Finchè morte non ci separi

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CAPITOLO 24

Quei due mesi volarono ed era già il 22 maggio e mancavano solo due giorni al matrimonio di mio fratello. In questi due mesi di convivenza con Josè avevo imparato a conoscerlo e ad amarlo ancora di più, se possibile. Avevo imparato le sue abitudini, avevo imparato che la sera non andava a dormire se non mandava un sms alla sua nipotina, che non riusciva a svegliarsi se non sentiva il profumo del caffè, che appena uscito dalla doccia adorava mangiare Nutella e così via. Certo, c'erano stati anche dei litigi ma niente che non avevamo risolto con un abbraccio e una risata. La nostra vita insieme era una crescita costante.
Eravamo ancora a Napoli per il matrimonio, ma subito dopo saremmo partiti per un viaggio alle Maldive che avevamo programmato da tempo.
"Tesoro sei a casa?" Mi chiese Josè appoggiando le chiavi dell'auto sul tavolo in cucina.
"Si sono qui, in camera degli ospiti.."
"Eccoti, mi amor" mi baciò.
"Che stai facendo, vuoi una mano?" Mi guardò con un fare interrogativo.
"Preparo la camera per i tuoi genitori, non vedo l'ora che arrivino.. Voglio portarli in giro per la città"
"Wow, va bene. Dove vorresti portarli, sentiamo?"
"Non so, sul lungomare, a San Martino, al Museo Nazionale e poi.."
"Piano amore, non hanno vent'anni come te, ti ricordo"
Non ci avevo pensato e non avevo pensato al fatto che magari loro non volevano andare in giro ma che semplicemente volevano stare con il figlio.
"Giusto, magari non vogliono uscire.."
"Certo che vogliono uscire, non intendevo questo"
Restammo in silenzio per qualche secondo.
"Mi dispiace che Juanmi non viene"
"Si anche lui era dispiaciuto.. Purtroppo non ha potuto lasciare la squadra in ritiro"
"No certo, lo capisco"
"Io ora devo andare, passo da Gonzalo che deve darmi delle cose e poi vado all'aeroporto a prendere i miei. Ci vediamo stasera, mi amor"
"Ok campione, salutami Gonzalo e digli di non fare guai a Ibiza e di rispettare la dieta che gli abbiamo assegnato"
"Certo glielo dirò" disse mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Iniziai a farmi mille problemi, non ero una insicura di solito, ma avere i genitori di Josè qui per un weekend mi metteva ansia. E se non gli fossi piaciuta come donna per il figlio? E se non gli piaceva come cucinavo o cose del genere? Stavo andando in paranoia. Josè mi ripeteva di non farmi problemi ma io qualcuno me ne facevo sempre.
Mentre lui non c'era preparai la cena: agnello e patate al forno con misto di insalata e insaccati di ogni genere. All'improvviso sentii la porta aprirsi..
"Amore, siamo qui.."
"Josè, Encarni! Como estas?" Ci abbracciammo appena ci vedemmo.
"Estamos bien, pequena" mi disse il papà con quella sua faccia simpatica.
"Josè digli che la cena è pronta e che appena sono comodi la servo"
Lui tradusse ai due che posarono le valige, si rinfrescarono un attimo e poi si sedettero a tavola.
Josè mi aiutò a portare a tavola l'agnello con le patate e poi ci sedemmo anche noi.
Io avevo come un nodo in gola, osservavo gli altri mangiare ma io non lo facevo. Guardavo le loro espressioni per capire se era abbastanza buono o faceva schifo. Ad un certo punto il padre disse qualcosa a Josè e lui mi guardò e con il suo solito sorriso iniziò a parlarmi.
"Puoi respirare, è buonissimo. Parola di papà"
Quando me lo disse uscii dall'apnea e iniziai anche io a mangiare. Beh, sì, tutto sommato non era male. La cena proseguì e tra una frase che mi tradusse Josè e una che provai a capire riuscimmo anche a chiacchierare un po'. Dopo cena io e Josè sparecchiammo e poi, come tutte le sere, facemmo i piatti.
"Mi hijo que lava los platos eh? Te ama mucho, Emi" disse la signora Encarni sorridendo.
"Lo so Encarni" Josè non disse nulla ma sembrò come imbarazzato, non era abituato a esternare le sue emozioni personali con i genitori. Dopo aver finito i piatti, andammo a dormire.
"Era davvero buono?"
"Tutto buonissimo, la casa profumata e tu stupenda. Rilassati.."
"Non ci riesco, cazzo"
"Allora ti aiuto io.." Mi fece mettere a pancia in giù e iniziò a massaggiarmi le spalle e la schiena.
"Il massaggiatore sono io qui" gli dissi.
"Ho imparato da te, infatti.. Ti sto aiutando a rilassarti?"
"Si.. Ma se vieni più vicino mi aiuti ancora di più" lo attirai a me e lo baciai.
"Sono pienamente d'accordo" mi sposto su di lui continuando a baciarmi.
"Shhh che di là ci sono i tuoi.."
"Giuro che facciamo piano" mi sussurrò.

