– Lou ?! – lo chiamò Liam
– Cosa? –
– Va tutto bene ? – gli chiese l'amico
– Si! Sono solo... –
– Louis ascolta... – intervenne Zayn – Se non fossi stato pronto non ti avrebbero permesso di giocare, i tecnici, il mister, la compagnia, ma soprattutto Harry.... Ti fidi di lui? – il liscio annuii lentamente – Pensi che lui ti avrebbe veramente fatto giocare se avesse avuto anche il minimo e insignificante dubbio che tu potessi infortunarti nuovamente?! –
– No, assolutamente! – Zayn gli sorrise, Louis spostò lo sguardò e trovo un sorriso gemello sul volto di Liam.
– Sei pronto? – gli chiese quest'ultimo e il capitano annuii – Andrà tutto bene! –
– Andiamo! – gli disse il moro.
I tre si avvicinarono al resto della squadra, alcuni dei giocatori stavano finendo di prepararsi, sistemandosi la magli o allacciando più stetti gli scarpini. Louis sorrise ai suoi compagni, alcuni dei quali lo abbracciarono, altri gli lasciarono pacche sulle spalle, altri un semplice cenno del capo, tutti più felici di averlo tra loro quella sera. Quando l'allenatore entrò in spogliatoio, il chiacchiericcio si placò, la tensione si tagliava con un coltello; il Chelsea non si trovava in una posizione troppo svantaggiata i classifica, ma lo scontro con l'Arsenal oltre ad essere decisivo era anche molto sentito dai giocatori e dai tifosi stessi. L'allenatore dopo aver fatto a tutti loro le ultime raccomandazioni si avvicinò a Louis
– Louis mi raccomando! Se ti rendi conto di essere stanco o che il ginocchio ti fa male, avvertimi subito! –
– Grazie mister! Posso farcela! –
– Non lo metto in dubbio capitano! Te lo dico per sicurezza è la tua prima partita e non vorrei che ti sforzassi troppo! Sei troppo importante, per i ragazzi e per la squadra! Felice di riaverti tra noi – Louis gli sorrise riconoscente, quello gli diede una pacca sulle spalle e usci dallo spogliatoio. Il calciatore finì di preparandosi sistemandosi al bracco la fascia da capitano e si girò verso i suoi compagni li in attesa
– Penso sia il momento del mio discorso... non sono più abituato – iniziò facendo sorridere i ragazzi – Allora sono veramente felice di essere qui e che mi siete mancati. – i compagni di squadra risero –Questa partita la vinciamo noi! L'Arsenal l'anno scorso ci ha privati dello scudetto per un punto.... Questa la vinciamo noi, perché siamo più preparati, più veloci e n casa nostra! – continuò guardando tutti i suoi compagni, uno per uno – Sono stufo di sentirmi dire quanto l'Arsenal sia una squadra forte, quanto l'Arsenal sia la promessa di quest'anno... Ora basta, questo è il nostro anno, è il nostro momento! Abbiamo lavorato duramente per arrivare a questa partita, quindi usciamo e battiamoli! – un urlò di incoraggiamento partì da Zayn a cui poi si aggiunsero tutti gli altri, Louis compreso – Andiamo! – urlò il capitano sovrastando gli altri.
Harry era seduto nella tribuna riservata alle famiglie e amici dei giocatori, con Johanna e Niall
– Haz non ci posso credere che siamo seduti qui! – ripeté per la trentesima volta il biondo, la madre di Louis rise, l'irlandese sembrava un bambino il giorno di natale, si guardava attorno meravigliato, continuando a sorridere estasiato.
Harry scosse la testa sorridendo per l'entusiasmo del biondo, quando la donna al suo fianco gli mise una mano sul braccio richiamando la sua attenzione
– Harry credi che sia pronto ? – gli chiese Johanna preoccupata
– Si! Ci siamo allenati tanto e lui è in grado di giocare, deve solo smettere di avere paura! Il ginocchio è guarito e io non ho dubbi, sul fatto che sia in forma per giocare! –
– Mi fido di te! – gli rispose allora lei sorridendogli preoccupata, Harry ricambiò il sorriso, ma le urla e gli applausi dei tifosi gli fecero riportare gli occhi in basso dove i giocatori stavano entrando in campo. Lo stadio era sold out, quella oltre ad essere una delle partite più attese dalle due tifoserie, era anche esattamente e a metà del campionato, il fatto che inoltre coincidesse con il ritorno del capitano aveva portato a terminare tutti i biglietti disponibili. I tifosi del Chelsea all'entrata del capitano urlarono e applaudirono, colorarono lo stadio di blu, Harry lo vide salutare tutti agitando le braccia in aria e poi cercare qualcuno tra gli spalti, quando il suo sguardo si fermò su di lui, il capitano sorrise e agitò piano la mano come segno di saluto, il riccio ricambiò il sorriso e urlò come incoraggiamento. Dopo pochi minuti l'arbitrò fischiò il calcio d'inizio, il riccio era completamente concentrato su Louis, che indossava una ginocchiera sera oltre alla divisa e ai calzettoni.
Il calciatore non appariva sofferente o in difficoltà, ma trattenuto e timoroso nei movimenti e nei passaggi che faceva; non si buttava pienamente in partita ed evitava di partecipare attivamente alle azioni, limitandosi a qualche passaggio. A causa di questo e di una fiacchezza generale della squadra in poco tempo l'Arsenal segnò il primo gol.
– Sei sicuro che stia bene... – gli chiese Johanna anche lei intenta a controllare il figlio
– Si! – gli rispose il riccio – Aspettatemi qui! – si alzò dal suo posto e si diresse verso la panchina, fece vedere il suo badge che lo autorizzava ad avvicinarsi e quando vide che il mister chiese un time out, si avvicinò a Louis
– Cosa stai facendo? – gli chiese non appena quello gli si avvicinò sorpreso di vederlo bordo campo – Fidati del tuo ginocchio, non ti tradirà! Basta avere paura! Gioca questa partita e vinci! – e dopo avergli stretto una spalla, si girò e tornò al suo posto. Louis lo guardò allontanarsi e si avvicinò al mister che nel frattempo aveva iniziato ad urlare ordini ai suoi giocatori. Il riccio si sedette di nuovo al suo posto e rivolgendosi a Johanna le disse
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I'll make this feel like Home
FanfictionHarry è un fisioterapista, che ha perso la strada, non fa il lavoro dei suoi sogni ed è miseramente solo. Le uniche cose che illuminano la sua giornata sono Niall, il suo migliore amico, il Chelsea e Louis Tomlinson, capitano della squadra, etero e...