20ºCapitolo

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Prima di iniziare a postarvi questo capitolo, voglio dire qualcosina. 😅
Innanzitutto Grazie a chi insieme a me la sta seguendo giorno per giorno, capitolo per capitolo facendomi capire quando sia interessato ad Alvaro e Denise...
Ma grazie anche a chi critica, spesso in modo infondato.
Buona lettura amici... 😘

È l'ultimo giorno di questa meravigliosa mini vacanza. Domani mattina presto partiremo quindi oggi ci godremo a pieno questo giorno.

Oggi solo mezza giornata di mare, perciò dopo aver messo i costumi ci rechiamo in spiaggia.
"Sono stati veramente giorni perfetti" dico sedendomi sulla sabbia.
"Sono d'accordo" dice Chicca.
"Magari potremmo tornarci, l'estate è lunga."
"Ma si, Denise ha ragione" interviene Davide "ci torneremo e magari potranno venire anche Marco e Riccardo."
"Allora appena potremo tutti ci organizziamo e torniamo qui" afferma Alvaro e come bimbe, io e Chicca esultiamo.

La mattinata in spiaggia è passata veloce e ci stiamo preparando per andare a pranzo fuori.
I ragazzi hanno deciso di portarci in qualche ristorante del posto.

"Chicca" urlo dalla mia camera e la sento arrivare.
"Cosa c'è?"
"Quale devo mettere?" Chiedo mostrandole due vestitini: uno è nero a poi e l'altro è l'altro è blu abbastanza semplice. Entrambi sono lunghi fin sopra il ginocchio e hanno la scollatura a cuore.

Lei li ispeziona bene.
"Quello nero" dice "e quest'altro lo metto io" lo prende ridendo.
"Va bene" rido anch'io e finisco di prepararmi.
Metto un velo di trucco, faccio lo chignon, metto i tacchi neri, prendo la borsetta e vado nella camera della mia migliore amica.
"Sei pronta?" Chiedo.
"Prontissima" dice facendo una giravolta su se stessa.
"Ti sta alla grande questo vestito. Sei più gnocca" le do una pacca scherzosa sul sedere.
"Allora me lo puoi regalare" fa la faccia da cucciolo e sa che non resisto..
"Va bene, è tuo."
"Grazieee" urla e mi abbraccia dandomi poi un bacio sulla guancia.
"Per te questo e altro" dico ridendo e stringendola. "Dai andiamo, ci aspettano giù i nostri uomini" continuo e prendendola per mano andiamo di sotto.

"Siamo pronte" diciamo in coro appena arrivate in cucina.
"Wow" dice Alvaro avvicinandosi "sei sempre più bella" mi bacia sulla fronte e sorrido.
"Lo sei anche tu" dico prendendogli la mano e non scherzo.
Ha messo un pantalone beige con la camicia aderente bianca che non lascia nulla all'immaginazione.

"Andiamo dai" dice Davide prendendo per mano Chicca, Alvaro fa lo stesso con me.

Saliamo in macchina e un quarto d'ora dopo siamo arrivati.
Il ristorante ha un'enorme fontana davanti che sembra spruzzare acqua dei colori dell'arcobaleno.

Entriamo e mi guardo intorno. È veramente bello.
L'arredamento è rigorosamente moderno ed è un punto a suo favore.

Scegliamo un tavolo non troppo al centro e ci accomodiamo.
Alvaro è seduto accanto a me e appoggia il suo braccio sullo schiena della sua sedia mentre con la mano disegna cerchi immaginari sulla mia spalla.
Mi fa rilassare completamente.

Ordiniamo e mentre divoriamo quelle specialità non facciamo altro che ridere alle sciocchezze che sparano Alvaro e Davide.
I due hanno stretto un'amicizia veramente profonda e ne sono felice sia per loro, sia perché così uscire a quattro con lui e Chicca non sarà un problema.

Dopo aver finito usciamo e andiamo verso l'auto quando mi accorgo delle giostre.
Stringo il braccio di Alvaro.
"Cosa c'è?" Mi chiede non capendo.
"Vieni vieni" gli dico tirandolo e correndo, nonostante i miei vertiginosi tacchi, verso l'altalena.