Il giorno successivo fu concitato, dovevamo sbrigare le ultime cose per il matrimonio. Andai dalla sarta a ritirare il mio vestito, in tintoria a ritirare quello di Josè e poi presi appuntamento con il parrucchiere che sarebbe venuto a fare i capelli a me e Encarni. Confermai l'ordine dal fioraio per Claudia e aiutai mio fratello con gli ultimi dettagli. Era tutto pronto per il grande giorno.
Era finalmente arrivato il 24,Claudia e mio fratello avrebbero coronato il loro sogno. Indossai il mio vestito blu cobalto che era stretto in vita e che scendeva morbido, tipo sirena. Josè aveva uno smoking nero e grigio con il fiore all'occhiello dello stesso blu del mio vestito, e come sempre stava d'incanto.
Arrivammo in chiesa e subito salutammo i miei parenti, dal lato destro della navata, con noi c'erano anche il papà e la madre di Josè, l'unico che mancava era Juanmi che era stato trattenuto da alcuni impegni.
Mio fratello era già lì: smoking blu notte e sguardo umido.. Appena mi vide fece una corsa verso di me.
"Emi, me ne torno a casa.. Non so se ce la faccio" mi disse all'improvviso.
"Vittorio calmati e non dire idiozie. Calma.."
"Tu dici che andrà bene?" Mentre parlava, tremava ed era agitato, non sembrava neanche lui.
"Andrà benissimo.. Vi amate no? L'hai detto anche tu, ricordi?"
"Certo, si.. Noi ci amiamo e ci sposeremo"
"Esatto, ora vai al tuo posto che sta per arrivare Claudia"
"Si vado, grazie" e ci abbracciammo.
Lui si diresse verso l'altare e anche io e Josè ci sedemmo al posto dei testimoni, accanto agli sposi.
Mi voltai verso Josè e notai che guardava il cellulare.
"Tutto ok?" Gli chiesi.
"Si tutto bene.. È successa una cosa strana ma vedrò di risolverla dopo"
"Cioè?"
"Juanmi mi ha scritto un messaggio.. Guardalo" mi passò il suo cellulare e lessi il 'Disculpeme hermano' che Juanmi gli aveva scritto.
"E che significa? Perché deve scusarsi?"
"Vorrei capirlo anche io ma.."
Mentre parlavamo arrivò la sposa ed era bellissima: aveva un vestito avorio stile impero che le evidenziava il pancione. Entrò in chiesa con il padre sulle note della marcia nuziale e mi sembrò molto tesa anche se dispensava qualche sorriso agli invitati che la salutavano.
Arrivarono all'altare e tutti ci emozionammo quando il padre di Claudia, che per me era un secondo padre, abbracciò mio fratello con le lacrime agli occhi e diede un bacio sulla fronte alla figlia alzandole il velo.
Dopo i riti del caso il prete iniziò la funzione che tutti seguimmo con attenzione. Arrivammo al punto più bello secondo me, lo scambio delle promesse.
"Vuoi tu Vittorio Sarnelli, prendere come tua legittima sposa Claudia Di Marino, promettendo di amarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà.. Finché morte non vi separi?"
"Sì lo voglio" disse mio fratello con la voce rotta dall'emozione.
"E tu, Claudia Di Marino, vuoi prendere come tuo legittimo sposo Vittorio Sarnelli, promettendo di amarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà.. Finché morte non vi separi?"

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Presi il primo taxi che trovai fuori all'aeroporto e gli diedi il foglio con scritto dove si trovava la chiesa in cui doveva portarmi. Nel frattempo presi il cellulare e mandai un messaggio a mio fratello, 'Disculpeme hermano' gli scrissi. Mi sentivo tremendamente in colpa per quello che stavo per fare ma non potevo permettermi di perdere mio figlio, perché ero sicuro fosse mio figlio, e Claudia l'unica donna con cui avevo davvero sentito qualcosa dopo anni di gelo interiore.
Il tassista mi portò a destinazione.
"Eccola la chiesa è proprio quella" mi indicò con l'indice il fabbricato difronte a noi.
"Grazie amico" e lo pagai.
Mi avviai correndo verso le porte della chiesa che erano semi chiuse e le aprii con forza.
"E tu, Claudia Di Marino, vuoi prendere come tuo legittimo sposo Vittorio Sarnelli, promettendo di amarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà.. Finché morte non vi separi?"

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Ci fu un attimo di silenzio dopo la domanda del parroco subito interrotta da un rumore sordo proveniente dall'altra parte della navata, erano le porte che si aprirono e tutti ci girammo a guardare.
"No, lei non lo vuole e nemmeno io" urlò qualcuno da lì infondo.

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NdA: Eccoci qui! È abbastanza chiaro, no, di chi è la voce che giunge? 😁😁 Che cosa credete che avverrà? Grazie a tutti per il supporto ❤️

Tutto con te, niente con qualsiasi altro/ "Todo contigo, nada con nadie"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora