama qualcuno. Devi andare subito al pronto soccorso sennò peggiorerà"
Io:"Ma infatti lo farei se avessi qualcuno a casa"
X:"In che senso?"
Io:"Nel senso che i miei genitori questa settimana non sono a casa, non mi hanno lasciato la macchina, mia sorella non c'è e per finire sono venuta qui con l'autobus"
X:"Se vuoi ti accompagno"
Io:"Ma non ti conosco"
X:"Preferisci rimanere per una settimana con una caviglia gonfia su questo divano o essere portata immediatamente al pronto soccorso da uno 'sconosciuto' ?"
Io:"Sinceramente non lo so"
X:"Dai su, non sono un killer. Ho 19 anni, mi sono diplomato quest'estate, mi chiamo Andrea e sono il nipote del proprietario di questa palestra. Serve altro?"
Io:"Si"
A:"Cosa?"
Io:"Che mi porti al pronto soccorso"
Purtroppo quel genio, dopo qualche minuto mi fa capire che non ha una macchina, ma un motorino.
A:"Dai possiamo andarci lo stesso"
Io:"Ma come faccio a salire su questo benedetto motorino?"
A:"Dai ti aiuto io. Sei peggio di una vecchia"
Io:"Sei molto gentile"
Ride.
A:"Ora però dimmi tu piuttosto chi sei. Sinceramente non so nemmeno perché ti sto aiutando, ma vabbè"
Io:"Mi chiamo Alice, ho la tua stessa età e ho una caviglia che mi sta facendo male da morire"
Accende il motore.
A:"Tieniti stretta"
Io:"Ma non ti conosco."
A:"Oddio quanto sei pesante. Vuoi che ti accompagno o no? Sennò risparmio la benzina eh?!"
Io:"Parti parti"
Sto abbracciando i fianchi di un ragazzo che a mala pena conosco e posso dire che sto cominciando a sentirmi in imbarazzo.
-Dopo un po'-
A:"Siamo arrivati"
Io:"Lo vedo"
A:"Quanto sei acida."
Io:"Grazie"
Nonostante la mia acidità, mi prende nuovamente in braccio.
Io:"Ma che fai?!"
A:"Ti sto aiutando! Non sono un maniaco, stai tranquilla!"
Io:"Va bene va bene"
Questa cosa mi stava mettendo ansia.

-Roberto-
Sono passati due anni. Sono due anni che non la vedo, eppure penso ancora a lei. Non sono più impegnato con quello stage, ma sono rimasto qui per lavoro, ho trovato qualcosina che mi da abbastanza per la mia età, e più che altro l'ho fatto per Matteo (cugino di Alice, diventando il mio più grande amico). Lui è fidanzato, con una ragazza di Londra e mi ha chiesto di rimanere perché è sicuro che qui troverò la mia anima gemella, ma lui non ancora capisce che è sua cugina che voglio. Purtroppo ho il difetto di far diventare le persone un "punto fisso". Possono passare anni e anni, ma niente, non cambia nulla. Oddio nella realtà spesso le cose cambiano, ma per me, in me.. NO! Sennò non starei ancora sperando di rincontrare Alice, di rivedere i suoi bellissimi occhi, di poterle chiedere perdono di persona.
*Squilla il cellulare*
È Matteo. Strano, cosa vuole? È in vacanza per questo weekend.
Io:"Dimmi"
M:"Mi voglio sposare"
Io:"Cosa? Ma quando? E perché? E con chi?"
M:"Ma come con chi? Stupido"
Io:"Okay. Ma rispondi alle altre domande"
M:"Ma si, è un po' che ci penso. Tra qualche mese compio 20 anni e io a Deborah stiamo così bene insieme. Voglio farla conoscere alla mia famiglia"
Io:"Senti secondo me il matrimonio può aspettare, ma una cena per ufficializzare si può fare"
M:"Bene. Quando?"
Io:"Eh che ne so io, il fidanzamento è tuo, non mio"
M:"Quando ci scade il contratto di lavoro? Così torniamo a casa?"
Io:"Sì.  Si si si si si si"
M:"Dai ne riparliamo quando torno. Ciá brò"
Io:"Ciá cià"
Siiiii. FINALMENTE. TORNO A CASA. SÌ SÌ SÌ SÌ SÌ SÌ SÌ. RIVEDO TUTTI. ANCHE ALICE. Spero solo mi stia aspettando.. ma, in fondo, me lo sento. Lei mi sta aspettando. Lei lo sta facendo.

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