Mi ci siedo.
"Mi spingi, per favore?" Chiedo e lui con una santa pazienza prende a spingermi prima piano poi più veloce.
Sorrido come un'ebete tornando bimba.

Mentre io sono sull'altalena Chicca è seduta su uno dei dondoli.

"Dovremmo andare, Dedè" mi dice Alvaro.
"Dai altri cinque minuti" imploro come una bimba.
"No, non possiamo e poi non sei più una bimba. Queste giostre sono per i bimbi."
"Quando arriva un bimbo mi alzo, promesso."

Mi guarda allibito come se avessi detto un'assurdità.
"Dai Dedè, andiamo" mi prende per il braccio e mi fa alzare.
"Non è giusto. Volevo restare altri cinque minuti" metto il muso e Alvaro ridendo me lo bacia.
"Davide prendi l'altra bimba e andiamo" dice riferendosi a Chicca e quest'ultima protesta.
"Io non sono una bimba."
"Nemmeno io" aggiungo.
"Per carità" sbuffa Alvaro e torniamo in macchina.

Giriamo per la città ma non torniamo tardi perché domani partiamo presto quindi dobbiamo essere carichi.

Il mattino seguente mentre siamo in auto mi chiama mamma.
"Pronto?" rispondo.
"Hey tesoro come stai?"
"Bene grazie. Tu?"
"Bene, bene. Senti sto partendo perché il capo ha bisogno di me alla sede centrare. Starò via per due giorni ma ho chiamato la mamma di Chicca per dirle se puoi dormire li e ha detto che non ci sono problemi."
"Va bene mamma. Tranquilla."
"A presto tesoro, buon viaggio" chiude la chiamata.

"Che succede?" Chiede Alvaro.
"Starò da voi per un paio di giorni. La mamma è fuori per lavoro e ha chiamato la vostra per farmi dormire da voi" spiego e il volto di Alvaro si illumina.
"Non farti strane idee" dice sua sorella battendogli la mano sulla spalla "lei dormirà con me."

Lui sospira ma non sembra rassegnato. Sorrido vedendolo e gli accarezzo il braccio.

Durante il viaggio decidiamo di fermarci giusto il tempo di un caffè poi ci rimettiamo in moto e un'ora dopo siamo nel nostro quartiere.
Accompagniamo Davide e poi andiamo a casa mia per prendere tutto l'occorrente per questi due giorno e disfare la valigia.

Mentre io e Chicca siamo impegnate a separare i panni sporchi da quelli puliti, Alvaro è di sotto a vedere la tv.

Una volta disfatta la valigia prendo qualche cambiata e torniamo di sotto.
"Abbiamo finito" dico scendendo.
"Allora andiamo" si alza, spegne la tv e andiamo a casa sua.

Aiuto entrambi con la valigia e Rosa ci prepara un pranzo con i fiocchi: carbonara e cotoletta! Adoro.

Dopo aver finito quelle prelibatezze aiutiamo a sistemare la cucina e poi con Chicca salgo al piano di sopra nella sua camera.
Ci sdraiamo sul letto per un pisolino ma subito dopo di noi arriva anche Alvaro.

"Anch'io voglio dormire qui" dice strofinandosi gli occhi.
"Non ci andiamo tutti e tre sul mio lettino, fratello."
"Se ci stringiamo ci andiamo."

Si posiziona dietro di me mettendo un braccio sul mio fianco e non lasciando nemmeno un millimetro.
"Dai Alvaro, non fare il bambino" sbuffa Chicca "non ci andiamo tutti e tre" ma lui finge di non sentire e io ridacchio.
"Alvaro!" Urla. "Alzati! È il mio letto!"

Lui sbuffa e si alza per poi andare di la.
Sentiamo un bel po' di baccano e lo vediamo tornare trascinando il suo letto.
Scoppio a ridere.

"Ora non puoi lamentarti. Ci stiamo" dice affiancando il letto a quello di Chicca e formando un letto matrimoniale.
Si sdraia e si mette nella stessa posizione di prima tenendomi ancora più stretta.
Sua sorella scuote la testa e ride, io con lei poi crolliamo in un bel sonno tutti e tre, proprio come quando eravamo piccoli e dormivamo insieme uno dietro l'altro come un trenino.

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